L'arca olearia 05/12/2014

Il tappo antirabbocco è legge. Adeguarsi è facile. Perchè complicare una cosa semplice?

Il tappo antirabbocco è legge. Adeguarsi è facile. Perchè complicare una cosa semplice?

Sul mercato esistono già molti modelli di tappi antirabbocco, alcuni dei quali si adattano anche alle bottiglie con imboccatura a vite. La manomissione è punita al pari dell'inadempimento della norma, secondo l'interpretazione fornita dalla Repressione Frodi. Adeguarsi è quindi agevole e poco costoso


Con l'entrata in vigore della legge comunitaria 2013-bis (articolo 18, legge 161/2014) è obbligatorio dal 25 novembre scorso che l'olio extra vergine di oliva, e anche il vergine, venga proposto al consumatore con il tappo antirabbocco. Pena una sanzione da 1000 a 8000 euro.

Ma come si muoveranno le autorità e gli organismi di controllo? Lo abbiamo chiesto all'Ispettorato Repressioni frodi del Ministero delle politiche agricole e a risponderci è stata la Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari.

- sul mercato esistono molti modelli diversi di tappi antirabbocco. Quali caratteristiche deve avere per rispettare la norma? Occorre davvero che sia certificato o omologato?
"Sono pervenute al Ministero e in particolare  alla competente Direzione generale delle politiche Internazionali e dell'Unione europea (PIUE) diverse richieste di chiarimenti in merito al  “dispositivo di chiusura  delle confezioni degli oli di oliva vergini proposti nei  pubblici esercizi” come emendato all’articolo 18 della legge n. 161 del 30 ottobre 2014.
La citata Direzione si farà promotrice di opportune riunioni con il MiSE  per definire soluzioni possibili (alle quali parteciperà anche l’ICQRF)"

Per una volta le autorità cercano di coordinarsi prima di uscire a eseguire verifiche ed eventualmente irrogare sanzioni. Un passo necessario.
Noi ne compiamo un altro. 

- nel caso di riscontrata manomissione del tappo antirabbocco a quali sanzioni va incontro il ristoratore?
"Salvo che il fatto costituisca reato, la manomissione del tappo antirabbocco equivale a proporre confezioni privi di dispositivi di chiusura idonei, come previsto dalla norma e, quindi, si applica la sanzione di cui all’articolo 7 comma 3 (come emendato dalla citata legge n 161/2014), che prevede l’applicazione al titolare del pubblico esercizio di una sanzione amministrativa da 1.000,00 a 8.000,00 euro e la confisca del prodotto. (Violazione quindi non diffidabile)."

Il citato articolo 18 della legge 161/2014 prescrive che la bottiglia sia fornita di una chiusura che non consenta il riempimento della bottiglia esaurita, non prescrive che il suddetto tappo sia anche antimanomissione. Una simile interpretazione andrebbe ben oltre la legge.

Dunque il tappo, quando integro, deve garantire l'impossibilità di riempire nuovamente una bottiglia esaurita. Una specifica facilmente ottenibile con le tecnologie esistenti e “certificabile” dal produttore del dispositivo di chiusura in fattura e nel documento di trasporto.

Ma quali tappi antirabbocco offre il mercato? Teatro Naturale, in collaborazione con Aifo, ha effettuato un monitoraggio. Ecco cosa abbiamo trovato.

Normalmente quando ci ci si riferisce al tappo antirabbocco si pensa immediatamente alle bottiglie con imboccatura 21/29, anche conosciuta come Guala. Si tratta di bottiglie in cui il tappo viene inserito semplicemente a pressione e può essere tolto solo con difficoltà o rompendolo. I tappi per tali bottiglie, simili a quelli di alcuni superalcolici, a volte presentano lo svantaggio di far uscire l'olio molto lentamente e solo dopo qualche scossone. Richiedendo, inoltre, una bottiglia con imboccatura specifica necessitano di propri sistemi di chiusura, con ingenti costi per l'impresa che se ne vuole dotare.

Sebbene i tappi Guala Closures siano certamente i leader di mercato, esistono altri potenziali fornitori, come Alplast Chiusure e i suoi tappi Alutop Oil, o Factory Cap con la sua linea Dop.

