Italia
Abbassare gli alchilesteri. Il Ceq già lo fa
Le aziende associate rispettano un limite più restrittivo: 40 parti per milione invece dei 75 previsti dal regolamento comunitario
14 gennaio 2012 | R. T.
L’abbassamento degli alchil esteri che oggi viene chiesto a gran voce da alcune organizzazioni professionali a tutela della qualità dell’olio extravergine, per il Ceq, Consorzio di Garanzia dell’extravergine di Qualità è già una realtà operativa. Da diverso tempo, infatti, le aziende associate al Consorzio rispettano un limite più restrittivo di quello stabilito dall’Unione Europea adottando un parametro di 40 parti per milione (ppm) invece dei previsti 75. Una scelta antesignana in tema di qualità e trasparenza che conferma il livello qualitativo degli oli prodotti dalle aziende associate al Consorzio, il cui rispetto, certificato dall’organismo internazionale SGS, è riconoscibile da parte dei consumatori nella presenza del bollino Q.
Il Consorzio presenterà in occasione del Food Festival a Milano il prossimo 28 gennaio, la nuova linea di olio extravergine “italiano”, che risponderà ai futuri requisiti di alta qualità che il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, si appresta ad approvare.
Gli oli italiani di alta gamma, certificati dal Consorzio, saranno facilmente riconoscibili sugli scaffali attraverso il nuovo claim, già presentato alla stampa lo scorso febbraio.
I famosi alchil esteri in questo caso non potranno superare il limite di 30 parti per milione (ppm).
Ma l’impegno per migliorare la qualità degli oli extra vergini presenti in scaffale non si ferma qui. Per il 2012 il Ceq ha in programma ulteriori interventi per il restringimento dei parametri qualitativi.
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