Economia 08/09/2023

L’export del biologico italiano triplicato in dieci anni

L’export del biologico italiano triplicato in dieci anni

Le principali destinazioni in Europa per il food italiano biologico siano la Germania, la Francia e il Benelux. Assai rilevante il ruolo del vino che pesa per il 19% dell’export bio


In occasione della quinta edizione di Rivoluzione Bio – manifestazione prevista all’interno di SANA 2023, il 35° Salone Internazionale del biologico e del naturale – Nomisma presenterà i risultati del monitoraggio sui mercati internazionali realizzato nell’ambito del progetto ITA.BIO, la piattaforma per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy promossa da ICE Agenzia e FederBio.

"Nel 2022 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2021. Il riconoscimento all’estero del bio Made in Italy è testimoniato anche dalla crescita di lungo periodo, con un valore quasi triplicato se paragonato al 2012 - ha dichiarato Evita Gandini di Nomisma - Ben l’81% delle esportazioni riguarda il food, che ha visto un incremento del +16% rispetto all’anno precedente. Assai rilevante anche il ruolo del vino che pesa per il restante 19% dell’export bio, ossia una quota ben maggiore di quanto avviene con l’export agroalimentare in generale, dove l’incidenza del wine sul totale delle esportazioni si ferma al 13%."

Le principali destinazioni in Europa per il food italiano bio siano la Germania, indicata dal 63% delle aziende, la Francia e il Benelux. Per quanto riguarda il vino, invece, a guidare è ancora il mercato tedesco, seguito dai Paesi Scandinavi e dal Benelux. Al di fuori dei confini comunitari la fanno da padrone Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito sia per il food che per il wine.

Il biglietto da visita del nostro bio sui mercati internazionali è indubbiamente rappresentato dalla qualità dei prodotti, indicata come un fattore del successo dal 66% delle aziende interpellate, e dal generale interesse del consumatore straniero per il Made in Italy (60%). Ma sono considerati elementi di successo anche l’equivalenza del marchio bio europeo, l’elevata spesa media pro-capite per i prodotti biologici e le garanzie associate ai prodotti agroalimentari bio.

Sempre secondo le aziende italiane, sono i costi legati alle attività di promozione sui mercati internazionali, le normative/burocrazie locali e la concorrenza di prezzo da parte delle imprese locali ad ostacolare la vendita dei prodotti bio all’estero.

di C. S.