Quo vadis 18/10/2013

Un viaggio tra gli olivi di Papa Francesco

In esclusiva per i lettori di Teatro Naturale una visita guidata alle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e all'azienda agricola vaticana. E' l'Agronomo Vincenzo Scaccioni a guidarci nella tenuta e a spiegarci come nasce l'extra vergine servito alla tavola di Bergoglio. “Sugli olivi, purtroppo – ha affermato Scaccioni – l'uomo ha scatenato spesso la propria ignoranza.” Due alberi dell'oliveto delle Ville Pontificie hanno un significato particolare e sono parte più dei giardini che non delle coltivazioni


La residenza estiva dei papi è normalmente conosciuta come Castel Gandolfo, per via della cittadina in cui si trova, ma formalmente è denominata Ville Pontificie. I cinquantacinque ettari di questa tenuta fanno parte della Città del Vaticano, e non dell'Italia. Si affacciano sul Lago di Albano da un lato e sul Mar Tirreno, dall'altro. Il lago è di origine vulcanica e il centro del comune di Castel Gandolfo si trova proprio sul bordo di quel che resta di due vulcani spenti.

Fin dall'epoca romana erano famosi questi ritiri in campagna che servivano a fuggire dalle torride estati romane, ma anche dalle zanzare che portavano la malaria. Erano prediletti luoghi vicini alla capitale e Castel Gandolfo si trova a circa 24 km da Roma. Allora si trattava di luoghi ameni ma oggi tutte le città dei dei Colli Albani sono ben all'interno dell'area di pendolarismo da Roma.

Per quanto riguarda le Ville Pontificie, quasi la metà dei terreni è dedicata alla coltivazione, in particolare sono dedicati all'agricoltura i suoli sul pendio esterno del cratere, che si affacciano verso il mare. La natura vulcanica del terreno li rende fertili ed anche ben drenati. Le principali produzioni sono l'olio extra vergine di oliva, una grande varietà di verdure e frutta, tutti i tipi di prodotti lattiero-caseari, carne, conigli, polli e uova. La produzione agricola è in gran parte condotta secondo i dettami dell'agricoltura biologica, in particolare tutti gli oliveti.

Vincenzo Scaccioni, curatore dei giardini e della fattoria delle Ville Pontificie, ci ha guidato, in esclusiva per i lettori di Teatro Naturale, durante le due visite nella dimora estiva papale, una a giugno e una ad agosto. Vincenzo Scaccioni è un Agronomo che ha lavorato per anni presso i Giardini pontifici di Roma, dove ha svolto la sua tesi di laurea e poi realizzato, insieme con il fotografo Nik Barlo, il volume I Giardini Vaticani. Dall'autunno 2012 è a capo del team di ventisette agricoltori e giardinieri delle Ville Pontificie.

Il ritiro papale è conosciuto come Ville Pontificie, al plurale, perché la tenuta è composta da diverse proprietà, che sono collegate tra loro da cavalcavia, nonché da meravigliosi giardini e allées.

Il vero e proprio Palazzo Pontificio (1620), che si affaccia sulla piazza principale di Castel Gandolfo, è stata costruito incorporando il castello medievale che appartenne alla famiglia Gandolfi, dalla quale la città prende il nome. Fu Papa Urbano VIII, un membro della famiglia Barberini, ad assumere il famoso architetto Carlo Maderno per la progettazione del palazzo. L'edificio fu in seguito ampliato e ristrutturato da Gianlorenzo Bernini. La Villa Barberini (1630) , costruita dal nipote di Urbano, il cardinale Taddeo Barberini, è cronologicamente la dimora più prossima al Palazzo Pontificio. Ancor oggi il Segretario di Stato del Vaticano utilizza la Villa Barberini come residenza estiva. La Villa Cybo (1717) è stata eretta dal cardinale Camillo Cybo da Massa Carrara. Ha assunto l'architetto Francesco Fontana per la progettazione. E' una dimora ricca di marmi, provenienti dalle cave di Carrara. Tutti questi edifici occupano il luogo dove nel I secolo dC, l'imperatore Domiziano aveva una immensa villa. La Villa Barberini ha incorporato il criptoportico, ancora visibile, della Villa di Domiziano. Si tratta di una lunga e, in parte, sotterranea galleria che è meravigliosamente fresca anche nelle giornate molto calde.

