Articoli 21/04/2007

SPECIALE EXTRA VERGINI A DOP. DAL MOMENTO CHE CON LA QUANTITA' NON SI E' COMPETITIVI, GLI OLI A MARCHIO "SEGGIANO" PUNTANO A COPRIRE FASCE DI MERCATO PIU' ESIGENTI

Intervista a Giorgio Franci. Pur consapevoli che per produrre olio dall’Olivastra Seggianese occorrano alti costi di produzione, siamo però coscienti del fatto - dice - che lavorando con professionalità e serietà si possa sempre fare la differenza (10. continua)


Prosegue l’inchiesta sulle Dop olearie d’Italia. La decima puntata coinvolge il Consorzio Dop Seggiano, presieduto da Giorgio Franci.



Anche in questo caso le domande sono le medesime rivolte agli altri presidenti di consorzio, così da avere un quadro unitario delle risposte, utile a tracciare un profilo generale sullo stato della nostra olivicoltura.
A partire da tale inchiesta – lo si ribadisce ancora una volta - ci aspettiamo le personali impressioni dei lettori.



INTERVISTA A GIORGIO FRANCI

Il presidente Giorgio Franci insieme con la vicepresidente Charlotte Horton

La sensazione generale è che le denominazioni di origine per gli oli extra vergini di oliva italiani non stiano ancora decollando, contrariamente alle aspettative di qualche anno fa. Percepisce anche lei questo stato di incertezza e di difficoltà?
La Dop Seggiano, che da poco ha chiuso la pratica ministeriale ed avviato l’iter per il riconoscimento definitivo di Bruxelles, ovviamente non ci può fornire degli indici attendibili. Posso azzardare alcune riflessioni sulla base della mia esperienza personale di produttore che deve quotidianamente confrontarsi con i mercati, ma anche di consumatore che acquista tante bottiglie di olio per capire cosa succede sul mercato.
Le denominazioni che riescono ad offrire risposte concrete ai produttori e a dare una buona visibilità al marchio sono molto poche, una percentuale veramente misera: una Igp (discriminata anche da chi promuove le denominazioni, vedi Sirena d’Oro di Sorrento) e tre quattro Dop.
Guardiamo i numeri che le denominazioni riescono a fare, giriamo gli scaffali dei negozi, dalla Gdo alle gastronomie, in Italia ed all’estero, consideriamo quelle denominazioni che sono anche appetibili come private lable per importanti gruppi e ci accorgeremo che alla fine ricorrono solo 4-5 denominazioni.
Un’altra considerazione che non possiamo far finta di non vedere è che Dop e Igp assumono troppo spesso l’unica connotazione di garantire la provenienza, trascurando di legarvi anche uno standard qualitativo. E qui le cose sono due: o mancano i controlli per vedere cosa finisce effettivamente sul mercato, o le maglie di alcuni disciplinari sono troppo larghe.

C’è un reale valore aggiunto per gli oli certificati Dop o Igp, oppure non cambia nulla di concreto sul piano commerciale? Anche in questo caso, si ha la sensazione che i produttori siano costretti a sopportare maggiori costi, legati alla necessità di certificazione, senza per questo guadagnare quel qualcosa in più cui legittimamente sono state riposte tante buone speranze e attese... E’ così?
Non possiamo fare una considerazione generale sul valore aggiunto sul piano commerciale di Dop e Igp. Per alcune denominazioni, tale valore aggiunto c’è ed è interessante, magari si può ridurre sensibilmente per campagne particolarmente abbondanti. Per molte altre denominazioni - la maggior parte direi - il valore aggiunto proveniente strettamente dalla certificazione è decisamente trascurabile. Se poi la denominazione di origine si lega ad un marchio aziendale conosciuto o affermato per produzioni di alta qualità, nasce una sinergia forte ed interessante, capace di fornire al produttore una buona cartuccia commerciale in più da sparare.
Per quello che riguarda i maggiori costi legati alla filiera di certificazione, essi sono strettamente dipendenti dalla dimensione della denominazione e dei numeri che questa è in grado di esprimere. Commercialmente, la certificazione è in prima battuta un costo e come tale deve essere ottimizzato.

