Quo vadis

Quando il vitigno autoctono è espressione di un comune: il caso Nascetta

Prima diffuso in tutte le Langhe, oggi il vitigno a baccia bianca Nascetta è sinonimo di Novello, il Comune che lo custodisce, lo coltiva e ne trae un vino bianco che torna alla ribalta. Un bianco in terra di rossi. La differenziazione fa la differenza

04 giugno 2015 | Graziano Alderighi

Che ci fa un vitigno a bacca bianca nelle Langhe? Terra di Barolo e Barbaresco. Terra cdi rossi strtuttrati, famosi nel mondo.

Eppure il Nascetta sta riscoprendo una nuova vita. Si tratta di una varietà di uva a bacca bianca coltivata originariamente sulle colline della Langa e del Roero, nel sud Piemonte. Oggi, praticamente, si trova solo nel Comune di Novello.

Secondo Lorenzo Fantini nel 1883 era diffusa in tutto l’Albese, dopo l'avvento della viticoltura moderna con l'introduzione dei vigneti monovarietali, questo vitigno riduce notevolmente la sua distribuzione, fino a sopravvivere all'interno di pochi vigneti nel comune di Novello.

Oggi la coltivazione di questo vitigno si sta diffondendo in tutte le Langhe, rimpossessandosi del suo territorio, così come volle Elvio Cogno e la facoltà di agraria dell'Università di Torino.

Ma Nascetta continua a significare soprattutto Novello. E' qui che è nata l'Associazione Produttori di Nascetta, grazie al meritorio appoggio dell'associazione Strada del Barolo e grandi vini di Langa e il consorzio I Vini del Piemonte.

Il Piemonte, quindi, guarda lontano, oltre il Barolo, pure famoso nel mondo, riscoprendo il proprio territorio e le sue ricchezze varietali.

Il Rovasenda, la cita con il nome di “Anascetta” nel suo “Saggio di un’ampelografia universale” del 1877 e la descrive come “uva delicatissima e vino squisito”.

Nel 2010, con l'ottenimento della Denominazione di Origine Controllata Langhe "Nas-cëtta o Nascetta del comune di Novello", rivendicabile solo nel comune omonimo e utilizzando Nas-cëtta al 100%, si sono gettate le basi per intraprendere il cammino che ha portato all'unione dei produttori in difesa delle radici e dell'origine di questo vitigno storico.

Vitigno semiaromatico, si presenta con un'importante struttura e livelli di acidità, che conferiscono al vino un'ottima capacita di invecchiamento garantendone una longeva e dinamica evoluzione aromatica nel gusto e nel corpo. Il colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli è precursore delle note di agrumi, pompelmo e pesca bianca che si evolvono in fiori bianchi, miele d'acacia e timo. In bocca prevalgono freschezza e sapidità.

Il vino Nascetta si accompagna bene ad antipasti freddi a base di verdure, formaggi freschi, primi piatti a base di pesce crudo, crostacei e carni bianche. La temperatura di servizio consigliata è tra i 10° C e 12° C.

Insomma, una visita la merita il Comune di Novello, magari per pranzare nel Castello. Il suggestivo edificio che domina la rocca del paese, alto sui vigneti e sui boschi, circondato da folti, secolari ippocastani, è una costruzione del secolo scorso, ultimata nel 1880. Sorge sui resti, ancora visibili, dell'antico castello medioevale, che il 13 giugno del 1224 divenne proprietà del Marchese Guglielmo VI di Monferrato e l'anno seguente, per investitura concessa dalla Repubblica di Asti, del Marchese Jacopo del Carretto.

Se poi avrete voglia di fare una passeggiata nelle campagne, merita una visita l'Edicola del Rivoglio. A pianta circolare, di piccole dimensioni, sorge sul pendio accanto alla cascina detta “del Rivoglio”. Nell’interno, sui resti dell’altare, in una nicchia, è posta una statua lignea della Vergine, deteriorata dal tempo, ma bella nei lineamenti.

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