Italia
Dal porto di Livorno parte la nuova “battaglia” del grano
Mobilitazione al via per la crisi più grave degli ultimi 20 anni per l’agricoltura. Per ogni 1 chilo di pane venduto all’agricoltore va il 5%. Mercoledì 11 novembre sit in al Consiglio regionale
07 novembre 2009 | C. S.
I conti non tornano per lâagricoltura toscana. Per ogni 1 chilo di pane venduto allâagricoltore va il 5 per cento. E per ogni ettaro coltivato a cereali si perdono 500 euro. Così, oggi a Livorno, migliaia di agricoltori provenienti da ogni angolo della regione hanno manifestato al Porto Mediceo. Eâ partita la mobilitazione generale di Cia, Confagricoltura, Legacoop Agroalimentare e Confcooperative - Fedagri Toscana che proseguirà per tutto il mese di novembre (mercoledì 11 al Consiglio regionale). Gli agricoltori toscani chiedono subito un impegno concreto da parte del Governo, delle amministrazioni regionali e locali, nei confronti dellâagricoltura. Il settore infatti sta vivendo la crisi più grave degli ultimi 20 anni, che nellâanno in corso si è ulteriormente aggravata.
I conti non tornano, e produrre il grano in Toscana non conviene più, complici la crisi di mercato e la scarsa annata produttiva. Con 1 kg di grano tenero venduto a 0,13 euro, si ricavano 800 grammi di farina, che danno 1 kg di pane che viene venduto in media a 2,60 euro. Agli agricoltori restano le briciole (5%).Con 1 kg di grano duro, sempre a 0,13 euro, si hanno 700 grammi di semola per 670 grammi di pasta, che viene venduta nelle differenti tipologie (spaghetti, penne, etc) da 0,60 euro a 6 euro.
Il Porto di Livorno, luogo simbolo per lâingresso in Italia delle derrate alimentari, è stato invaso dal folclore degli imprenditori agricoli toscani con bandiere, cappelli, trombe e fischietti delle organizzazioni di categoria; trattori, balle di grano, ed anche un battello ha accolto a bordo gli agricoltori per un presidio sui canali della città labronica. La mobilitazione ha toccato tutte le vie del centro di Livorno con i trattori che hanno evidenziato gli slogan a difesa de grano toscano; inoltre è stato organizzato un presidio simbolico davanti alla sede livornese dei Grandi Molini italiani da parte di alcune centinaia di agricoltori. Alla mobilitazione sono intervenuti anche i rappresentanti del mondo istituzionale e politico locale e regionale ed ha partecipato anche lâOnorevole Susanna Cenni della Commissione Agricoltura alla Camera.
Lâagricoltura è in pericolo ma il Governo pensa ad altro â tuonano i responsabili delle sigle che hanno dato vita al presidio di Livorno -; si registra un crollo dei prezzi dei prodotti, lâaumento dei costi di produzione, e il calo dei redditi delle imprese del 20% dal 2000 ad oggi.
La crisi investe tutti i comparti dellâagricoltura, dalla cerealicoltura alla zootecnia, dallâolivicoltura fino a settori che hanno rappresentato sempre unâisola felice come vino e agriturismo. Le quattro sigle rappresentano lâunità del mondo agricolo per tutelare i diritti degli agricoltori; per un maggiore dialogo e concertazione con le istituzioni con lâobiettivo di promuovere politiche di sviluppo. Inoltre câè da consolidare un patto con la società per sostenere il ruolo sociale dellâagricoltura.
Le imprese agricole e le cooperative agroalimentari e di servizio â aggiungono le organizzazioni di categoria â chiedono interventi immediati affinché venga riconosciuto lo stato di crisi ed in particolare il finanziamento del fondo si solidarietà , la proroga degli sgravi previdenziali e la sospensione dei contributi e dei mutui. Inoltre chiedono lâattivazione di misure anticicliche per la gestione dei rischi di mercato, fino al ripristino dei finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro tagliati al settore a livello nazionale. Fra le richieste anche misure per favorire lâaccesso al credito, la semplificazione delle norme burocratiche che strangolano gli imprenditori e lâeliminazione dellâingiusto balzello europeo sul carburante agricolo per i serricoltori.