L'arca olearia
Grandi novità dal 1 gennaio 2022 per la nomenclatura degli oli di oliva

Il restyling avrà effetti positivi soprattutto per la categoria degli oli di oliva vergini che per la prima volta saranno caratterizzati ognuno da un autonomo codice che permetterà di monitorare nel dettaglio i flussi di commercio a livello mondiale
17 dicembre 2021 | Matteo Storelli
Cambia dal 1 gennaio prossimo la classificazione doganale per centinaia di prodotti per effetto della pubblicazione avvenuta sulla G.U. dell’Unione Europea L 385 del 29 ottobre scorso del Regolamento di esecuzione UE n.1832 /2021 che modifica l’Allegato I del Reg. 2658/87 relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica e alla tariffa doganale comune.
Tale cambiamento si è reso necessario a seguito dell’aggiornamento periodico del Sistema Armonizzato (S.A.) 2022 da parte dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane .
Tale codice , riconosciuto a livello internazionale da circa 200 Paesi e applicato a oltre il 98 % di tutti gli scambi mondiali , rappresenta in qualche modo il codice fiscale del prodotto , immediatamente comprensibile in qualsiasi lingua.
Il sistema di classificazione europeo delle merci noto come Nomenclatura Combinata che si basa sul S.A. risulta fondamentale per stabilire la fiscalità doganale e le misure di politica commerciale quali: divieti, restrizioni, contingenti, dazi addizionali e origine dei prodotti nonché per la raccolta, confronto e analisi delle statistiche relative alla transizioni commerciali internazionali.
Riprendendo quindi le modifiche intervenute al S.A. il sistema di codifica europeo N.C. ha introdotto rilevanti novità al capitolo 15 della Tariffa Doganale relativo ai “Grassi e oli animali, vegetali o di origine microbica“ tra cui rientrano agli oli oli da olive .
La tabella riporta le vecchie e le nuove classificazioni tariffarie degli otto oli da olive così come definiti dal Reg. 2568/91 e alcune note interpretative e applicative.
(1) Denominazioni di oli da olive previste a livello U.E. dal Reg. CEE n. 2568/91. La denominazione di olio di oliva lampante assorbe quella di olio di oliva vergine corrente (ordinary virgin) riconosciuta in alcuni Paesi esteri .
(2) Nuovi codici del sistema armonizzato , ripresi per eventuali ulteriori suddivisioni , validi a livello mondiale .
(3) Classificazioni secondo la Nomenclatura Combinata (N.C. ) valide all’interno dell’U.E. sino al 31 12 2021. Tali codici comunque potranno essere utilizzati per ricerche statistiche sul commercio internazionale sino a tale data .
(4) Nuovi codici (N.C.) che dovranno essere utilizzati nei documenti commerciali, statistiche internazionali e fiscalità doganale a partire dal prossimo anno nell’ U.E.
(5) Dazio specifico U.E. applicabile all’importazione per categoria di olio espresso in euro per 100 kg di peso netto avente valore <Erga Omnes> ossia applicabile nel commercio internazionale con tutti i Paesi Terzi con i quali l’U.E. non ha ratificato accordi preferenziali sull’origine, unioni doganali, contingenti tariffari, ecc.
In particolare il restyling di tali codici avrà effetti positivi soprattutto per la categoria degli oli di oliva vergini che per la prima volta saranno caratterizzati ognuno da un autonomo codice S.A. che permetterà tra l’altro di armonizzare la fiscalità doganale tra i vari Paesi e monitorare nel dettaglio i flussi di commercio a livello mondiale.
Nota a margine (ma non troppo!), la novellata norma ha inserito per la prima volta nel capitolo dei grassi gli oli di origine microbica stabilendone un quarto "genus" oltre quelli di origine animale, vegetale e di sintesi.
Diversi organismi come batteri, lieviti e microalghe sono in grado di produrre a livello industriale discrete quantità di oli all’interno delle proprie cellule che possono essere utilizzati per la produzione di biodiesel di nuova generazione e come piattaforma chimica per la sintesi di numerosi prodotti.