Chi possiede bottiglie con imboccatura a vite, anche nota come Pilfer Proof 31,5x24,6, non deve disperare anche perchè sono stati introdotti in commercio tappi antirabbocco anche per questi modelli di bottiglie.

Tra i primi ad aver immesso in commercio un tappo per bottiglie con imboccatura a vite vi è la Factoy Cap, con un tappo in plastica che si applica a pressione, similmente a quanto avviene per l'imoboccatura Guala. In questo caso, tuttavia, il tappo crea un gradino sul collo della bottiglia che potrebbe risultare esteticamente sgradevole sulle bottiglie a collo alto. Inoltre, come per i tappi precedentemente descritti, può essere estratto o tagliato, permettendo la sostituzione dello stesso.
In commercio sono però apparsi anche altri tappi a vite, assolutamente simili a quelli tradizionali con versatore, ma, per l'appunto, con quest'ultimo modificato in maniera da impedire il rabbocco. La soluzione ingegneristica trovata è l'utilizzo di una sfera che, quando la bottiglia è verticale, occluda il versatore, impedendo il rabbocco.
E' teoricamente possibile rabboccare la bottiglia quando piegata e, con un po' di cautela e una buona manualità, lo stesso versatore può essere asportato e riutilizzato più volte prima che la plastica si rompa.

Le ditte distributrici di questi tappi sono diverse, in tutt'Italia. Si va dalla Alplast Chiusure, alla Eurocork, alla Metalsughero alla Rapari. Le condizioni commerciali medie di queste ditte sono di 55 euro per 1000 tappi, un costo di pochi centesimi superiore a quello dei classici tappi con versatore non antirabbocco.

Ogni tappo presenta i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Tutti i tappi presentati sono antirabbocco ma, in base ai test effettuati, non esiste ancora in commercio un vero tappo antimanomissione.

di R. T.

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Commenti 14

francesco rossi
francesco rossi
01 gennaio 2016 ore 20:33

Da un po di tempo produco olio per me e ovviamente da allora faccio molta più attenzione quando uso olio di altri - si diventa molto più selettivi e per quanto possibile cerco di capirne la qualità, le caratteristiche. Mi sono convinto che il problema dei ristoratori, soprattutto di quelli che hanno meno professionalità, che fanno pasti a 10 euro, fast food ecc, non sia quello di riabboccare o riempire la bottiglia. Non ne hanno nessun interesse; il problema vero è la qualità oggettiva dell'olio usato comunemente magari acquistandolo a prezzi estremamente bassi. A molti commercianti conviene prendere bottiglie a 3/4 euro ed una volta finite buttarle. Ecco il problema è migliorare i sistemi di comunicazione informazioni da parte dei produttori, dei frantoiani ecc e convincere gli operatori di ristoranti, trattorie, che olio di qualità qualifica anche i loro locali ed il loro lavoro

