Salute

OLIO DI OLIVA & SALUTE, UN BINOMIO NON CONDIVISO DA ALCUNI PRODUTTORI. EPPURE SI TRATTA DI UN PUNTO DI FORZA CARATTERIZZANTE IL PRODOTTO

Occorre colmare le vistose lacune sul fronte della comunicazione, con un approccio più divulgativo, rivolto a un più vasto pubblico. C’è da riflettere molto, inoltre, sui motivi per cui gli olivicoltori non si siano ancora accorti di quanto sia necessario insistere sugli aspetti nutrizionali e salutistici

29 aprile 2006 | Luigi Caricato

Uno dei tratti più caratterizzanti degli oli ricavati dalle olive consiste espressamente nella loro specifica e inimitabile valenza salutistica. Un aspetto, questo, che premia largamente, anche sul piano commerciale, un alimento considerato a pieno titolo come il più adatto per una corretta dieta alimentare.

Con questa premessa ho voluto tra l’altro presentare, nell’edizione 2006 dell’annuario “Enotria”, edito dall’Unione italiana vini, l’importanza e la centralità del tema olio di oliva in relazione alla salute in un apposito dossier.

Gli studi sull’argomento proseguono inarrestabili, anche se in Italia si investe ancora poco in ricerca e in comunicazione. Purtroppo.

Probabilmente una tra le cause – al di là dell’insensibilità da parte delle nostre Istituzioni verso l’agricoltura in generale – consiste proprio nel non condividere l’accostamento dell’olio di oliva, quello s’intende di qualità, con gli effetti salutistici e le virtù nutrizionali correlate.

C’è una forma di opposizione, addirittura. Un atteggiamento ostativo e in certi casi pregiudiziale verso il tema in sé.
Lo dimostra una e-mail del nostro lettore Luigi Tega, pubblicata nel numero di sabato scorso: OLIO E SALUTE: BASTA!
Da qui il link: link esterno

Tega esprime senza alcuna esitazione il proprio disappunto: “Vedo con tristezza l'ennesimo convegno sui benefici che l'olio apporta alla nostra salute.”

Effettivamente noi avevamo annunciato, con un articolo in prima pagina, un convegno medico-scientifico sull’argomento in questione, che si è svolto con successo a Città Sant’Angelo lo scorso 22 aprile.
Da qui il link con la notizia: link esterno

Eppure la lettera di Luigi Tega è rappresentativa di un atteggiamento che si respira nell’aria. Il lettore precisa: “Sembra che l'olio non abbia nessun'altra strada da percorrere che assimilarsi sempre più ad un medicinale!”

Si avverte un certo fastidio, quasi. E, in conclusione, chiude con una domanda: “quanti giovani sotto i 30 anni saranno presenti al convegno? Probabilmente nessuno?”

Ecco la mia risposta: intanto nessun alimento può essere considerato un medicinale, ma può invece contribuire in maniera significativa a prevenire molte patologie, questo sì. Inoltre, circa il convegno cui ho partecipato anch’io in veste di relatore e moderatore: è andato molto bene, il pubblico era variegato e numeroso, la gioventù, anch’essa presente, partecipe; sono dunque rimasto piuttosto soddisfatto.

Cosa c’era dietro tale manifestazione?
Intanto una sapiente organizzazione: ch’è cosa rara in certi ambienti, è vero; ma accade che le eccezioni si concretizzino il più delle volte, contro ogni cattiva previsione, soprattutto quando vi è dietro una progettualità.
Inoltre, vi è stata una ferma volontà nel raggiungere un obiettivo ben definito: comunicare, creando un evento ben strutturato.

L’incontro di Città Sant’Angelo è stato emblematico in tal senso.
L’amministrazione comunale – nella persona del sindaco Graziano Gabriele, ma soprattutto attraverso l’assessore Antonio Melchiorre - ha saputo creare un evento serio, meditato a lungo, pianificato alla perfezione.

Un esempio: oltre al convegno, cui erano presenti peraltro molti medici (con crediti formativi ECM), tra il pubblico vi era di tutto un po’, perfino studenti; l’intera giornata era stata concepita per essere elemento d’attrazione, con isole di assaggio, minicorsi di degustazione, analisi gratuita dei campioni d’olio, esposizione degli oli in spazi gratutiti; e ancora: premi ai migliori extra vergini, consegna dei diplomi di un corso d’assaggio, e inoltre, non ultimo: un altro convegno su “Strategie comuni per la valorizzazione dell’olio extra vergine abruzzese”.
Vi sono stati, insomma, tutti gli ingredienti per attrarre un gran pubblico, oltre a tutte le televisioni locali. Non è poco. Di eventi mal riusciti se ne vedono tanti in giro, quello di Città Sant’Angelo mi hanno assicurato che intende essere il primo di una lunga serie, con il tema olio & salute sempre in primo piano.

