Italia
Dopo la bocciatura della Consulta rispunta l’equo canone
In tempi di crisi si vuole la reintroduzione dell’applicazione di coefficienti di moltiplicazione al reddito dominicale dei terreni per la regolazione dei contratti di affitto agrari
10 ottobre 2009 | C. S.
Due volte la Corte Costituzionale ha bocciato lâequo canone agrario.
La prima volta fu nel 1984 e la seconda nel 2002.
Fu così che la legge 203 del 1982, che regolava i contratti agrari, andò praticamente in soffitta, se non poer gli adempimenti burocratici ma lâeccezione di incostituzionalità , sollevata con la sentenza 318 del 5 luglio 2002, abrogava la possibilità di introdurre lâequo canone agrario.
Ora due parlamentari della maggioranza hanno riproposto allâesame delle Camere la questione con proposte di legge che sono state presentate da Salvatore Torrisi (PDL) alla Camera e da Raffaele Lauro (PDL) al Senato.
I testi mirano a reintrodurre, con le necessarie modifiche, le norme per la determinazione dellâequo canone nei rapporti di affitto e lâapplicazione di coefficienti di moltiplicazione al reddito dominicale dei terreni, già previste dalla citata legge del 1982.
I testi sono stati assegnati alle Commissioni agricoltura di entrambi i rami del parlamento.