Italia

DAI CAMPI ALLA TAVOLA, LA TUTELA DELLA SALUTE DEVE ANDARE OLTRE L’EMERGENZA

Importante segnale di attenzione per gli Istituti zooprofilattici dalla Finanziaria 2007. Per poter agire efficacemente, ora possono disporre di personale a tempo indeterminato. Ma è necessario puntare ad altro in vista di un loro consolidamento

20 gennaio 2007 | Alfonso Pascale

A seguito delle iniziative promosse nei mesi scorsi dagli Istituti zooprofilattici sperimentali (II.ZZ.SS.), la Legge Finanziaria 2007 contiene una norma che li autorizza ad assumere personale a tempo indeterminato. Si tratta di un segnale importante di attenzione nei confronti di enti che
svolgono un ruolo fondamentale nell'ambito dei controlli sulla sicurezza alimentare e che potranno così stabilizzare parte del personale precario, motivarlo e formarlo in vista di un consolidamento di funzioni divenute nel tempo più complesse.

Le attività delle II.ZZ.SS. sono, infatti, essenziali per affrontare la tutela della salute con l'approccio globale "dai campi alla tavola", adottato dall'Unione Europea. Ed una riqualificazione delle risorse umane diventa, pertanto, decisivo per raggiungere gli obiettivi comunitari.

Occorre, tuttavia, continuare ad insistere per ripristinare, nella loro originaria entità, le risorse finanziarie destinate ad interventi solo inizialmente "emergenziali" (BSE, TSE, blue tongue, ecc.) e che, invece, come hanno dimostrato le recenti misure sull'influenza aviaria, si concretizzano in
attività divenute ormai di routine.

Occorre, inoltre, evitare gli abituali ritardi registrati nella ripartizione del finanziamento, che costringono gli II.ZZ.SS. a ricorrere ad anticipazioni di cassa presso gli istituti bancari ed a pagare inutilmente gli interessi passivi che si accumulano. Se non si trova un rimedio, gli enti dovranno continuare ad indicare nel bilancio di previsione il finanziamento stabilito per l'esercizio
precedente a discapito di una programmazione efficace delle attività.

Va poi aggiunto che i tempi non si ridurranno mai fintantoché permane quel vero e proprio circolo vizioso delle somme trasferite dal ministero dell'economia alle regioni e, successivamente, con una mera partita di giro, agli enti; una trafila assurda che potrebbe essere superata trasferendo le risorse, per analogia a quanto avviene per le aziende sanitarie, direttamente agli istituti.

Sono accorgimenti da non sottovalutare se si vuole valorizzare la rete degli II.ZZ.SS. nell'ambito di un New Deal per la salute - come ha definito il proprio programma di attività il ministro Livia Turco - a partire dalla realizzazione del piano pluriennale dei controlli in materia di alimenti,
mangimi e benessere degli animali, in linea con quanto previsto dal Reg. CE n. 882/2004, nonché coinvolgendo i diversi dicasteri competenti e le regioni. Del resto, è la capacità del sistema Paese nel suo insieme ad essere posta sotto la lente di ingrandimento sia della UE, sia dei Paesi terzi verso cui esportiamo i nostri prodotti. E dunque tutte le strutture interessate devono poter funzionare in modo efficace.

Ma vi è un ulteriore motivo che rende indispensabile il consolidamento delle diverse strutture nell'ambito di un progetto comune condiviso. In Italia, il processo di armonizzazione e rafforzamento dei controlli è concepito intimamente connesso all'estensione del sistema di rintracciabilità dei prodotti, declinando il concetto di produzione in una dimensione più ampia di
filiera e di territorio ed attivando la comunicazione istituzionale e l'educazione alimentare per promuovere il made in Italy quale stile di vita e di consumo.

Con l'istituzione del nuovo dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti (dpr n. 189/2006), sono stati rafforzati i compiti del ministero della salute in tali materie. Nello stesso tempo al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sono state attribuite (legge n. 233/2006) nuove competenze in materia di trasformazione, distribuzione e consumi, in modo da poter affrontare con organicità i temi che investono tutta la filiera alimentare. Inoltre, da un'intesa tra i due ministeri è nato il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA) che ha il compito di assicurare l'interfaccia italiana all'Autorità europea per la
sicurezza alimentare (EFSA), sviluppando programmi di monitoraggio, sorveglianza e informazione, in attesa dell'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare.

In linea generale, si registra nel nostro Paese un impegno significativo sul versante dei controlli, ma si rende necessario potenziare le funzioni di coordinamento del ministero della salute e fare in modo che gli II.ZZ.SS. possano maggiormente operare in una logica di rete.

La Legge Finanziaria ha, inoltre, riservato anche per il 2007 una quota di 10 milioni di euro agli II.ZZ.SS. per la ricerca scientifica. E' una base finanziaria modesta ma non disprezzabile per svolgere una serie di attività. Andrebbe, tuttavia, rafforzata la capacità di interagire con altre istituzioni per poter accedere al cofinanziamento comunitario del 7° programma quadro dell'UE per la ricerca.

Si tratta, in sostanza, di superare la condizione di frammentarietà in cui versa la ricerca nel nostro Paese, che rende difficoltosa la possibilità di sviluppare progetti di valore internazionale.

Per poter affrontare seriamente i problemi della salute, dell'alimentazione, dell'ambiente e dello sviluppo rurale, è necessario agire in una logica di sistema. Andrebbero create reti che favoriscano le confluenze multidisciplinari e il trasferimento delle conoscenze al sistema produttivo. In tale quadro, gli enti di ricerca che operano nell'ambito bio-scientifico dovrebbero collaborare con quelli operanti nel campo della ricerca sociale e degli studi dei sistemi organizzativi per poter cogliere le questioni emergenti.

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