Associazioni di idee 23/09/2015

Tutti contro la Commissione europea: stop alle importazioni di olio d’oliva tunisino

Associazioni di categoria e politica contro la proposta della Commissione Ue di aumentare di 35 mila tonnellate il contingente di olio tunisino che può arrivare in Europa senza dazi e senza restrizioni


La notizia che la Commissione europea ha deciso di incrementare il contingente di olio d’oliva tunisino che può essere importato in Europa senza dazi ha scatenato le proteste di associazioni di categoria e della politica, italiana ed europea.

“Siamo pronti a dare battaglia in Parlamento europeo per tutelare i produttori di olio di oliva italiani e degli altri paesi del Sud dell’Unione”. Così Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, commenta la proposta della Commissione Ue di concedere l’ingresso supplementare nel mercato dell’Ue di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino. “Siamo consapevoli del lavoro compiuto dalla Commissione per giungere a questa decisione, innegabilmente lodevole dal punto di vista del sostegno all’economia di un paese in difficoltà, ma che può danneggiare il settore olivicolo del nostro Paese e del Sud Europa – prosegue De Castro -. L’iniziativa dell’Esecutivo per divenire effettiva dovrà, grazie al processo di codecisione, essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento Ue ed è proprio in questa sede che ci batteremo affinché i produttori europei non vengano penalizzati. Perché se è fuori da ogni dubbio che sia un nostro dovere sostenere le economie dei paesi in difficoltà – conclude De Castro – è altresì necessario non farlo a discapito delle nostre”.

“Ho depositato un interrogazione parlamentare a Martina. Dopo un annata disastrosa del 2014 dovuto alla Xylella, alla mosca olearia e alle condizioni climatiche particolari eravamo corsi ai riapri con l’approvazione del Fondo olivicolo nazionale per incrementare la produzione dell’olio d’oliva”, La notizia della decisione Ue di far entrare 35mila tonnellate di olio tunisino in Italia rischia di danneggiare l’olivicoltura italiana”, Così ad Agricolae Colomba Mongiello, membro della Commissione Agricoltura della Camera e vicepresidente della Commissione Anticontraffazione. “A questo punto chiediamo la piena applicazione della legge salva olio a tutela dell’olio made in Italy in modo da evitare che olio straniero venga vestito da olio italiano. E pensare che questo doveva essere l’anno del riscatto”.

“Una misura sciagurata che mette in ginocchio l'olio d'oliva italiano di qualità”. Così il presidente della Federazione nazionale di prodotto Olivicola di Confagricoltura, Donato Rossi, commenta la proposta della Commissione Europea che ha autorizzato l’accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato dell'UE, per sostenere la ripres nell'attuale periodo di difficoltà in cui si trova il Paese.
Allarme anche dalla Federazione Olio dei Giovani di Confagricoltura che si stanno mobilitando e chiedono a viva voce “l’annullamento delle ulteriori facilitazioni alle produzioni extracomunitarie”.
“Ancora una volta – osserva Confagricoltura - ci troviamo a dover subire un provvedimento che penalizza i produttori in nome della politica; in questo caso per proteggere l'economia tunisina a seguito dei recenti attentati terroristici. Non siamo nuovi a provvedimenti del genere, è già capitato recentemente con l’embargo russo e con le concessioni ulteriori per le arance al Marocco che stanno creando penalizzazioni insostenibili”. “L’olivicoltura italiana è già fragile e non è in grado di farsi carico – continua Confagricoltura – delle buone intenzioni della Commissione.
La Tunisia è già un forte esportatore di olio extravergine d’oliva in Europa con 57 mila tonnellate già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia. Ora l'arrivo di altre 35 mila tonnellate d'olio d'oliva tunisino, senza dazio, colpisce duramente la produzione europea e, soprattutto, italiana già in gravissime difficoltà”. “Sollecitiamo – conclude Confagricoltura – il governo e i nostri rappresentanti all’europarlamento ad adoperarsi sulla Commissione perché sia misurato adeguatamente l’impatto del provvedimento sul settore”.

Suscita molte perplessità la proposta della Commissione europea di autorizzare un accesso temporaneo supplementare di olio d’oliva tunisino nel mercato Ue. Lo afferma il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, spiegando che, pur condividendo la necessità di intervenire a supporto dell’economia del Paese in questa contingenza eccezionale, è ugualmente doveroso interrogarsi sulle ripercussioni economiche di una scelta del genere su un settore così rilevante per l’agricoltura italiana e comunitaria, come quello dell’olio d’oliva.
Ci sono sicuramente segnali di ripresa del settore in Italia, con la campagna olivicola 2015 che sarà sicuramente migliore rispetto ai risultati disastrosi dello scorso anno. In più l’impegno del Governo sulle risorse a sostegno dell’olio d’oliva incentiva gli operatori a impegnarsi anche in investimenti di medio e lungo periodo -spiega Scanavino-. E’ chiaro che in questa situazione, con un comparto che sta tentando di reagire alla crisi, ipotizzare l’ingresso facilitato di ulteriori 35 mila tonnellate di olio tunisino in Ue preoccupa fortemente gli olivicoltori italiani, che temono una diminuzione competitiva sui prezzi.

di C. S.