Articoli 03/03/2007

SPECIALE EXTRA VERGINE A DOP. CON "MONTI IBLEI" GLI OLI DI SICILIA AVANZANO INARRESTABILI. SI TRATTA DI AVVIARE UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PARTENDO DALLE SCUOLE. NON BASTA LO SFORZO DEI SINGOLI

Intervista a Salvatore Spatola: nella mia realtà territoriale - dice - laddove l’impegno del produttore, l’onestà nel lavoro e il rispetto della norma prevista nel disciplinare di produzione determinano una efficace riconoscibilità del prodotto, la Dop da effettivamente un reale valore aggiunto


Continua l’inchiesta sulle Dop d’Italia assegnate agli oli extra vergini di oliva. La nona puntata coinvolge il Consorzio Dop Monti Iblei, presieduto da Salvatore Spatola.

Lo si ripete ancora una volta: le domande sono le medesime per tutti, in modo da avere un quadro unitario delle risposte e avere un profilo generale sullo stato della nostra olivicoltura.
A partire da tale inchiesta – lo si ribadisce ancora una volta - ci aspettiamo le personali impressioni dei lettori.



SALVATORE SPATOLA
Nasce il 26 maggio del 1954, oggi risiede nella propria azienda di turismo rurale che si diletta a seguire direttamente con la propria famiglia.
Laureato in scienze Agrarie, dopo una breve esperienza di insegnamento passa all’Assessorato agricoltura e foreste della Regione Sicilia, dirige l’Unità operativa di Noto dei Servizi allo sviluppo che lascia nel giugno del 2005 per dedicarsi alla filiera oleicola con più autonomia.
Assaggiatore e Capo Panel della Camera di Commercio di Messina, è stato ed è molto impegnato nella diffusione della cultura dell’olio extravergine di oliva e dell’analisi sensoriale.
E’ stato componente del comitato promotore e dal 20 settembre 2006 è Presidente del Consiglio di amministrazione del “Consorzio per la tutela dell’olio extra vergine di oliva Dop Monti Iblei”.



La sensazione generale è che le denominazioni di origine per gli oli extra vergini di oliva italiani non stiano ancora decollando, contrariamente alle aspettative di qualche anno fa. Percepisce anche lei questo stato di incertezza e di difficoltà?
Osservando quello che accade nel consumo degli oli, nei comportamenti delle persone che fanno uso di olio, nella comunicazione fatta nei mass media, nella mia esperienza personale a contatto con le famiglie, le scuole e nei momenti di confronto con i consumatori, emerge chiaramente che esiste ancora molta confusione intorno all’argomento materie grasse, una ignoranza dovuta a due fattori, non conoscenza dell’argomento e mancanza di un metodo per giudicare.
Il consumatore, forse, riesce a comprendere il valore dell’olio extra vergine di oliva in termini di genuinità, sanità e naturalità, ma non valica questi concetti, né arriva a percepire l’effettivo valore aggiunto che, questo alimento-condimento, trasmette alle pietanze conferendo un tocco di tipicità regionale.
Quindi, secondo il mio parere, prima di arrivare a parlare di oli extra vergini di oliva Dop dobbiamo partire da una fotografia della realtà che inquadra nella sua complessità il settore materie grasse e l’uso che di queste viene fatto.
Il mio parere è che l’educazione del consumatore prima, una promozione capillare ed univoca di tutte le Dop, e l’impegno delle aziende a perseguire la qualità oltre la certificazione, al fine di rendere perfettamente riconoscibile il loro prodotto Dop, potranno rappresentare alcuni obiettivi perseguibili dai Consorzi.