Ebbene, in questo contesto, l’idea di Livio Presutti, medico otorino di grande fama, nonché produttore olivicolo di eccellenza, è stata estremamente vincente: i relatori presenti avevano qualcosa da dire, e non hanno affatto ripetuto il già noto. Si è argomentato bene, si sono dette le cose giuste, senza condizionamenti di nessun genere. Più avanti, nei prossimi numeri di “Teatro Naturale”, riprenderemo tra l’altro le relazioni di alcuni relatori.

Il convegno, dunque, proprio perché organizzato bene, ha lasciato dei segni utili, delle ottime tracce da sviluppare e approfondire in altre sedi, ha seminato bene.

In tale occasione, il tema olio di oliva in relazione alla salute è diventato perciò spendibile anche sul piano dell’efficacia comunicativa e del marketing.
Sbaglia, pertanto, il lettore Luigi Tega a sostenere la propria “tristezza” nel constatare l’ennesimo convegno sugli apporti benefici dell’olio di oliva.
Sbaglia, sia perché il binomio olio di oliva e salute va continuamente affrontato in quanto tema centrale e determinante, sia perché costuituisce un grave errore non ritenere tale tema un elemento di traino nel veicolare una corretta cultura alinmentare, soprattutto in tempi così sensibili al conseguimento di uno stato di benessere permanente.

Le perplessità di Tega non sono un’eccezione. Sbagliano, con lui, in molti altri. Soprattutto i produttori, ho notato, sono tra coloro che finora non hanno ritenuto giusto soffermarsi sugli aspetti salutistici. Lo dimostra il fatto che l’unico libro esistente in commercio, che tratti in modo serio e con linguaggio divulgativo il tema in questione, sia soltanto il mio, segno che l’argomento non ha interessato altri autori. Il libro è stato pubblicato nel 2003 per le edizioni Tecniche Nuove con il titolo Star bene con l’olio di oliva (link esterno). Ha venduto molto, in edicola, allegato al mensile “Cucina naturale”, come successivamente in libreria. Ha venduto molto il libro, in generale, ma assai poco nel Sud, dove invece si concentra il maggior numero degli olivicoltori e dei frantoiani.
Questa anomalia è segno che chi produce resta indifferente a certe tematiche; ma sono temi, invece, che attraggono molto i consumatori, sempre più sensibili come sono a seguire una alimentazione sana e salutare.

Il tema della salute applicata all’alimentazione è un tema forte. Lo hanno ben compreso le aziende di oli di semi, le quali addirittura, senza avere un prodotto superiore agli oli di oliva, hanno cavalcato e continuato a cavalcare, per assurdo, il fronte della salubrità con grande sapienza comunicativa ed efficacia.

Vista la realtà, occorre necessariamente reagire ed esaminare lo scenario attuale con tutte le problematiche e le potenzialità connesse al tema. Lo sguardo deve essere ampio. La letteratura scientifica sull’argomento, sedimentatasi volta per volta nel corso dei secoli, sino ai rilievi delle cronache più recenti, senz’altro più attendibili e supportate da dati incontestabili, apre a una lunga serie di riflessioni, cui tutti sono chiamati a valutarne la portata. I produttori olivicoli in particolare.

E’ la qualità della composizione acidica, nonché il considerevole bagaglio di anti-ossidanti a rendere nutrizionalmente pregiato l’olio extra vergine di oliva. L’elemento di straordinarietà sta tutto nell’essere ricavato dal frutto e non dal seme. La natura ha provveduto affinché il frutto potesse difendersi meglio dagli agenti esterni, dotandolo di preziosissimi costituenti che si ritrovano poi nell’olio estratto, apportando di conseguenza numerosi vantaggi indiretti con l’assunzione alimentare dell’olio stesso.

Per questo motivo l’extra vergine è stato opportunamente definito un functional food, ovvero un cibo funzionale che può, senza problemi, stare tutti i giorni sulle tavole e nelle cucine perché considerato alimento completo, in quanto parte di una dieta normale, fatta di componenti naturali, in grado di manifestare effetti positivi su funzioni specifiche che vanno al di là di un nutriente classico.

I dati oggi a disposizione sono ancora limitati per poter trarre conclusioni definitive, è vero. Il cammino è infatti lungo e laborioso – anche perché le attività di ricerca sono solo agli inizi, soprattutto con gli studi sperimentali effettuati sull’uomo – ma le premesse sono buone e propositive, e vanno coltivate.

Occorre intanto colmare le vistose lacune sul fronte della comunicazione, con un approccio più divulgativo, rivolto a un più vasto pubblico; e sono proprio gli incontri come quelli di Città Sant’Angelo a contribuire a dare corpo e forma a un punto di forza degli oli ricavati dalle olive.
Acquisire un sapere legato agli aspetti nutrizionali e salutistici è fondamentale per chi si occupa di olio di oliva e di alimentazione.