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Il grano che viene dall'estero è sicuro: lo dimostrano i controlli

Il quantitativo ispezionato ha riguardato circa 420 milioni di chili di grano duro di importazione: nessun illecito. Per Italmopa è ora dello stop alla disinformazione
06 marzo 2024 | C. S.
Il primo report della Cabina di Regia interforze sui controlli agroalimentari, coordinato dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste evidenzia, inequivocabilmente, la salubrità del frumento duro di importazione e la sua piena rispondenza alle rigide, ma sacrosante, normative comunitarie in materia igienico-sanitaria. Così Italmopa-Associazione Industriali Mugnai d’Italia in merito al report reso noto il 29 febbraio scorso nell’ambito del programma straordinario di verifiche sul frumento duro di importazione che ha visto il coinvolgimento, tra l’altro, del Comando dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, della Guardia di Finanza, delle Capitanerie di Porto e dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
“Il quantitativo ispezionato ha riguardato, sinora, circa 420 milioni di chili di grano duro di importazione destinato all'alimentazione umana ed ulteriori controlli nei porti di arrivo sono stati successivamente eseguiti da parte delle Autorità di vigilanza e di controllo”, sottolinea Vincenzo Martinelli, presidente della Sezione Molini a frumento duro Italmopa .“Gli esiti dei robusti controlli effettuati costituiscono in primis una garanzia per l’industria molitoria, per la quale la sicurezza alimentare costituisce un prerequisito inderogabile nelle proprie strategie di approvvigionamento, ma anche una chiara smentita di ricorrenti campagne denigratorie che celano meri interessi di categoria dietro la presunta difesa dei consumatori".
"Ed è per questo motivo", conclude Martinelli, "che invitiamo la nostra amministrazione, in un’ottica di doverosa trasparenza e di rassicurazione dei consumatori, a prevedere un monitoraggio costante e meticoloso della qualità dei frumenti d’importazione e nazionali, e la pubblicazione dei risultati riscontrati, ponendo così termine a quelle attività di sistematica disinformazione che non appaiono più tollerabili e che saranno, ove necessario, perseguite a tutela degli interessi della categoria”.
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