Giuliano Lodola
Giuliano Lodola
08 dicembre 2014 ore 16:50

Ciao e buongiorno a tutti i presenti, Giuliano Lodola , un chiacchierone appena iscritto su consiglio di Sergio.
Ho seguito sommariamente i vostri interventi sul tappo antirabbocco che da alcuni giorni trovo nelle notizie dei giornali.
Devo dire che quando è uscita la notizia di questo accorgimento che sarebbe poi venuto legge, mi sono compiaciuto con il legislatore che conoscendo il problema delle truffe e sofisticazioni dell'olio, ha pensato di porre fine alla pratica diffusa di acquistare una prima serie di olio di qualità nelle bottiglie da 250cl. da mettere in tavola con etichetta altisonante e blasonata e rabboccarlo poi giorno per giorno con il solito usato da sempre , olio da scaffale a fusti da 2,00€ litro.
Naturalmente non tutti i ristoratori faranno questo accorgimento truffaldino ma sicuramente dove si consuma a poco prezzo questo procedimento era senz'altro di regola, anche perchè l'olio Extravergine se non lo hai assaporato ottimo almeno una volta, non potrai mai riconoscerlo, io non parlo del genuino, genuino vorrei darlo per scontato, anche se così non è, parlo di quel nettare verde che già aprendo la bottiglia ti fa capire cosa vuoterai e quando lo versi su un piatto caldo, l'aroma , il profumo ti avvolgono e quando poi assaggi il cibo condito con questo nettare, ebbene non lo dimentichi più, allora puoi fare i paragoni.
Questa protezione del consumatore riguardo l'olio nei ristoranti io l'ho sentita poco perchè ho frequentato sempre locali in cui il meglio era servito a tavola , partendo proprio dall'olio, ricordo un ristorante di forte dei marmi , La Barca , che nel pesce abbondava di olio crudo del migliore, il titolare Piero, ristoratore da sempre e totalmente capace , aveva capito che il migliore olio trasformava i buoni piatti in miracoli, ed aveva ragione, nel suo ristorante non servirebbe l'accorgimento dell'antirabbocco perchè se lui usasse questa tecnica, rabboccherebbe con olio ancora più prezioso.
Il ristoratore intelligente usa l'olio più prezioso che trova, perchè sa che migliora la qualità dei suoi piatti con soddisfazione della clientela, poi lo paghi nel conto finale, ma è già preventivato quando frequenti questi locali.
Il problema sono i ristoranti di poco prezzo, non puoi con 10,00€ avere il meglio, giusto, ma almeno la bottiglia dell'olio fammela vedere originale con cosa c'è dentro.
Tutto è relativo a quanto si spende e all'onestà di chi vende, facile è pagare molto anche non avendo poi la qualità, il tappo antirabbocco avrebbe dato questa sicurezza, ma ora leggo da voi che si possono acquistare i tappi di ricambio sostituibili agli esistenti, ecco che la legge sarà inutile

Sergio Enrietta
Sergio Enrietta
07 dicembre 2014 ore 19:59

Apriti cielo, i 27 gradi max di temperatura, questa è la tipica foglia di fico, ce ne sono di ben più dannose, comunque visto che questa soglia se anche superata di qualche grado, diciamo fino alla temperatura corporea senza febbre, eh,eh, sono certo nessuno un mese dopo, è in grado all'assaggio di capire qual'è quello che ha avuto la "febbre"(37°) e quello in salute (27°).

Se così è e io come molti altri crediamo sia, il danno del superamento del limite di legge diciamo che è veniale, perché non farà male a nessuno al contrario di altri parametri spesso non cercati.
In genere si trova cosa si cerca.

Comunque tornando ai 27°, sin dalla prima molitura con il Frantoino, benché senza riscaldo della gramola, mi sono accorto che la temperatura dell'olio, come dice il signor Tega navigava prossima ai 30°.

Mi sono domandato: Ma gli altri come fanno?

Poi mi è venuta a mente una vecchia barzelletta:
In un villaggio africano arriva un giovane e prestante missionario.
Dopo circa un anno nasce un bambino bianco.
Nel villaggio si comincia a sparlare.
Il capo decide di interpellare il missionario e lo va a visitare.
Senza perifrasi gli chiede un'opinione sul nato.
Il missionario comincia con l'arrossire, grattarsi la testa, guardarsi attorno, e vede passare un gregge.
Incoraggiato dall'evento mostra una pecora nera, e a bassa voce comincia a mormorare: "Vedi, la pecora nera, noi non sappiamo perchè.....Dio....Mendel....mistero....
"BASTA, Basta, ho capito, tu non parli più della pecora nera e io non parlo più del bambino bianco e così sia.

Con la temperatura di estrazione dell'extravergine credo sia la stessa cosa.

Io proprio in questi giorni mi sto adoperando per correggere sul mio Frantoino, con accorgimenti tecnici questa anomalia che riguarda la maggior parte dei sistemi di estrazione.
Non so se riuscirò ma credo di si, non ne farò comunque un valore aggiunto, solo un tentativo di riuscirci per soddisfazione personale, in quanto la qualità del mio olio difficilmente aumenterà se starò entro i 27°, al posto dei 30/35.

Però la legge direbbe che quanto su descritto con leggerezza è "truffa".
In ogni caso per questa ragione e per altre personali ben più corpose non ho mai anteposto il termine extravergine, che reputo riduttivo, all'olio delle mie olive.

Ma visto che ci siamo, apro un'altro vaso di Pandora, pardon, oleario,
la maggior parte dei contenitori in inox sotto ai 100 litri, sono con bordi ribattuti, che qualità eccelsa si può ottenere, se si deposita l'olio in contenitori che mai nessuno riuscirà a pulire totalmente nelle fessure.
Con un terzo del costo in più possiamo avere contenitori saldati con bordi arrotondati di facilissima pulizia persino senza detersivo, perché sono lasciati ai margini dell'utilizzo?

