Quo vadis09/04/2015

Potatori sardi, poche parole e molti fatti

Potatori sardi, poche parole e molti fatti

Per festeggiare il decennale dell'associazione S’Ischimadorza, accantonati pranzi e cerimonie, si sono impugnati forbici e svettatoi per dare nuova vita a un oliveto in stato di abbandono, perchè dovere primario è proteggere il nostro paesaggio

di Leonardo Delogu
Quo vadis02/12/2014

Un cammino culturale e spirituale in mezzo agli olivi

Un cammino culturale e spirituale in mezzo agli olivi

In Spagna le amministrazioni locali hanno spostato l'attenzione dalla mera produzione di olive e di olio, concentrando gli sforzi sulla conservazione dell’ambiente naturale e del paesaggio storico ed agricolo

di Antonio G. Lauro
Quo vadis09/10/2014

I territori oleari italiani, questi sconosciuti

I territori oleari italiani, questi sconosciuti

Se ne parla tanto in occasione di convegni, incontri e dibattiti ma si fa poi ben poco per promuovere e pubblicizzare le specificità locali, a tutto vantaggio di standardizzazione e globalizzazione

di Francesca Gonnelli

Quo vadis03/10/2014

Bere un bicchiere di vino e andare all'inferno, solo in Valle d'Aosta è possibile

Bere un bicchiere di vino e andare all'inferno, solo in Valle d'Aosta è possibile

Partendo da differenti approcci al mercato, una sorta di Davide contro Golia, per andare a narrare una storia, quella dell'Enfer. Un nettare ricercato dalle elites

di Emiliano Racca
Quo vadis26/09/2014

Una tradizione di successo: il Caciocavallo di Ciminà

Una storia, un percorso, un cibo. Eco come un “prodotto agroalimentare tradizionale” è divenuto elemento di cambiamento e di sviluppo di un territorio

di Rosario Franco, Pia Rispoli, Rosa Pescione
Quo vadis19/09/2014

Nella storia dell'olio d'oliva si avverte il profumo delle donne. Seguiamolo!

La storia delle donne dell'olio, come quelle di Pandolea, non comincia oggi. Profumo, unguenti, donne e olio sono elementi ricorrenti nella storia. Forse fu Coelia Mascellina la prima vera imprenditrice olearia, di famiglia andalusa, segno che i tempi, dall'Antica Roma a oggi, non sono mutati poi tanto

di Paola Suraci

Quo vadis05/09/2014

Dai cocci del Testaccio alle oleoteche moderne. E' la Roma olearia che non ti aspetti

Il Monte dei Cocci è composto di anfore olearie del periodo imperiale. Timbri e scritte ne indicavano la fabbrica di origine, il contenuto, il peso lordo e netto, nonché il proprietario. Oggi Oleonauta e Sapord'Olio accolgono gli appassionati di extra vergine

di Piero Palanti
Quo vadis25/07/2014

Quando il turista rurale è alla ricerca di un “giardino dei sensi”

Viaggio sul Massiccio dei Bauges: le sue ispide vette celano ricchezze paesaggistiche ed enogastronomiche sorprendenti in un ambiente montanaro, autentico, incontaminato, un'oasi di silenzio

di Emiliano Racca
Quo vadis18/07/2014

Estate in frantoio per scoprire la vera ruralità italiana

Un turista che cerca l'esperienza e il coinvolgimento, e non solo il piacere, si sta affacciando sul nostro Paese. Valorizzare i mastri oleari come risorsa attrattiva e di un nuovo agro-turismo

di Francesca Gonnelli

Quo vadis16/05/2014

Anche “sotto il mare” si producono vini di grande personalità e tipicità

Dal Po al Rodano. Dalle valli di Comacchio e la Camargue. Un parallelo troppo ardito? Forse no, se parliamo di viticoltura e vini di territori affascinanti con una storia antica. Per l'Italia risale ai tempi degli Entruschi. Oltralpe invece le più antiche testimonianze storiche sono riferibili al primi del 1400

di Emiliano Racca
Quo vadis02/05/2014

Nella lotta al primato tra Vernaccia e Marsala è la Toscana a spuntarla

Si tratta di due denominazioni di grande fascino e attrattiva. L'una rivendica riconoscibilità fin dal 1931, l'altra la prima comparsa in Gazzetta ufficiale le 1966. Una sana competizione per mettere all'angolo i contraffattori e parlare di cultura, suggestioni ed emozioni

di Emiliano Racca
Quo vadis02/05/2014

C'era un tempo in cui l'olivicoltura ligure era disprezzata

Oggi sono tornati i pionieri che rifuggono dalla tentazione di spacciare per ligure un extra vergine proveniente da mezzo Mediterraneo. Perchè avevano ragione i Benedettini a voler coltivare su queste pendici Gentile e Taggisca

di Fausto Borella

Quo vadis21/02/2014

Per conoscere il Parco del Gran Sasso occorre riconoscerne salumi e legumi

Pastorizia e coltivazione di legumi. Questa è la tradizione rurale dei comuni di Baronia di Carapelle, Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Barisciano. Un percorso gastronomico che è anche culturale

di Duccio Morozzo della Rocca
Quo vadis31/01/2014

Ecco come due prodotti del territorio sono diventati portabandiera nazionali

Grano padano e Mortadella di Bologna raccontati con una viaggio nella loro storia. Dal locale al globale il percorso è stato molto lungo, non senza incidenti lungo il tragitto. Dal Medioevo a oggi sono cambiati anche i gusti. Come abbinare queste due prelibatezza?

di Emiliano Racca
Quo vadis05/12/2013

Un olio di nicchia di età romana ma nel profondo nord

Pur non avendone la vocazione anche nella provincia di Bergamo da sempre si coltiva l’olivo. L’azienda Il Castelletto ha recuperato un’antica cultivar e ne ha fatto un prodotto di orgoglio e di esempio per tutta la provincia


Quo vadis07/11/2013

Nella storia di antichi frantoiani c'è l'essenza e la tradizione dell'extra vergine d'oliva

Nelle parole di Zi’ Domenico, di quasi cent’anni, ultimo portantino e custode dell’antico frantoio “a sangue” di Saracena, c'è l'essenza della storia e della tradizione dell'extra vergine. A noi può sembrare preistoria eppure era l'altro ieri che...

di Antonio G. Lauro
Quo vadis18/10/2013

Nell'argilla le virtù della madre terra e i vizi della varia umanità

L'utilizzo della terracotta nel settore vitivinicolo può restituire unicità a un prodotto che sta scontando una banalizzazione e una standardizzazione mondiale. Ripercorre, in modo diverso, un antico cammino ci insegna anche che certe storie, come la contraffazione sull'origine, si ripetono nei secoli

di Alberto Grimelli
Quo vadis18/10/2013

Un viaggio tra gli olivi di Papa Francesco

In esclusiva per i lettori di Teatro Naturale una visita guidata alle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e all'azienda agricola vaticana. E' l'Agronomo Vincenzo Scaccioni a guidarci nella tenuta e a spiegarci come nasce l'extra vergine servito alla tavola di Bergoglio. “Sugli olivi, purtroppo – ha affermato Scaccioni – l'uomo ha scatenato spesso la propria ignoranza.” Due alberi dell'oliveto delle Ville Pontificie hanno un significato particolare e sono parte più dei giardini che non delle coltivazioni

di Lucy Vivante