La Dop che lei rappresenta in qualità di presidente del Consorzio, in che modo intende muoversi, e di conseguenza proporsi, sul fronte della commercializzazione e della conoscenza del prodotto?
Per quello che riguarda la Dop Seggiano siamo tutti ben consapevoli che la nostra denominazione non riuscirà ad essere notata dai mercati per i numeri che potrà esprimere, così come siamo coscienti che produrre olio dall’Olivastra Seggianese presuppone alti costi di produzione. Abbiamo chiari quelli che sono i nostri limiti, ma siamo anche coscienti del fatto che lavorando con professionalità e serietà possiamo produrre un olio molto interessante sia sotto il profilo chimico che organolettico, sicuramente peculiare per quanto riguarda la composizione acidica e gli aspetti salutistici. La Seggianese è un’oliva di montagna; la zona di produzione va dai 300 ai 750 metri, il clima riveste un ruolo determinante sia per la formazione degli acidi grassi che come deterrente naturale per molte malattie dell’olivo. L’impostazione che il nostro Consorzio di tutela intende portare avanti deve tenere ben presente sia i limiti che i punti di forza della produzione del territorio. Il principale obiettivo diventa quindi quello di certificare solo prodotti di alta qualità, rivolgendosi a quelle fasce di mercato esigenti, ma disposte a spendere quel qualcosa in più per una provenienza ed una qualità garantite. Il panel che dovrà certificare gli oli opererà con maglie molto strette, i prodotti che usciranno con il marchio Seggiano Dop dovranno essere qualitativamente ineccepibili. Questa sarà la base promozionale e commerciale della Dop Seggiano, che seguirà poi i canali convenzionali per promuovere i prodotti.

Come giudica i disciplinari di produzione delle Dop dell’olio in Italia? Sono fatti bene, o sono suscettibili di miglioramento?
I disciplinari devono essere applicati; come applicarli dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere.

E il disciplinare di produzione della sua Dop, in particolare?
Il disciplinare della Dop Seggiano è abbastanza snello, non pone molti paletti; alcune impostazioni più restrittive, come i valori di polifenoli e tocoferoli, sono la condizione senza la quale non si può parlare di qualità “vera”. L’unico vero paletto molto stretto lo consegnamo al Panel, che dovrà certificare il prodotto e che dovrà garantire standard molto rigidi. Questo significherà ridurre ulteriormente una produzione già molto piccola, ma al tempo stesso sarà un prezioso elemento distintivo che il consumatore non tarderà a recepire.

Caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche:

– Acidità massima totale: espressa in acido oleico, in peso, non eccedente lo 0,50%;

– Perossidi: valore massimo 12;

– K232: max 2.20;

– K270: max 0.20;

– Polifenoli totali: superiore a 200 ppm (espressi in acido Gallico);

– Tocoferoli totali: uguale o superiore a 100 ppm;

– Colore: dal verde con toni gialli al dorato;

– Odore: fruttato fresco, pulito, netto di oliva, con note erbacee di carciofo, e aromi secondari di frutta bianca;

– Sapore: pulito, netto, con note erbacee che ripercorrono i toni olfattivi, carica amara e piccante in buona armonia;

– Mediana dei difetti uguale a 0;

– Mediana del fruttato superiore a 2.


Un suggerimento ai suoi colleghi presidenti dei rispettivi consorzi di tutela?
Sono l’ultimo arrivato, il nostro percorso deve ancora iniziare; sicuramente non sono nella condizione di dare consigli.

In conclusione, ci dia il quadro generale del territorio e della forza produttiva in cui opera la sua Dop...
La Dop Seggiano si estende nei comuni di Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano, Cinigiano, Santa Fiora, Roccalbegna, Semproniano e in parte del territorio di Castell'Azzara, per una superficie olivetata di circa 650 ha, e 130.000 piante.
Attualmente i soci del Consorzio di Tutela Seggiano Dop sono 86 di cui 34 imbottigliatori.

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Le precedenti puntate dell'inchiesta sugli oli extra vergini di oliva hanno riguardato:

- la Dop "Tergeste", il 4 novembre 2006:
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- la Dop "Chianti Classico", l'11 novembre 2006:
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- la Dop "Terre di Siena", il 18 novembre 2006:
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- la Dop "Dauno", il 25 novembre 2006:
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- la Dop "Laghi Lombardi", il 2 dicembre 2006:
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- la Dop "Garda" il 9 dicembre 2006:
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- la Dop "Riviera Ligure" il 16 dicembre 2006:
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- la Dop "Brisighella" il 24 febbraio 2007:
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- la Dop "Monti Iblei" il 3 marzo 2007:
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di Luigi Caricato