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Dai campi di lavoro forzato cinesi anche cibo per le nostre tavole

08 gennaio 2013 | C. S.

Dalla Cina sono stati importati 85 milioni di chili di pomodori conservati nel 2012 che secondo la Laogai Research Foundation sono ottenuti anche dai lavori forzati in imprese agricole Lager, i cosiddetti Laogai, che interessano su 1,4 milioni di ettari di terreni che producono per il mercato interno e per l’esportazione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia sulla chiusura dopo 55 anni dei famigerati campi di rieducazione in Cina. Dalla Cina l’Italia ha importato prodotti agroalimentari per un valore stimato pari a oltre mezzo miliardo di euro tra pomodori, ortaggi e frutta conservata, aglio e legumi mentre il valore delle esportazioni Made in Italy è pari a poco piu’ della metà. Oltre ad un necessario riequilibrio della bilancia commerciale pesano gli effetti di una concorrenza sleale dovuta a situazioni di dumping sul piano sanitario, ambientale e sociale. Se gli standard sanitari sono diversi rispetto a quelli dell’Unione Europea, la produzione in Cina sembra essere infatti anche realizzata con sfruttamento del lavoro forzato dei detenuti da parte di molte imprese cinesi impegnate nell'export alimentare, secondo la denuncia Laogai National Foundation.