Mondo 28/09/2023

Contro il GreenWashing arriva una direttiva europea

Contro il GreenWashing arriva una direttiva europea

Addio al GreenWashing: il regolamento, ancora in bozza, vuole vietare l'utilizzo di dizioni come ecologico senza fornire la prova di "eccellenti prestazioni ambientali riconosciute"


Sarà una corsa contro il tempo per arrivare all'approvazione, prima della scadenza del mandato di Parlamento e Commissione, della direttiva "Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde".

In teoria la strada sarebbe spianata ma gli ostacoli sono dietro l'angolo.

L'Europa vuole vietare il GreenWashing

Il nuovo regolamento dovrebbe diventare operativo dal 2026. Da allora le aziende non potranno utilizzare definizioni come "carbon neutral", "ecologico", "neutrale per il clima" o "biodegradabile", senza fornire la prova di "eccellenti prestazioni ambientali riconosciute": questo includerà le indicazioni basate sui programmi di compensazione delle emissioni, secondo cui un prodotto ha un effetto "neutro", "ridotto" o "positivo" sull'ambiente.

L'accordo per vientare il GreenWashing è stato trovato in sede di trilogo, ovvero tra i tre livelli del processo decisionale europeo (Parlamento, Commissione e Consiglio) ma perchè possa diventare davvero operativo il via libera del Parlamento dovrà essere dato entro la fine dell'anno e i consumatori sono già sulle barricate.

La Beuc, l'Organizzazione europea dei consumatori che ha definito "controversi" gli schemi di compensazione, quelli con cui le aziende mirano a rimuovere la CO2 dall'atmosfera partecipando a pratiche come i progetti di riforestazione. La Beuc sottolinea che questo meccanismo non offre "alcuna garanzia di immobilizzazione delle emissioni di carbonio per il futuro" e può spesso rappresentare l'opzione più economica per le aziende, dissuadendole dall'adottare misure più ambiziose per ridurre le emissioni all'interno delle proprie attività.

"I consumatori finiscono per perdersi in una giungla di dichiarazioni ecologiche senza sapere quali siano affidabili -spiega il vice direttore generale di Beuc, Ursula Pachl-. Fortunatamente, le nuove regole mettono un po' d'ordine nel caos delle dichiarazioni verdi". Pachl definisce "un'ottima notizia" la proposta di vietare le indicazioni sulla neutralità delle emissioni di anidride carbonica, aggiungendo che "non esiste" un prodotto alimentare neutro dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica, sia esso il formaggio o un imballaggio come le bottiglie di plastica. "Le indicazioni sulla neutralità delle emissioni di anidride carbonica sono un vero e proprio greenwashing -aggiunge-. È una cortina di fumo che dà l'impressione che le aziende stiano agendo seriamente sul loro impatto climatico".

di C. S.