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FINALMENTE UNA VITTORIA EUROPEA: PIÙ PROTETTE DOP E IGP
Il panel del Wto ha recentemente confermato la compatibilità, messa in dubbio da Stati Uniti e Australia, tra le denominazioni d’origine del vecchio continente e le regole del commercio internazionale. Un risultato importante, anche se non definitivo. Il via libera sarà dato, entro sessanta giorni, da un comitato di controllo. Soddisfazione unamine di istituzioni e associazioni. Aumenterà l'export dei nostri prodotti tipici?
26 marzo 2005 | C. S.
Il rapporto del panel WTO, pubblicato il 15 marzo 2005, conferma che il sistema di protezione delle indicazioni geografiche dellâUnione europea per i prodotti agricoli è compatibile con le regole del WTO.
Rigettando le argomentazioni degli Stati Uniti e dellâAustralia, il WTO ha sancito la compatibilità con tutta la normativa sul commercio internazionale, compresi gli accordi TRIP, relativi alla protezione dei marchi commerciali. In particolare è stato confermato che Dop e Igp potranno coesistere con precedenti marchi commerciali registrati.
Un risultato certamente importante per i 700 prodotti agricoli che godono di una denominazione dâorigine protetta.
Non sono mancate, ovviamente, reazioni positive, a tutti i livelli.
âSono veramente contenta per questa decisione â ha dichiarato Mariann Fischer Boel, Commissario europeo allâagricoltura - che permette di guardare avanti e lavorare insieme con i membri del WTO per una più stringente protezione dei prodotti agricoli di qualità .â
âConfermando che le indicazioni geografiche sono legali e compatibili con lâesistente sistema di protezione dei marchi commerciali, - ha riferito Peter Mandelson, Commissario europeo al commercio - questa decisione del WTO aiuterà lâUnione europea ad assicurare un valido riconoscimento di Dop e Igp e la protezione di identità locali e reginali, che è uno dei nostri punti strategici alle prossime negoziazioni multilaterali sul commercio (Doha Round).â
âSono molto soddisfatto â ha dichiarato il Ministro Alemanno - per i risultati del rapporto pubblicato dal Panel del Wto, che conferma che il sistema europeo della protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti agricoli è compatibile con le regole dellâorganizzazione. à una decisione significativa per garantire la trasparenza del commercio contro le falsificazioni dei prodotti agroalimentari, in particolar modo dei prodotti a denominazione di origine, di cui lâItalia è leader in Europa. Si tratta di un buon colpo messo a segno contro la pirateria agroalimentare. Il documento diffuso ieri dal Panel, prima di produrre effetti vincolati, dovrà essere sottoposto entro sessanta giorni al vaglio di un âcomitato di controlloâ (Dsb, Dispute Settlement Body), composto dai rappresentanti di tutti i 148 Paesi membri del Wto.â
âSi tratta di un semaforo rosso per la pirateria agroalimentare che - sostiene la Coldiretti - utilizza impropriamente parole, colori, località , immagini, denominazioni e ricette che richiamano al nostro Paese per alimenti che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale causando alle imprese italiane danni miliardari perché sottrae importanti fette di mercato a produttori che si sottopongono a rigorosi disciplinari di produzione il cui rispetto è verificato da autorità indipendenti. Sul solo mercato statunitense del made in Italy alimentare sono falsi quasi una bottiglia di vino su due e nove formaggi su dieci. Questo significa che grazie alla lotta ai falsi, potenzialmente, le esportazioni di formaggi verso gli Usa potrebbero aumentare di dieci volte: attualmente, infatti, il valore dell'export dei prodotti caseari italiani inseriti nella lista europea per la tutela delle indicazioni geografiche è pari a 200 milioni di dollari, mentre l'intero mercato degli stessi formaggi contraffatti è di circa 2 miliardi di dollari. Ed è il Parmigiano Reggiano la specialità alimentare made in Italy più imitata nel mondo che diventa Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il sud America e Parmesan dovunque, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone. Ma anche per gli altri 13 prodotti non mancano casi di "agropirateria" come l'Asiago e la Mortadella Bologna made in USA, il Romano e il Gorgonzola prodotti in Canada, il Chianti in fiasco con tricolore dell'Argentina, il Marsala e il Tinboonzola australiani e la Grappa ottenuta in Sud Africa.â