Quo vadis
I nobili dell'Impero Romano e la loro passione per il vino
Uno studio dell'Università di Sheffield ha portato alla luce in Puglia i resti della cantina della tenuta di Vagnari, di proprietà imperiale. Qui la coltura della vite era importante come dimostrano i grandi vasi vinari, da mille litri l'uno rinvenuti durante gli scavi
27 aprile 2016 | Graziano Alderighi
L'Impero Romano è stato costruito sui campi di battaglia ma la ricchezza della nobiltà romana e degli imperatori era saldamente legata alla terra e alla ruralità.
L'Università di Sheffield è stata impegnata in una campagna di scavi archeologici nella tenuta imperiale di Vagnari.
Vagnari, oggi nel comune di Gravina di Puglia, è situata in una valle del fiume Basentello, appena ad est dei monti appenninici in Puglia.
La tenuta divenne proprietà diretta dell'imperatore solo nel primo secolo dopo cristo e l'accesso alla proprietà era garantito dalla vicinanza con la via Appia che così collegava agevolmente la tenuta con Roma.
Da precedenti scavi era già noto che la tenuta era un polo artigianale di prim'ordine per il periodo storico dedito anche all'attività di produzione laterizia e metallurgica.
L'Università di Sheffield ha portato alla luce un altro importante tassello della storia di questo sito, scoprendo che vi si coltivava la vite e si produceva vino.
Gli archeologi inglesi, infatti, hanno portato alla luce un angolo di una cella vinaria, una sala fermentazione del vino e l'area stoccaggio, in cui vasi vinari, noto come dolia defossa, sono state fissate nel terreno.
I vasi vino pesanti ed ingombranti hanno la capacità di oltre 1.000 litri e furono sepolti fino al collo nel terreno per mantenere costantemente bassa la temperatura del vino, un accorgimento necessario in un clima caldo.
La tenuta di Vagnari è una delle poche tenute imperiali studiate approfonditamente, dall'inizio degli anni 2000, da università canadesi, italiane e inglesi.
L'obiettivo della ricerca è capire come le elite romane si prendevano cura del territorio e come sfruttavano i campi, nonché cercare di comprendere l'organizzazione di una grande tenuta come quella pugliese.
Secondo il professor Carroll dell'Università di Sheffield non c'è dubbio che l'economia della tenuta era varia e che la coltivazione della vite e la produzione del vino erano parte importante dell'attività e del paesaggio agricolo dell'area.
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