L'arca olearia
Contro Xylella fastidiosa è fronte comune tra operatori e mondo della ricerca
Il primo passo per affrontare la Xylella è quello di combattere pregiudizi e comportamenti antiscientifici. Il sovrainnesto con FS17 e Leccino funziona e potrebbe rallentare la diffusione del batterio, magari in attesa di una cura, su cui si sta lavorando
07 luglio 2017 | Serena Ferrara
Un itinerario formativo tra i luoghi colpiti dalla Xylella per raccordare olivicoltori, frantoiani, ricercatori, economisti e comunicatori e per raccontarsi che la Puglia ha un problema ma molte opportunità per affrontarlo.
Una idea vincente, quella dell'Associazione Frantoiani Pugliesi (AFP), che con l’Università degli Studi di Bari e i docenti del suo Centro di Ricerca sull'Olivo e l'Olio ha organizzato 6 e 7 luglio, una due giorni tra Bari ed il Salento con l’obiettivo di chiarire due concetti: il primo è che la Puglia dell'olio è una sola e tutti gli operatori devono sentirsi responsabili delle sorti del territorio e del comparto nel suo intero, pena una intera economia regionale al collasso; il secondo è che, sebbene ormai endemica in Puglia, la Xylella si può affrontare, mettendo da parte i pregiudizi e affidandosi alla scienza.
A dare risposte concrete agli operatori della filiera, durante il tour tra gli uliveti salentini di Alezio e Presicce e nel corso della sessione tecnico-scientifica ospitata dal Museo archeologico di Ugento, i massimi esperti in tema di fitopatologie vegetali ed entomologia chiamati ad occuparsi del tema: Pierfederico La Notte (Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – CNR di Bari) e Francesco Porcelli (Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari).
Coinvolti in entrambi i progetti europei (si chiamo Ponte ed X-Factor) sulla Xylella, hanno illustrato lo stato dell’arte della ricerca sul tema: "Ci si sta muovendo a 360° – hanno spiegato, durante il dibattito moderato da Bernardo De Gennaro (DiSAAT Bari). – Da un lato si stanno studiando le cure, dall’altra si stanno cercando varietà tolleranti e varietà geneticamente resistenti all’infezione, considerato il fatto che ormai la Puglia deve abituarsi a convivere con la Xylella. Altri filoni di ricerca riguardano gli ‘endosimbionti’, microrganismi già presenti nell’ulivo in grado di avere un effetto antagonista; altri ancora si occupano dei mezzi di controllo del vettore sputacchina: ad oggi sono stati individuati già 12 sistemi biocompatibili, in un’ottica di intervento a lungo termine. Il partenariato internazionale è solido e coinvolge i maggiori esperti al mondo. 25 pubblicazioni scientifiche dimostrano che tra tutti i focolai europei, questo è senz’altro il più conosciuto".
Nel cuore della zona infetta, La Notte e Porcelli hanno sperimentato la tecnica del sovrainnesto su piante colpite dal batterio, individuando in Leccino e FS17 due varietà resistenti all’infezione. In tre oliveti distesi su 12 ettari, di proprietà dell’imprenditore Giovanni Melancarne, hanno realizzato, nella primavera del 2016, oltre 3.125 innesti di 250 varietà. A seguito dell’esperimento, che ha il vantaggio di essere reversibile e zero impatto ambientale, hanno oggi una certezza: "Il sovrainnesto funziona. Potrebbe essere la soluzione al rallentamento dell’epidemia, se portato avanti in parallelo all’imprescindibile controllo del vettore. La sputacchina avanza di 20 – 30 km ogni anno e presto potrebbe raggiungere il barese".
Preziosa la testimonianza dell’imprenditore Melancarne, che ha condotto i partecipanti tra i suoi campi, per dare evidenza dei risultati del sovrainnesto: "La mia esperienza è stata da un lato disastrosa – ha poi raccontato – dall’altro entusiasmante, perché i frutti sono sotto gli occhi di tutti e sono misurabili. Tutti gli esperimenti, non è un caso, sono stati condotti con approccio scientifico. Il messaggio che desidero far passare è che non si può prescindere dal mondo della ricerca. Il primo passo per affrontare la Xylella è quello di combattere pregiudizi e comportamenti antiscientifici".
A concludere i lavori, il presidente dell’Associazione Fratoiani Pugliesi Stefano Caroli, che ha spiegato la ratio dell’evento: "In qualità di trasformatori, ci sentiamo in dovere di contribuire a dare una risposta al problema. E poiché la risposta non può essere che collettiva, siamo sin da ora disposti, con l’università, ad incontrare gli operatori territorio per territorio, per condividere conoscenze e strategie. Vogliamo realizzare un documento realmente condiviso da far arrivare sui tavoli istituzionali dei sindaci, dell’assessore all’agricoltura della Regione Puglia e dell’Unione Europea".
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Coratina salva fino alla campagna olearia 2026/27: steroli a 800 mg/kg

Il Comitato Chimici del Consiglio Oleicolo Internazionale sancisce l’accordo sugli steroli per la Coratina ma solo per due campagne olearie. Ma è possibile una soluzione definitiva con un lavoro sui fenoli. Ora serve la ratifica urgente del Consiglio
09 ottobre 2025 | 19:00
L'arca olearia
Il danno meccanico della raccolta delle olive e gli effetti sulla qualità dell'olio: acidità, perossidi, K232 e K270

La raccolta con scuotitori porta a danneggiare il tessuto cellulare dell'oliva e, in alcune aree, la membrana cellulare si rompe rotta e il fluido cellulare fuoriusce, causando scolorimento e lividi. L'effetto su alcuni parametri chimici dell'olio extravergine di oliva
09 ottobre 2025 | 17:40
L'arca olearia
La biodiversità al centro delle linee programmatiche delle Città dell’Olio

La biodiversità olivicola ha un valore strategico per il rilancio della nostra olivicoltura con la conferma dell’immagine di qualità del nostro olio, o, meglio, dei nostri extravergini monovarietali, che meglio di altri sanno raccontare i territori da essi vissuti e partecipati
09 ottobre 2025 | 11:00 | Pasquale Di Lena
L'arca olearia
La scuotitura meccanica per una raccolta efficiente delle olive

Nessuna differenza tra i tempi di scuotimento, né in termini di efficienza di raccolta né in termini di danni alle piante. L'indice di maturità delle olive ha influito sulla forza necessaria per staccare i frutti
06 ottobre 2025 | 14:00
L'arca olearia
Effetti dell'irrigazione in deficit sulla qualità dell'olio d'oliva in diverse date di raccolta

Nessuna differenza significativa riscontrata nei parametri vegetali tra i trattamenti di irrigazione. La produttività idrica è di 1,0 e 1,4 kg di olio per metro cubo di acqua in deficit sostenuto e regolamentato.
03 ottobre 2025 | 20:00
L'arca olearia
L'influenza del periodo di potatura e dell'intensità sulla crescita vegetativa e sulla produttività in un oliveto semi intensivo

L'effetto della tecnica di potatura sulla risposta vegetativa e riproduttiva dovrebbe essere valutato su almeno un ciclo annuale completo carica scarica, poiché l'effetto della gestione della chioma è cumulativo nel corso degli anni
03 ottobre 2025 | 19:20
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati