L'arca olearia

Annata di carica e annata di scarica. Ecco come quantità e vitalità del polline influiscono sulla produzione

Si può davvero fare una previsione sulla campagna olearia col campionamento nell’aria di granuli di polline nelle aree olivetate? Dallo studio dell'Università di Bari sono emerse differenze significative sia tra le cultivar che tra le annate di carica e scarica per quanto riguarda quantità e vitalità del polline

30 maggio 2014 | Angela Maria Stella Matarrese, Giuseppe Ferrara

L’olivo produce fiori ermafroditi di colore bianco, organizzati in infiorescenze (mignole) di 10-35 fiori. L’impollinazione è anemofila e una pianta adulta può produrre grandi quantità di granuli pollinici che si diffondono nell’aria durante il periodo di fioritura, in tarda primavera (maggio-giugno). Trasportato dal vento il polline dell’olivo può viaggiare per svariati chilometri dal luogo di emissione e ciò è stato confermato da diversi studi compiuti per indagare sulle sempre più crescenti forme di allergia causate dai pollini.

Dal punto di vista agronomico sembra che la quantità di polline prodotta dal singolo fiore possa influenzare l’allegagione per pianta in quanto l’elevato numero di granuli pollinici che raggiunge lo stigma instaura una competizione tra i gametofiti maschili ed il gametofito più efficiente compie la fecondazione.

Studi effettuati in alcuni Paesi mediterranei hanno mostrato una stretta correlazione tra la produzione annuale di polline e la resa in olive attraverso il campionamento nell’aria di granuli di polline di olivo in aree olivetate.

La grande produzione di polline dell’olivo è una conseguenza dell’elevato numero di fiori presenti, soprattutto nelle annate di carica (elevata produzione di olive). L’olivo presenta una grande percentuale di fiori ermafroditi ma fisiologicamente maschili a causa della sterilità morfologica, nota come “aborto del pistillo”, dovuta a vari fattori (genetici, nutrizionali, ambientali, etc.). I fiori fisiologicamente maschili differiscono da quelli ermafroditi esclusivamente per la parziale o totale necrosi del pistillo mentre non sembrano esserci differenze per la produzione dei granuli pollinici, da parte delle antere, tra le due tipologie fiorali. Nonostante le migliaia di infiorescenze presenti sul singolo albero ed i milioni di granuli pollinici prodotti, l’allegagione nell’olivo è generalmente pari all’1-5%.

La vitalità dei granuli pollinici può essere controllata mediante varie tecniche quali i coloranti citoplasmatici, le reazioni enzimatiche e la germinazione su substrati idonei. Studi per valutare la vitalità del polline di cultivar di olivo sono alquanto limitati, ed ancor più scarse sono le informazioni relative alla qualità del polline misurata con le diverse tecniche in annate di carica e scarica.

Per valutare sia la quantità che la qualità del polline dell’olivo è stato condotto uno studio di due anni, includendo sia un’annata di carica che di scarica, in un oliveto sperimentale di 15 anni dell’Università degli Studi di Bari (DiSSPA). Le cultivar studiate sono state le seguenti: Ascolana tenera, Cazzinicchio, Cima di Melfi e Coratina. L’obiettivo è stato quello di confrontare tre tecniche diverse (carminio acetico, diacetato di fluoresceina e germinazione) per valutare la vitalità/qualità dei granuli pollinici e di conteggiare il numero di granuli pollinici per antera rilasciati dai fiori delle suddette cultivar.

Risultati

Per quanto riguarda la vitalità del polline, le tre tecniche utilizzate hanno fornito risultati significativamente differenti tra loro in entrambi gli anni; il carminio acetico ha presentato sempre i valori più elevati (90%) mentre la germinazione ha espresso i valori più bassi (48%) e il diacetato di fluoresceina valori leggermente più alti (58%). Questi risultati hanno presentato differenze significative anche tra le due annate. In particolare, i valori medi delle tre tecniche per la valutazione della vitalità del polline sono risultati significativamente più elevati nell’annata di scarica (75,3%) rispetto a quella di carica (55,6%). Nell’annata di scarica le piante producono un esiguo numero di infiorescenze, e dal presente studio è emerso che la vitalità dei granuli pollinici risulta più alta rispetto a quella misurata nell’annata di carica e nelle antere si manifesta uno sviluppo migliore e più completo dello stesso granulo pollinico.

Dall’analisi dei risultati si evince che il carminio acetico non ha fornito una stima attendibile della vitalità del polline con una chiara tendenza ad una sovrastima dei valori. Questa tecnica è consigliabile impiegarla soltanto con polline fresco e per indagare sulla completa formazione dei granuli pollinici (con la presenza dei nuclei) piuttosto che per verificarne la vitalità e la capacità di germinare sullo stigma.
Il diacetato di fluoresceina e la germinazione hanno fornito stime più valide della vitalità del polline per tutte le cultivar di olivo esaminate. In particolare, il diacetato di fluoresceina è una tecnica risultata semplice anche se ha richiesto una notevole rapidità nell’esecuzione per avere dati attendibili; inoltre, la valutazione dei risultati potrebbe essere influenzata dalla soggettività dei diversi operatori che valutano visivamente i granuli effettivamente fluorescenti. La germinazione, sebbene richieda 24 ore di incubazione prima della misurazione, è stata molto agevole e rapida ed ha fornito una valida misura della vitalità del polline.

I diversi valori di vitalità del polline ottenuti per le 4 cultivar hanno confermato la notevole variabilità intervarietale esistente nell’olivo; tuttavia, mentre le differenze tra le cultivar potrebbero essere attribuite alla componente genetica, le differenze significative tra i due anni possono probabilmente essere dovute ad un complesso di fattori fisiologici, nutrizionali ed ambientali.

Per quanto concerne la produzione di granuli pollinici per antera, i risultati di questa prova biennale hanno indicato una produzione maggiore nell’annata di carica. Infatti, il numero medio di granuli pollinici prodotti dalla singola antera è stato pari a circa 84.000, con valori che sono oscillati da 70.000 (annata di scarica) a circa 94.000 (annata di carica). Con un’alta produzione di polline, i valori di vitalità decrescono però significativamente, probabilmente perché la pianta non è in grado di nutrire e sviluppare normalmente un numero così alto di granuli pollinici (milioni per singola pianta). Al contrario, nell’annata di scarica il numero di infiorescenze e di fiori per pianta è molto ridotto e di conseguenza il numero di granuli pollinici risulta in generale più basso ma, come abbiamo notato, con una vitalità generalmente più elevata. Inoltre, anche la percentuale di aborto del pistillo è generalmente più bassa e tendenzialmente più elevata l’allegagione, probabilmente per una minore competizione durante la fioritura ed in post-fioritura tra i singoli fiori.

Considerazioni

Dallo studio biennale è emerso che in riferimento alla vitalità del polline, le cultivar più interessanti sono risultate Cazzinicchio e Cima di Melfi. In generale, le cultivar di olivo producono elevate quantità di polline/antera e questo parametro, associato con una buona vitalità, promuoverebbe una maggiore produzione di olive. Diversi studi hanno dimostrato che la presenza di un più elevato numero di granuli pollinici sullo stigma incentiva la probabilità della fecondazione e quindi dell’allegagione (competizione e selezione tra i gametofiti maschili). Dal presente studio sono emerse differenze significative sia tra le cultivar che tra le annate di carica e scarica per quanto riguarda la quantità e la vitalità del polline. Questo ci consente di trarre alcune indicazioni da tenere presenti nella pratica agronomica di realizzazione di un impianto olivicolo.

Nei Paesi tradizionali (Italia, Spagna, Grecia, etc.,), gli oliveti sono distribuiti in grandi aree dove il flusso di polline tra le piante è costante anche per alcuni chilometri e generalmente non ne risentono gli impianti monovarietali delle cultivar autosterili. Però per evitare mancate o ridotte produzioni per errate scelte varietali, dal punto di vista biologico è sempre consigliabile inserire un buon impollinatore (quantità, vitalità e compatibilità del polline) negli impianti monovarietali a causa della diffusa autosterilità delle cultivar di olivo. La scelta di un buon impollinatore è fondamentale per gli impianti isolati che si stanno realizzando in quest’ultimo periodo in aree non tradizionali per la coltivazione dell’olivo (Australia, Sudamerica).

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