Italia

I buchi neri nella gestione di Agea e del Sin

E' la vera cassaforte dell'agricoltura italiana. Attraverso i sistemi informatici passano i miliardi di euro della Pac e dei Psr ma la piattaforma tecnologica è un colabrodo. Impossibile tracciare chi interviene sul database che fanno nascere enormi anomalie

14 marzo 2014 | T N

La relazione di collaudo del sistema informatico Sian è perentoria, il software è inadeguato e pieno di buchi che permettono anche a chi non ne ha diritto di ricevere i contributi della politica agricola comunitaria. Ancor peggio non sarebbe possibile tracciare il flusso di dati che ha generato l'anomalia poiché il sistema permette “la presenza nello stesso tempo, di sessioni multiple di autenticazione potrebbero causare modifiche critiche sui dati non attribuibili, dall’esame dei log di sistema, in maniera univoca all’autore dell’azione”.
In altre parole sarebbe semplicissimo inserire o modificare i dati senza nessun reale controllo, con il rischio che vengano generate anomalie che facilitano le frodi sui contributi comunitari, senza alcuna possibilità reale di controllo sull'operatore che ha generato, consapevolmente o inconsapevolmente, l'anomalia. Infatti un numero potenzialmente illimitato di operatori accede con le stesse credenziali di accesso, anche contemporaneamente.
Inoltre non vi sarebbe alcun sistema di blocco automatico dell'erogazione di contributi nel caso la stessa azienda abbia penalità. Possibile inoltre che il sistema autorizzi pagamenti anche nel caso in cui lo stesso software rilevi che il pagamento è “discordante” fino al 100%.

E parliamo di cifre che possono anche non essere limitate.
Oltre 259mila euro di fondi comunitari erogati a un’azienda che in realtà ne aveva 287mila in penalità. A un altro agricoltore sono stati erogati 148mila euro sebbene avesse penalità per 68 mila euro. Oppure 56mila pagati a un utente che aveva penalità per 61mila euro.
Molti i casi simili segnalati dal Laboratorio NESTOR dell’Università di Tor Vergata E nella relazione di collaudo del sistema Sian.
Ancor peggio non vi sarebbe in realtà alcuna possibilità di recupero delle eventuali somme illecitamente erogate poiché il sistema sovrascrive i dati vecchi, senza alcun preventivo salvataggio.
E' quindi anche impossibile riportare indietro il sistema allo stato in cui sono stati elaborati i dati per il ricalcolo, anche solo per controllo, della somma erogata, proprio in virtù del fatto che tali dati sono stati sostituiti con quelli più recenti (ad esempio dati catastali, interpretazioni delle ortofoto, ecc.).

Qual'è la parte che fa maggiormente rabbrividire?
Il sistema Sian costerebbe all'agricoltura italiana, tra progettazione, realizzazione e mantenimento, l'incredibile cifra di 780 milioni di euro dal 2008 a oggi.
Un dato contestato da Almaviva, uno dei soci principali del Sin, che afferma che la cifra è notevolmente inferiore, pari a 490 milioni di euro. Tale cifra, però, non contemplerebbe i costi di progettazione.
Inoltre il Sin avrebbe destinato nel proprio bilancio 88 milioni di euro per un piano industriale, che dovrebbero proprio servire per sviluppare il sistema industriale e informatico. Quasi la metà di questa cifra è però stata destinata all'acquisto di un immobile che è stato poi affittato da Sin ad Agea. Una manovra speculativa, certamente non di tipo industriale, approvata però all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione del Sin.

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