Ambiente
Pianura padana, ma che caldo!
Il Cnr conferma quest’area come uno dei punti caldi in Europa per i livelli di inquinamento. Il 75% delle polveri sottili in estate risulta essere di natura secondaria. I picchi tra le 4 e le 8 del mattino e nel primo pomeriggio
25 luglio 2009 | C. S.
LâIstituto di scienze dellâatmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Isac-Cnr) ha organizzato presso la Base Sperimentale di S. Pietro Capofiume (Bologna) una campagna internazionale per individuare i meccanismi responsabili delle polveri sottili. La Pianura Padana, come è noto, è uno dei âpunti caldiâ in Europa anche per i livelli di inquinamento, dovuti alla concentrazione di attività industriali, agricole e di allevamento, alla rete viaria e al fatto che la pianura è circondata su tre lati da alte catene montuose.
âUno dei risultati più immediati di questa campagna di misuraâ, spiega il responsabile Sandro Fuzzi, ricercatore Isac-Cnr, âè che il particolato di fondo nella Pianura Padana durante la stagione estiva risulta essere di natura prevalentemente secondaria. Circa il 75% delle polveri sottili non è emesso direttamente in atmosfera come tale, ma si forma per reazioni chimiche in aria, catalizzate dalla elevata radiazione solareâ.
La produzione di aerosol secondari ha due picchi di inquinamento, uno tra le 4 e le 8 del mattino - dovuto alla formazione di nitrati originati dallâossidazione degli ossidi di azoto - e l'altro nelle ore centrali della giornata, tra mezzogiorno e il primo pomeriggio. âSi tratta di due tipi diversi e riconoscibili chimicamente di aerosol secondariâ, prosegue Fuzzi. âIl primo picco è dovuto alla formazione di nitrati originati dallâossidazione di ossidi di azoto, il secondo alla conversione di composti organici volatili a particelle fini in condizione di intensa radiazione solare ed elevati livelli di ozonoâ.
La dotazione strumentale di misura avanzata messa in campo in questa campagna non ha precedenti in Europa ed è stata messa a disposizione grazie allâinteresse di gruppi di ricerca stranieri per la Pianura Padana, considerata un laboratorio âidealeâ per studiare lâinquinamento. âLa strumentazione innovativa utilizzata, attualmente non disponibile in Italia, comprende moderni spettrometri di massa (aerosol mass spectrometers) per la misura della composizione chimica del particolatoâ, precisa Fuzzi, âe rende possibile monitorare la concentrazione e la composizione chimica del particolato praticamente in tempo reale e la sua evoluzione nel tempo, al variare dei parametri meteorologiciâ.
La campagna consente dunque di stabilire precisi legami clima-ambiente. âLa ricercaâ, conclude il ricercatore, âha importanti implicazioni dal punto di vista delle politiche di limitazione dellâinquinamento da polveri sottili, in quanto indica che è opportuno intervenire non solamente limitando le sorgenti dirette di particolato ma anche considerando, contemporaneamente, gli inquinanti gassosi precursori del particolato stesso. Inoltre, questi studi dimostrano che non siamo lontani dal momento in cui diventerà comune avere, assieme alle previsioni del tempo anche previsioni puntuali riguardanti lâinquinamento atmosfericoâ.
Alla campagna - organizzata nell'ambito del progetto europeo Eucari (Aerosol Cloud Climate and Air Quality Interactions) - hanno partecipato anche ricercatori dellâIbimet-Cnr, dellâIia-Cnr, dellâArpa Emilia Romagna, dellâUniversità di Milano e â a livello internazionale - lâOsservatorio Meteorologico di Hohenpeissenberg (Germania), le Università di Helsinki e Kuopio (Finlandia), Galway (Irlanda), Birmingham e Manchester (Inghilterra), oltre che la compagnia americana Aerodyne Research Inc.