Economia

Consumi in ribasso e crisi di fiducia

06 febbraio 2008 | C S

Si riduce il clima di fiducia nel quarto trimestre del 2007 soprattutto a causa dell’aumento delle spese incomprimibili (affitti, utenze, carburante e trasporti) e della perdita di potere di acquisto dei salari di un consistente numero di famiglie, aumentano i pessimisti che passano dal 31,7% al 39,9% (2006 su 2007) e aumenta di 5 punti la percentuale di coloro che prevedono di spendere di meno.
Tra gli intervistati che dichiarano di aver aumentato i consumi, solo il 25% si è concesso qualche spesa extra.
Diminuisce consistentemente l’indice di propensione al consumo delle famiglie su tutto il territorio nazionale che passa da 2,52 a 2,34 tra il terzo ed il quarto trimestre del 2007: dal Nord al Sud, indipendentemente dalla vocazione produttiva dei territori e dalla loro diversa apertura all’export, si registrano in modo uniforme i valori più bassi dell’anno.

Il problema maggiore – legato a diversi aspetti, dalle spese obbligate alla percezione dell’inflazione e alla ridotta fiducia sulle possibilità di incrementare nel prossimo futuro redditi, consumi e risparmi – riguarda proprio le prospettive: con un trascinamento ridotto del Pil nel 2008 e un capitale fiduciario ai minimi storici, il prossimo anno potrebbe rappresentare un momento di vera e propria stagnazione dell’attività economica e dei consumi pro capite, risultando dunque peggiore non solo del biennio 2006-2007, di modesta crescita, ma addirittura rispetto alle dinamiche depresse del quinquennio 2001-2005.

Questi, in sintesi, i principali elementi che emergono dal rapporto sui consumi Censis-Confcommercio che fotografa l’atteggiamento delle famiglie italiane rispetto ai consumi nel quarto trimestre del 2007 e traccia le previsioni per il primo trimestre del 2008.

Fonte: Confcommercio

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