Italia
Riforma Pac per l'Italia: serve riequilibrio delle risorse
L'Italia riceve il 10% della spesa agricola europea ma versa il 14% del bilancio dell'Unione
04 giugno 2011 | R. T.
Il criterio della superficie agricola per il calcolo degli aiuti europei ai produttori, ”non sara’, ai fini della distribuzione delle risorse tra gli Stati membri dell’Ue, un criterio esclusivo e unico” nella futura riforma della Politica agricola comune (Pac).Per il nostro Paese e’ confortante e rappresenta gia’ un grande risultato”. Lo ha annunciato questa sera a Debrecen, nell’est dell’Ungheria, il ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, Saverio Romano, al termine di un colloquio bilaterale con il commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos. ”Ho fatto presente al commissario Ciolos, che ho apprezzato per la sua sensibilita’ e attenzione, che guardiamo con preoccupazione ad un’eventuale riduzione delle risorse a nostra disposizione, soprattutto perche’ appare fortemente penalizzante e pregiudizievole il criterio della superficie agricola. Lottiamo quindi – ha precisato il ministro – per il mantenimento della dotazione finanziaria all’agricoltura italiana”. Per Romano, ”il comparto ha bisogno di sostegno e la difesa del bilancio complessivo e’ un presupposto ineliminabile per il nostro Paese”. Insomma, l’Italia dice no’ con fermezza ad un ulteriore deterioramento della situazione attuale relativa alla ripartizione dei fondi. I dati parlano chiaro: ”Gia’ oggi – spiega il ministro – l’Italia riceve solo il 10% della spesa agricola europea, mentre realizza il 12,5% della produzione agricola comunitaria e versa il 14% del bilancio dell’Unione”. Ho anche fatto presente al commissario – ha aggiunto Romano – ”l’alto valore della nostra produzione, e l’impegno che ho assunto sulla difesa e sul sostegno al mercato di qualita’ attraverso la tracciabilita’ dei prodotti, la lotta alla contraffazione e l’etichettatura d’origine obbligatoria, a tutela sia dei produttori sia dei consumatori”. L’Italia, inoltre, attribuisce grande importanza all’introduzione, nella regolamentazione comunitaria, di una norma che ”consenta alle organizzazioni dei produttori di programmare il volume della produzione dei prodotti Dop, a denominazione d’origine protetta. Il ministro ha concluso assicurando a Ciolos ”la massima disponibilita’ dell’Italia alla collaborazione” con la sua Direzione generale alla Commissione europea. (
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