C’è un reale valore aggiunto per gli oli certificati Dop o Igp, oppure non cambia nulla di concreto sul piano commerciale? Anche in questo caso, si ha la sensazione che i produttori siano costretti a sopportare maggiori costi, legati alla necessità di certificazione, senza per questo guadagnare quel qualcosa in più cui legittimamente sono state riposte tante buone speranze e attese... E’ così?
Attualmente sul piano commerciale i marchi Dop e Igp non garantiscono un maggior guadagno e spesso possono rappresentare un aggravio di spese dovuto agli oneri della certificazione. Nella realtà territoriale ove insiste la Dop Monti Iblei, e in quelle sottozone ove l’impegno del produttore, l’onestà nel lavoro e il rispetto della norma prevista nel disciplinare di produzione determinano una efficace riconoscibilità del prodotto danno effettivamente un reale valore aggiunto
Per i produttori e i trasformatori, inoltre, l’adesione al disciplinare Dop e a quell’insieme di norme e procedimenti da seguire, l’aggregazione in un consorzio, rappresentano sicuramente un’occasione di crescita umana e professionale. Intendo dire che, sul piano educativo, sottoporsi alla valutazione e confrontarsi con le altre realtà produttive, è una sfida interessante, ragionevole e feconda per chi la intraprende.

La Dop che lei rappresenta in qualità di presidente del Consorzio, in che modo intende muoversi, e di conseguenza proporsi, sul fronte della commercializzazione e della conoscenza del prodotto?
Prima di tutto occorre formare lo staff dirigenziale del consorzio, un percorso educativo che porti le persone più coinvolte ad approfondire le potenzialità offerte dall’organizzazione consortile. Intendo dire, che in Italia abbiamo molti esempi di consorzi di prodotti a marchio che operano in maniera efficace sia sul fronte dell’organizzazione dei produttori, che della commercializzazione e valorizzazione dei marchi. E’ necessario guardare delle realtà positive, efficaci e imparare da loro.
Sul piano della conoscenza bisognerebbe fare fronte comune con tutti gli altri consorzi italiani dell’olio da olive, con le istituzioni pubbliche, e realizzare un’unica campagna educativa sulle materie grasse. Una campagna educativa che partendo dalle scuole raggiunga tutte le persone, proponendo un percorso di conoscenza e il metodo dell’analisi sensoriale come capacità di ciascuna persona di valutare il prodotto. In maniera tale, che le persone non siano considerate, come si dice oggi consumatori, che mi da l’idea di una passività, ma protagonisti attenti e coscienti di quello che mangiano.
Un progetto promozionale tenterà, nei prossimi mesi, di far conoscere l’olio extra vergine Dop Monti Iblei e, con esso, veicolare anche i territori di produzione, mediante una partecipazione aggregata ed unitaria in alcune fiere e manifestazioni promozionali. Inoltre è intento comune promuovere e far conoscere il prodotto a tutti mediante presentazioni e corner di assaggio con il coinvolgendo della stampa di settore, magari proponendo olio in confezioni singolari a prezzi promozionali. Siamo convinti che non basta lo sforzo delle singole aziende, teso essenzialmente a produrre qualità, è necessaria una azione univoca e condivisa che porterà un consolidamento dell’immagine della Dop Monti Iblei

Come giudica i disciplinari di produzione delle Dop dell’olio in Italia? Sono fatti bene, o sono suscettibili di miglioramento?
Ripeto il concetto espresso anche da altri presidenti intervistati in precedenza: sono tutti suscettibili di miglioramento, perché dalla nascita all’effettiva applicazione sono passati decenni, e sappiamo bene che i cambiamenti negli ultimi anni sono stati molto repentini, soprattutto nell’evoluzione dei gusti, del concetto di alimenti funzionali, della tecnologia estrattiva e dei metodi per valutare le proprietà fisiche, chimiche e organolettiche degli alimenti.
Inoltre con la globalizzazione della comunicazione, i marchi riferiti ad aree molto ristrette ed a denominazioni sconosciute, rischiano di rimanere anonimi.