Abbiamo in mano un grande valore, per troppo tempo bistrattato sull'altare delle quantità e dell'approssimazione, resistere è un dovere e anche una certezza di riuscita, non si potrà negare l'evidenza all'infinito.
Saluti a tutti.
Sergio E

Luigi Tega
Luigi Tega
07 dicembre 2014 ore 09:48

Purtroppo troppo spesso il legislatore deve dare prova della propria esistenza e quindi emana leggi e provvedimenti assurdi che hanno l'unico obbiettivo di creare un nuovo trabocchetto dove prima o poi qualcuno cadrà e pagherà una qualche sanzione.
Basti pensare a quella che io definisco l' apoteosi dei provvedimenti inutili : quello riguardante la dicitura estratto a freddo.
In questa annata terribile non avendo molto da fare in frantoio mi sono divertito a girare per frantoi. Sono entrato in almeno 50 frantoi operanti e, per deformazione professionale, ogni volta che entro in frantoio io vado ad assaggiare l'olio che esce dal separatore. Non c'è stato un caso in cui l'olio non fosse ad una temperatura decisamente superiore ai 30 gradi.
Eppure tutti potevano vendermi olio con la dicitura in bolla " estratto a freddo". Ovvio, non c' e possibilità ex ante di verificare in nessun modo la temperatura di estrazione. Quindi a cosa serve la norma? Semplice! A creare un trabocchetto per fare cassa, questa è' l'unica risposta seria.Ed infatti io sono già stato diffidato dalla repressione frodi per aver fatto un po' di confusione nei registri dove non ho registrato correttamente le partite estratte a freddo e quindi alla prossima infrazione sarò sanzionato.
Al momento della sanzione si potrà dire che è stata impedita una frode nei confronti del consumatore? No! Si sarà fatta solo della misera cassa.
Quando cominceremo a pensare che la salvezza del l'olio italiano non passa attraverso un groviglio inestricabile di norme trabocchetto ed inizieremo a disboscare il terreno di norme inutili, avremo già fatto un bel passo avanti.
Nel frattempo constato che si sta andando nella direzione opposta.

Sergio Enrietta
Sergio Enrietta
07 dicembre 2014 ore 09:33

In aggiunta a quanto ben specificato da Nicola, mi permetto di aggiungere un particolare.

Ipotizziamo che il ristoratore onesto e integerrimo, nel tentativo di ancora meglio servire il cliente, metta diversi tipi e marche di olio a disposizione del cliente, ovviamente tutte in bottiglie chiuse con il tappo antirabbocco, magari su di un carrello o mensola self service o da portare al cliente secondo richiesta.

Questa lodevole iniziativa se fatta con bottigliette da 0,100 lt sigillate
darà al consumatore un servizio, e qualità ineccepibili nella misura in cui chi ha messo il proprio nome sull'etichetta è stato serio e bravo.

Proviamo invece a pensare al risultato che ne deriverebbe se queste bottiglie diciamo per stare ottimisti da mezzo litro.
Una volta aperte e versato la prima volta l'olio, questi uscendo dal "labirinto" imbratta tutto il "tran tran" del meccanismo antirabbocco, che tra paratie, birille, ecc fa una superficie notevole di materia plastica, che per quanto si faccia non è mai immune sull'olio, ma di più, queste "trappole" conserveranno uno strato d'olio che immancabilmente comincerà ad ossidare.

Poi verrà il secondo versamento, il terzo, .....ecc
Passate 2/3 settimane, sempre stando ottimista, chi assaggerà non avrà che il fantasma di cosa si poteva assaggiare alla prima apertura.

La strada dell'inferno è piena di buone intenzioni.
E anche di truffaldine, infatti il solo modo per ridurre il problema su esposto, è avere una sola bottiglia che passa veloce fino ad esaurimento.

Abbiamo quindi fatto un altro capolavoro, i soliti vendono la solita miscela indistinguibile, con buona pace della diversificazione, che, E' il solo FUTURO REDDITIZIO per il patrimonio olivicolo Italiano.

