Economia
LA PATATA ITALIANA? ATTRAVERSA UNA CRISI PROFONDA. TRA PREZZI STRACCIATI E COSTI DI PRODUZIONE ALTISSIMI NON SI E' PIU' COMPETITIVI
Il mercato è invaso dai tuberi francesi ed egiziani. La Cia denuncia una situazione di estrema gravità. I nostri produttori non riescono a collocare le produzioni. In particolare per il segmento commerciale delle patate “novelle” è un vero crollo. L’export non tira più
18 giugno 2005 | C. S.
Per la patata italiana è sempre più crisi. Prezzi allâorigine in forte discesa (meno 18 per cento nel solo mese di maggio per le ânovelleâ), massicce importazioni dalla Francia e, in questâultimo anno, dallâEgitto, che stanno invadendo i nostri mercati, costi di produzione onerosi e riduzione costante dei consumi hanno provocato alle aziende contraccolpi pesanti. A denunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che evidenzia una situazione al limite del collasso, con imprese che non riescono a collocare il prodotto nè in Italia nè allâestero.
Attualmente la produzione nazionale di patate -afferma la Cia- si colloca attorno ai 2 milioni di tonnellate (lâuno per cento di quella mondiale), di cui 1,6 milioni di patate comuni e 0,4 milioni di ânovelleâ per un valore complessivo di 600 milioni di euro. Il consumo pro-capite è di 42 chili lâanno, uno tra i più bassi dâEuropa. Mentre i costi di produzione, che continuano a crescere, sono tra i più alti allâinterno dellâUe.
La produzione di patate comuni -rileva la Cia- si concentra soprattutto nel Nord dellâItalia; quella di ânovelleâ, invece, nelle regioni meridionali. Le regioni leader sono Campania, Emilia-Romagna, Veneto, Abruzzo , Sicilia e Puglia.
Ad allarmare i nostri produttori -sottolinea la Cia- è comunque lâinvasione, sempre più consistente, di patate straniere. Il 50 per cento delle importazioni (circa 300 mila tonnellate) viene dalla Francia, mentre sono in forte crescita quelle dallâEgitto che ormai hanno raggiunto il 21 per cento del totale (oltre 150 mila tonnellate). Lâexport, a sua volta, segna una preoccupante battuta dâarresto. Per le ânovelleâ, in particolare, è un vero tracollo. Câè, infatti, una quasi totale assenza di ordini provenienti dai mercati esteri, specialmente quelli europei. E questo ha provocato una caduta verticale delle quotazioni.
Un drammatico trend negativo -segnala la Cia- che sta mettendo in ginocchio le nostre produzioni, con gravi conseguenze per le imprese che in molti casi, sia a causa del basso e non remunerativo prezzo di conferimento che per la contrazione dei consumi, sono state costrette a distruggere il prodotto, con il conseguente mancato reddito.
Da qui - conclude la Cia - lâesigenza di rendere trasparente il mercato attraverso una corretta informazione sulla provenienza del prodotto e di misure finalizzate alla valorizzazione della produzione nazionale e a sottrarre quote di prodotto dal mercato.
Fonte: Cia