E il disciplinare di produzione della sua Dop, in particolare?
Nella precedente gestione amministrativa il Consorzio ha affrontato un primo aggiornamento del disciplinare di produzione suggerita dalle necessità di adeguamento di alcuni parametri tecnici (varietà, sesti, coltivazioni) e chimico-organolettiche distinti per le differenti sottozone.
Anche le otto sottozone possono indurre nell’opinione altrui ad individuare un punto critico ma a parere mio, arrivano a rappresentare un punto di forza poiché, dalle varie sottozone si ottengono oli dai caratteri organolettici ben individuati che sposano gli innumerevoli piatti tipici ed esaltano i gusti delle ricche pietanze del nostro Paese.
Personalmente penso che una rivisitazione del disciplinare dovrebbe partire dal nome: “Monti Iblei” che richiama un’areale che, nel contesto globale in cui oggi operiamo, è assolutamente improponibile per i moderni concetti di comunicazione e marketing. Un ulteriore intervento dovrebbe tendere a valorizzare quelle produzioni che esprimono un contenuto maggiore di polifenoli, tocoferoli, sostanze antiossidanti in generale, che sono tanto apprezzate oggi, magari definendo ed introducendo un vincolo più attento e preciso relativamente al profilo sensoriale. La molteplicità di sfumature organolettiche eccelse che caratterizzano l’olio delle otto sottozone, ricondurrebbe il consumatore verso una facile conoscibilità dell’olio Dop Monti Iblei, adducendo anche un elevato valore salutistico. Si favorirebbe così, attraverso il disciplinare, il giusto riconoscimento delle produzioni di eccellenza, secondo il binomio organolettico-salutistico.

Un suggerimento ai suoi colleghi presidenti dei rispettivi consorzi di tutela?
Ho appena cominciato questa nuova mission di presidente, non ho particolari suggerimenti per i colleghi, anche perché poco conosco della realtà operativa delle altre Dop consimili.
Il mio impegno nel settore, però, tenderà a favorire la nascita di un dialogo fra tutti i consorzi dell’olio extra vergine di oliva presenti in Italia, e realizzare insieme una grande campagna di conoscenza sulle virtù organolettiche e salutistiche dell’olio di oliva, una campagna di educazione che permetta di fare chiarezza sulle molte inesattezze che circolano sui grassi e oli.

In conclusione, ci dia il quadro generale del territorio e della forza produttiva in cui opera la sua Dop...
Attualmente la Dop Monti Iblei conta 310 produttori consorziati:
- 168 produttori consorziati che certificano l’olio come Dop Monti Iblei;
- 75 produttori consorziati che hanno certificato l’olio nel 2006;
- 35 etichette di olio come Dop Monti Iblei;
- 175.000 confezioni (anno 2006) – bottiglie, contenitori in latta;
- 13,4 ton. di olio certificato (anno 2006);
- 66.524 piante iscritte (anno 2006)

Il Consorzio di Tutela dell'Olio Extra Vergine di Oliva Dop Monti Iblei ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con il D.M. n. 66362 del 04 dicembre 2003 e rinnovato nel dicembre del 2006.
È sorto con la partecipazione dei produttori e degli operatori della filiera di tre province siciliane: Ragusa, Siracusa e Catania con il fine di tutelare e garantire l'origine dell'olio Dop Monti Iblei verificando il rispetto del disciplinare di produzione anche in collaborazione con l'organismo di controllo preposto (Agroqualità); assiste inoltre i soci olivicoltori al fine di valorizzare prodotto, cultura e territorio intimamente legati in rappresentanza manifesta di una biodiversità secolare.




Le precedenti puntate dell'inchiesta sugli oli extra vergini di oliva hanno riguardato:

- la Dop "Tergeste", il 4 novembre 2006:
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- la Dop "Chianti Classico", l'11 novembre 2006:
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- la Dop "Terre di Siena", il 18 novembre 2006:
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- la Dop "Dauno", il 25 novembre 2006:
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- la Dop "Laghi Lombardi", il 2 dicembre 2006:
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- la Dop "Garda" il 9 dicembre 2006:
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- la Dop "Riviera Ligure" il 16 dicembre 2006:
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- la Dop "Brisighella" il 24 febbraio 2007:
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di Luigi Caricato