Non facciamoci fregare, chiediamo ogni volta possibile la bottiglietta campione, qualcuno ha già cominciato, se prende piede è il passo verso la conversione delle papille gustative dei consumatori.
Quando si ha assaggiato, non si è più come prima, si diventa consapevoli delle possibilità di scelta.

Non andrà bene per i miscugli indistinti, che però avranno sempre i loro clienti numerosissimi, la qualità si accontenterà di soddisfare i "pochi" altri.

Abbiamo ancora due strade davanti a noi, una quella attuale con TUTTO il suo baraccone inutile.
O la strada già percorsa dal vino che pure ha avuto tempi difficilissimi, "eppur si muove"

NICOLA BOVOLI
NICOLA BOVOLI
07 dicembre 2014 ore 01:13

Concordo con Sergio: la sola via per una certezza del prodotto è la bottiglietta da 0,100 lt con il siglillo di garanzia del produttore [con indicazione dell'anno di raccolta, del lotto e della data consigliata], che il ristoratore mostrerà sigillata al cliente e che aprirà al tavolo (come del resto il ristoratore fa normalmente per il vino).
Resta inteso che il cliente, a fine pasto, può richiudere col tappo la bottiglietta e, se vuole, può portarsela a casa.
Oltretutto l'apertura al tavolo della bottiglietta solo al momento dell'uso garantisce la miglior conservazione dell'olio evitandone l'ossidazione e garantendo al contempo l'originale autentica fragranza.

Sergio Enrietta
Sergio Enrietta
06 dicembre 2014 ore 21:47

Infine non è passata una settimana dall'applicazione della legge e già suona il "De Profundis".
Non so chi è il campione che ha avuto l'idea, ne qual'è la maggioranza che l'ha votata, fatto sta che mi pare siamo unanimi nel pensare che l'imbroglio sarà possibile e anche più convincente.

Niente vieterà alle persone oneste come niente lo vietava prima di portare bottiglie non bugiarde in tavola.

Però i furfantelli, usando una bottiglia civetta, potranno fare danno doppio, garantito dalla legge e dal tappo "antirabbocco".

Io metterei anche questa ultima trovata nel calderone delle cose riguardanti il mondo olivicolo da dimenticare, assieme a questa annata disastro.

Che dite, cominciamo a scavare, o ci accontentiamo di provare a non farci tirare nel fosso?

Il castello di carte ha raggiunto ormai dimensioni e peso da collasso strutturale.
Continuiamo a puntellare o ci allontaniamo, lasciamo cadere il tutto, spazziamo il rottame, e ripartiamo da zero senza più le sapienti menti che hanno guidato finora.

Ugo Ametta
Ugo Ametta
06 dicembre 2014 ore 13:51

A parer mio il tappo antirabbocco è un imbecillità assoluta! come sempre in Italia si va avanti obbligando e non educando. Fino a quando non capiremo che adottare un determinato comportamento sia uno strumento a nostro vantaggio non esisterà legge che risolva il problema. A parte il fatto che utilizzando il tappo antirabbocco non verrà evitato affatto di imbottigliare qualsiasi porcheria esistente sul mercato, anzi, la moltitudine inesperta sarà convinta di aver utilizzato un buon extravergine con la garanzia che non sia stato rabboccato. Inoltre, siccome anche l'occhio vuole la sua parte, il produttore a volte, a parità di qualità del prodotto imbottigliato, si distingue liberando la propria fantasia nell'utilizzo delle forme del vetro, della particolarità delle etichette, delle scatole e anche dei molteplici e fantasiosi accessori come i versatori o dosatori. Probabilmente a qualcuno interessa standardizzare il prodotto, dando una mano alla grande industria e alla grande distribuzione, mortificando il meraviglioso e variopinto prodotto artigianale. Ve l'immaginate la bottiglia di un Brunello di Montalcino con il tappo del Cynar?