Venendo agli oliveti delle Ville Pontificie, Vincenzo Scaccioni ci confida che l'extra vergine della fattoria viene da quattro principali varietà di olive: Pendolino, Frantoio, Rosciola e Vernina. Pendolino e Frantoio sono comunemente coltivate in tutta Italia, ma Rosciola e Vernina sono tipiche del Lazio e del centro Italia. Nell'oliveto vi sono inoltre diversi esemplari della Uovo di Piccione, cultivar quasi dimenticata, ma che produce ottime olive da mensa.

Due alberi dell'oliveto delle Ville Pontificie hanno un significato particolare e sono parte più dei giardini che non delle coltivazioni. Uno è un albero della varietà Taggiasca, dono dalla città ligure di Taggia. L'altro è un magnifico albero con un profondo significato religioso e simbolico. E' infatti un olivo proveniente direttamente dal Giardino dal Getsemani e fu un dono a Papa Paolo VI del re Hussein di Giordania.

Ma quanti sono gli olivi di Papa Francesco? Sono 1360 piante che, stando ai dati fornitici da Vincenzo hanno prodotto nel 2012 12.000 chili di olive, per 1537 chili di olio extra vergine di oliva. La raccolta avviene da fine ottobre a fine dicembre e occupa otto persone. Alcuni raccolgono le olive, altri sono frantoiani. Infatti le Ville Pontificie dispongono di un proprio impianto oleario, con attrezzature antiche, con macine di granito. Non chiamatelo però solo frantoio, qui sui Colli Albani, prende la denominazione di Montano.

L'olio delle Ville Pontificie è di altissima qualità, con un'acidità pari a 0,3. Colore verde e fruttato delicato.

Bandite dagli oliveti vaticani le motoseghe per la potatura. La sacralità di questi luoghi impone un rispetto particolare anche per le piante. Una potatura cristiana degli olivi. “Sugli olivi, purtroppo – ha affermato Scaccioni – l'uomo ha scatenato spesso la propria ignoranza. Come l'uomo che batte un asino per farlo lavorare di più, così pota di più sperando di avere più frutti, ma avrà solo più rami.” La forma di allevamento utilizzata presso le Ville Pontificie è a vaso, anche se vi sono quaranta piante tutt'ora a palmetta.

Non solo olio extrta vergine. Le Ville Pontificie, oltre a produrre cibo per il Vaticano, offrono le 300 fronde di palma e i 100 fasci di rami di ulivo necessari per le celebrazioni della Domenica delle Palme e la processione di cardinali e vescovi in piazza San Pietro. Anche alcune Chiese nei dintorni di Castel Gandolfo e Albano Laziale sono forniti con fronde di palme e rami d'ulivo proveniente di queste tenute.

Ma è possibile acquistare l'olio proveniente dalle Ville Pontificie.

La produzione viene riservata, come per le altre derrate agricole, al Pontefice. Di solito non vi è una produzione sovrabbondante ma quando capita, come nel 2012, una parte viene destinata al supermercato vaticano, l'Annona (nome non scelto a caso visto che Annona era la dea romana che ha assicurato una fornitura di grano per Roma), ma può essere possibile reperirlo in alcuni locali di Castel Gandolfo. Il prezzo di vendita è molto ragionevole, 9 euro al litro, e viene venduto in confezioni da uno o tre litri.

Castel Gandolfo è di proprietà dei Papi fin dal XVII secolo ma prima del 1929 e dei Patti Lateranensi non veniva utilizzata come fattoria. Quel trattato prevedeva la sovranità della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e comprendeva l' extraterritorialità per Ville Pontificie. Doveva essere sembrato prudente a Pio XI, l'allora papa regnante, avere un proprio approvvigionamento di cibo, nel caso di possibili ostilità con il governo italiano. La Ville Pontificie, oltre a tutti i terreni agricoli, ha una propria sorgente d'acqua denominata Palazzolo, un impianto di produzione di energia ed eliporto per l'atterraggio degli elicotteri che trasportano il papa da e per il Vaticano.

Al momento in cui scriviamo, Papa Francesco ha visitato le Ville Pontificie tre volte, ma solo per una giornata in ogni occasione. Un incontro felice quello di luglio, durante il quale ciascuno degli agricoltori e giardinieri ha potuto essere presentato al Santo Padre che ha parlato con loro sorridendo e scaldando molti cuori.

 

Un ringraziamento a Vincenzo Scaccioni e ai suoi colleghi presso le Ville Pontificie. Un ringraziamento anche ai Monsignori Daniel Gallagher e Antonio Pelosi presso l'ufficio del Segretario di Stato del Vaticano.

di Lucy Vivante

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