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ARRIVA IL VINO CHE VIENE DAL GHIACCIO

Se è raro e caro, i motivi ci sono. Dal Canada un vino aromatico buono quale compagno di ogni dessert. Ha eleganza e dolcezza, è un ice wine, frutto della insolita combinazione di estate caldi e inverni glaciali. Tante le onorificenze guadagnate nei vari concorsi internazionali. Al bouquet aromi di pesca, albicocca e fiori di campo, nonché noci

12 febbraio 2005 | C. S.

Nel cuore dell’inverno canadese nasce un raro nettare dal sorprendente sapore e di rara dolcezza, aromatico compagno di ogni dessert, elegante e unico come il suo nome:ice wine, il “VINO DI GHIACCIO”.
Le condizioni ideali per la coltura della vigna atta a produrre questo particolare tipo di vino sono create da una estrema e rara combinazione di calde estati e di rigidissimi glaciali inverni; il Canada, infatti, è universalmente riconosciuto come il maggior produttore di Ice Wine ed i suoi vini continuano ad accumulare le più importanti onorificenze ai vari concorsi enologici internazionali. Il Vino di Ghiaccio viene apprezzato soprattutto per il suo ricco bouquet con aromi di pesca, albicocca, fiori di campo, miele, frutto della passione, noci e frutti secchi.

Il Canada è per la maggior parte ghiacciato per quasi tutto l’anno, quindi, a prima vista, troppo freddo per la coltura della vite; eppure in diverse province, come la penisola del Niagara-Ontario, si ha una concentrazione di stranezze geografiche che favoriscono condizioni climatiche eccezionali: questa stretta striscia di terreno sabbioso è protetta sia a nord che a sud da vasti laghi che ritardano l’allegagione in primavera, a causa dell’accumulo di freddo invernale, e per contro prolungano la maturazione in autunno, immaganizzando il calore solare estivo.

Il vitigno che è stato ritenuto il più adatto a rappresentare l’Ice wine nella sua forma migliore e più tradizionale è l’ibrido francese aromatico Vidal, che dà frutto a bacca bianca dal gusto di ribes.
Questo ineguagliabile nettare può indifferentemente accompagnare il fois gras, le macedonie di frutta, i formaggi di media stagionatura e quelli a pasta molle, come pure ogni tipo di dessert (ancor meglio se non troppo dolce).

Si serve fresco e, una volta aperto, può essere consumato anche nell’arco di parecchie settimane senza che ne risenta particolarmente, mentre le bottiglie integre, conservate in buone cantine, possono invecchiare tranquillamente per 6-10 anni ed oltre. L’elevato prezzo di questo vino (in enoteca 20 euro i 200 cl. della versione “ferma” e 40 euro i 375 cl. dello sparkling frizzante di Pillitteri, “Gran Gold” all’ultimo Vinitaly per il miglior rapporto qualità prezzo) è dovuto alla sua complessa metodologia di produzione: i grappoli vengono lasciati sulle piante anche dopo il normale periodo di vendemmia autunnale e questo aumenta di molto la loro vulnerabilità perché li espone a possibili formazioni di muffe e marciumi, alle eventuali devastazioni di venti e grandinate, ed anche alla possibile aggressione di uccelli ed altri animali affamati. Quando, nel cuore delle notti di metà inverno, la temperatura scende sotto gli otto gradi centigradi i grappoli, che si sono congelati sulla vigna, vengono raccolti manualmente e subito pressati, ancor ghiacciati, quando lo zucchero è estremamente concentrato, per estrarne così tutto il loro intenso sapore. La produzione è limitatissima (da 100 kg di uva si ricavano soltanto 8-9 kg di Ice Wine) ma semplicemente spettacolare. Per intenditori.



Fonte: Laura Mazzolini