Ugo Ametta

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
06 dicembre 2014 ore 13:44

Sig. Tega,
quello che lei descrive, molto ironicamente ed efficacemente, è un problema molto italico.
In altri stati le leggi si rispettano, nella forma e nella sostanza.
Da noi, appena una norma viene emanata, si cerca di trovare il modo di eluderla, aggirarla o infrangerla, senza venire scoperti, ovvio. Da ciò la necessità di emanare leggi ancor più stringenti, a volte tortuose.
Ci salveremo, e potremo avere un sistema più semplice, solo se capiremo il valore della legalità. Certo, i recenti scandali, come quello di Roma, non rendono particolarmente ottimisti.
Il problema non sono le leggi, ma come vengono interpretate le stesse, non dagli organi di controllo, ma dagli italiani stessi.

Luigi Tega
Luigi Tega
06 dicembre 2014 ore 11:23

Confermo quanto detto da Emanuele.
Se qualcuno è disonesto si compra i versatori anti rabbocco, toglie con un coltellino il versatore precedente, riempie la bottiglia di olio
e rimette il nuovo versatore antirabbocco ed il gioco è fatto.
Proporrei come soluzione di mettere in ogni ristorante un funzionario della polizia negli orari dei pasti, però a pensarci bene non basterebbe perché il rabbocco potrebbe avvenire al di fuori degli orari dei pasti.
Quindi un'altra soluzione è quella di mettere in ogni ristorante, una telecamera 24 ore collegata con la centrale dell'istituto repressione frodi dove ci devono essere 500.000 schermi o più ( pari ovviamente al numero di ristoranti operanti in Italia) accesi 24 ore su 24 con 500.000 funzionari che controllano in tempo reale le operazioni nel ristorante.
Ovviamente i funzionari ad orari di 8 ore ciascuno dovrebbero essere 1.500.000 che si danno il cambio.
Però a pensarci ancora meglio anche questo non basterebbe perché il rabbocco potrebbe avvenire al di fuori del ristorante e la telecamera non potrebbe riprendere nulla.
Quindi l'unica soluzione è che un funzionario dell'istituto repressione frodi viva 24 ore insieme al titolare del ristorante, notte compresa perché è bene ricordare che di notte che avvengono le peggiori truffe.
Quindi ogni ristoratore se vuol fare questo lavoro dovrà dotare la propria abitazione di una camera non troppo distante dalla sua dove il funzionario potrà alloggiare.
Durante il giorno il ristoratore verrà seguito in tutte le operazioni dal funzionario e , ovviamente un regolamento proposto dalla Coldiretti dovrà prevedere che soltanto il titolare del ristorante può toccare le bottiglie di olio, in modo da evitare che collaboratori disonesti possano provvedere al rabbocco.
Le bottiglie a campione verranno prelevate da laboratori accreditati in modo da controllare le impronte presenti ed in caso si verifichi la presenza di impronte che non corrispondono a quelle del titolare del ristorante scatterà una multa da 5000 € fino alla chiusura del ristorante in caso di impronte diverse superiori al numero di 4.
A QUESTO PUNTO TUTTI POTREMMO DIRE QUANDO IL RISTORATORE CI PORTERA' LA BOTTIGLIA DI OLIO SUL TAVOLO.EVVIVA!!!!!!!! QUESTO SI CHE E' UN VERO, AUTENTICO,STRAORDINARIO, TIPICO, OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA ITALIANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
06 dicembre 2014 ore 11:06

Prima di scrivere l'articolo abbiamo testato i tappi sia su linee manuali che automatiche. In alcuni casi abbiamo riscontrato qualche difficoltà, eliminata attraverso opportune messe a punto per un corretto allineamento. Vero è che, rispetto ai tappi con normale versatore, il tappo antirabbocco ha meno "abbocco" sull'imboccatura della bottiglia, necessitando, appunto, di una regolazione più fine della macchina tappatrice.
Per quanto riguarda l'utilità della norma. Tutto dipende da chi eseguirà e come verranno effettuati i controlli. Anche la norma più perfetta, nel momento in cui non ci sono opportune verifiche è inutile. Il tappo antirabbocco offre però ai controllori che ci si vogliono impegnare un'arma in più. La bottiglia, una volta esaurita, oggi deve essere buttata via. Ieri non era così. La pratica del rabbocco era ammessa, ovvero era lecito comprare 6 bottiglie e poi 6 lattine da 5 litri, dello stesso olio dallo stesso produttore, e rabboccare in continuazione le bottiglie acquistate. Questo poneva problemi e limiti nel riscontro della conformità a quanto dichiarato in etichetta dell'olio contenuto nella bottiglia e quindi anche rispetto al controllo fatture. Oggi sarà invece più semplice controllare, ed eventualmente contestare, la congruità tra numero di bottiglie e coperti.
Sono anch'io assolutamente convinto che la categoria dei ristoratori non sia interamente una banda di manigoldi. Ci sono infatti anche ristoratori disattenti o superficiali, o che lo sono più su di un prodotto che considerano solo un costo (extra vergine) rispetto a prodotti su cui hanno marginalità (vino e superalcolici).
Comprendo bene che i ristoratori onesti si lamentino, dovendo prestare attenzione all'ulteriore dettaglio, rispetto all'insieme delle attività che svolgono, che le bottiglie di servizio abbiano in tappo antirabbocco. Come c'è scritto ancora dietro a qualche cassa di bar e ristorante: "per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno."
Poi i veri truffatori non si faranno certo fermare da un trappo antirabbocco, questo è certo.

