Italia
Contro le frodi nel settore oleario un allarme sui prezzi civetta a scaffale
Un innovativo progetto antifrode voluto dalla Repressione Frodi e sviluppto da Inea. Non sempre un prezzo basso è indice di illegalità ma permetterà controlli più mirati
13 aprile 2013 | C. S.
“La disponibilità di materie prime a basso costo ed i metodi di produzione fraudolenti sono le leve che muovono il mercato degli oli anomali. Questi due fattori rispondono alla richiesta di prodotti da consumo a costi incredibilmente bassi. Il prezzo, allora, diviene l’elemento spia su cui basare azioni di controllo”. Lo ha dichiarato Massimo Gargano presidente di Unaprol al convegno: strumenti e metodi per la tutela dell’olio extravergine di oliva promosso al Sol di Verona dall’INEA. L’Istituto Nazionale di Economia Agraria, ha avviato - su specifica richiesta dell’Ispettorato centrale per la qualità e la repressione delle frodi (ICQRF) del MiPAAF un progetto innovativo di ricerca antifrode che coinvolge UNAPROL, la più consistente realtà dell’associazionismo nel settore dell’olio d’oliva a livello nazionale ed europeo. Il progetto prevede la messa a punto di un sistema di allerta per la prevenzione del rischio di frodi tramite il monitoraggio dei prezzi dei prodotti oleari commercializzati con potenziali ribassi anomali.
Nel sistema, il prezzo al consumo viene individuato come indice principale di anomalie nel settore e utilizza come input una serie di dati, quali: costi di produzione e certificazione, prezzi al mercato all’origine, margini di costi per la distribuzione. Il software restituisce una proiezione del prezzo al consumo che, quando risulta più alto dell’effettivo prezzo del prodotto al punto vendita, produce una segnalazione d’allarme per l’ICQRF. Il paniere di prodotti bersaglio sul quale si è partiti per il monitoraggio del prezzo è costituito da oli 100% italiani e oli mediterranei. All’interno di queste due macro divisioni vengono attenzionate le categorie di oli DOP; olio extra vergine di oliva 100% italiano; olio extra vergine di oliva; biologico e olio di oliva. I prezzi dei suddetti prodotti saranno rilevati nei principali mercati all’origine italiani, merce nuda (iva esclusa), che sono: Puglia, Calabria, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana, Umbria e Liguria. Il software elaborato permette di individuare prodotti caratterizzati da ribassi anomali da tenere sotto osservazione e discriminare segnali di rischio vero da falsi allarmi verificando la relazione al contesto temporale e geografico e monitorare la frequenza degli eventi fraudolenti. Il sistema è già in rodaggio su alcune aree scelte nel Nord, Centro e Sud Italia. Dopo un periodo di sperimentazione sarà ampliato a tutto il territorio nazionale. La procedura prevede anche l’analisi delle etichette e la verifica della loro rispondenza alla normativa vigente. Quelle non a norma saranno riportate in una banca dati che sarà utilizzata per un’analisi delle principali irregolarità riscontrate.
“È evidente che non si tratta di un sistema esaustivo e siamo consapevoli che non sempre un prezzo basso è indice di frode: si può trattare di un’azione di marketing del punto vendita attraverso la promozione di prodotti civetta, di smaltimento di prodotto invenduto prima dell’arrivo sul mercato di quello di nuova produzione e quindi di una strategia di prevenzione delle perdite”. Ha riferito Alberto Manelli direttore generale di INEA, “tuttavia – ha poi continuato - rappresenta uno strumento che può offrire degli utili spunti per concentrare in maniera più mirata i controlli ad opera delle amministrazioni competenti, riducendone i costi e aumentandone l’efficacia”. Il progetto prevede ulteriori analisi. Viene effettuata la rilevazione dei prezzi all’origine in alcuni mercati internazionali e il monitoraggio dei prezzi di alcune tipologie di prodotti specifiche (oli non extra vergini di oliva) in quanto al manifestarsi di un abbassamento sostanziale di prezzo diviene attraente importare tali prodotti allo scopo di miscelarli al prodotto originario. I prezzi all’origine relativi ai mercati esteri rilevati riguardano: olio extra vergine d’oliva provenienza spagnola sulle piazze di Malaga, Jaen; di provenienza greca sulle piazze di Kalamata e Creta; olio di nocciole di provenienza turca; olio di arachide di provenienza estera. Le tipologie di prodotti che possono rappresentare dei fattori di rischio e che pertanto rientrano nel monitoraggio dei prezzi sono: olio di semi di arachide; olio lampante di oliva; olio di girasole; olio di colza; olio di oliva raffinato.
Prevista un’indagine campionaria con la somministrazione di un questionario ad un campione rappresentativo di aziende, tenendo presente le caratteristiche dell’olivicoltura italiana. Il costo di produzione deriva dalla somma di tutte le spese che un imprenditore agricolo sostiene per produrre, costituiti da: costi di gestione dell’uliveto in molitura, trasporto, energia, certificazioni. Saranno rilevati anche i costi di produzione di altri Paesi competitor e per la valutazione di questi costi si farà riferimento alla banca dati Rica dell’INEA. “Obiettivo finale di queste indagini è quello di dare un supporto all’analisi del rischio di frodi che l’Ispettorato opera per individuare e valutare i fenomeni fraudolenti - ha riferito Emilio Gatto direttore generale dell’ICQRF del MiPAAF - e attuare - ha poi concluso - un programma di controlli in grado di prevenire la diffusione dei conseguenti comportamenti fraudolenti e reprimere i comportamenti di quegli operatori che non rispettano le regole e che tanto danno fanno al settore ”. Gli illeciti maggiori registrati sin’ora si riferiscono alla presenza sul mercato di oli spacciati per extravergine ma che in realtà si rivelano essere di categoria inferiore o di prodotti falsamente dichiarati di origine italiana o biologici. Il danno ai consumatori è evidente, in quanto acquistano prodotti commercialmente inferiori alle loro aspettative con un esborso maggiore, come altrettanto evidente è il danno agli operatori che rispettano le regole e si vedano illecitamente sottratte importantissime quote di mercato.