Sergio Enrietta
Sergio Enrietta
06 dicembre 2014 ore 10:32

In effetti contro lo spirito truffaldino non si può vincere.

Avevo appreso con favore della nuova legge, adesso dopo aver letto l'articolo mi rendo conto che nessun vantaggio ha portato alla certezza della fornitura al tavolo.
Le frodi sono possibili come prima. Basta comprare una partita di tappi di ricambio.

Alla fine la sola via per una certezza del prodotto è la bottiglia cosiddetta monodose che il cliente a fine pasto si mette in tasca e se la finisce a casa.

Il maggiore costo di confezionamento potrebbe essere premiato come vettore pubblicitario, se nella bottiglia dovesse esserci un olio particolare e gradito.

Per il resto constato con delusione e anche sorpresa, (la pensavo buona,) un'altra legge inutile, di più dannosa.

Prima di legiferare sarebbe meglio pensarci su un po' meglio.

Emanuele Aymerich
Emanuele Aymerich
06 dicembre 2014 ore 10:20

I tappi come quello della foto non funzionano sulla maggior parte delle linee di imbottigliamento automatiche, non camminano nell'alimentatore e se agevolati in ogni caso non vengono allineati correttamente, tutto questo a causa della sfera che quando il tappo è in verticale fuoriesce dalla sagoma del tappo. I tappi Factory li ho ordinati, ho già i campioni, ma sono piuttosto bruttini, specialmente su bottiglie eleganti per i ristoranti più raffinati, diciamo che stanno benino solo sulla marasca. In ogni caso qualunque tappo sarà sempre sostituibile, basta che il ristoratore se ne procuri un collo delle marche succitate da qualunque grossista, come dice lei per due soldi. Se uno è disonesto non lo fermi emanando leggi fantasiose ma indagando: bisogna controllare le fatture di acquisto e verificare se sono congrue con il numero di coperti e questo si può fare senza bisogno di imporre tappi speciali a tutta la nazione.

Luigi Tega
Luigi Tega
06 dicembre 2014 ore 08:44

Perché complicare una cosa semplice?
Perché a qualcuno piace complicare il mondo dell'olio rendendolo un unicum nel panorama alimentare? Rispondo con un'altra domanda!
La normativa sul tappo anti-rabbocco nasce da una considerazione non dichiarata ma evidente : la maggior parte dei ristoratori sono dei truffatori !!( se io fossi un ristoratore mi sentirei offeso da questa normativa).
Dato per appurato tutto ciò ( tanto per essere chiari io non condivido affatto questa dichiarazione implicita) perché si consente allo stesso ristoratore truffaldino di servire vino al calice? Perché si consente a bar e ristoratori di servire liquori, grappe, cognac da bottiglie sprovviste di tappo anti rabbocco?
Non comprendo: se siamo di fronte a dei malfattori, sicuramente c'è molto più da guadagnare nel tagliare vini e whiskey piuttosto che miseri extravergini.
Non si crea una evidente disparità di trattamento tra aziende produttrici di prodotti alimentari?
E il consumatore non va tutelato anche quando ordina un calice di vino o un bicchiere di grappa di una specifica marca?
Sono convinto che qualcuno più edotto del sottoscritto è in grado di spiegarmi questa evidente discrasia.

Resto in attesa fiducioso

Luigi Tega