Turismo 16/01/2024

I nove carnevali storici da non perdere in Basilicata

I nove carnevali storici da non perdere in Basilicata

Tutelati dalla “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale”, rappresentano lo stretto legame tra popolazione e risorse paesaggistiche e naturalistiche, per un mese di eventi fino al 13 febbraio


Il Carnevale in Basilicata è espressione del forte legame tra la popolazione e le risorse paesaggistiche e naturalistiche. Da sempre rituali e suggestivi, le manifestazioni carnevalesche lucane custodiscono antiche tradizioni e, pur con singole peculiarità, sono portatrici della cultura della transumanza, di simbologia antica, di raffigurazioni animali e significati della civiltà rurale.

9 comuni legati dalla “Rete dei Carnevali”
Il patrimonio immateriale dei Carnevali, per la cui valorizzazione e tutela è già attiva la “Rete dei Carnevali Lucani con valenza antropologica e culturale” che riunisce i più rappresentativi, contribuisce a delineare, in modo originale e folkloristico, un’esperienza turistica globale, fatta di natura, scoperta, racconto, emozioni e intrattenimento.
I 9 comuni coinvolti con le loro maschere storiche della tradizione sono: Teana l’Orso, Satriano il Rumita, Tricarico l’màshkr, Cirigliano le Stagioni, Aliano le Maschere cornute, San Mauro Forte i Campanacci, Lavello il Domino, Montescaglioso con due Carnevali e la maschera che lo contraddistingue, il Carnevalone, Stigliano il Pagliaccio.
Dalla conclusione del periodo natalizio all'inizio del periodo quaresimale i 9 carnevali storici lucani animano i propri territori facendoli diventare teatro della memoria. Protagonisti il mondo naturale e quello animale attraverso la moderna lettura di miti e leggende arcaiche.

La Rete dei Carnevali è un progetto che punta alla valorizzazione e promozione delle straordinarie identità lucane sia all’interno che all’esterno della regione. Il Comune capofila è Tricarico, che ha proposto di condividere con gli altri comuni lucani un cammino condiviso che punti al coordinamento dei singoli percorsi legati al carnevale e alla creazione di eventi aggiuntivi destagionalizzati. Interpreti assoluti del carnevale tricaricese sono le Maschere di Tricarico, “l’Mash-kr” in dialetto locale, che personificano il “toro” e la “mucca”: un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo, entrambi bianchi, decorato con lunghi nastri multicolori che scendono lungo le caviglie, per la “mucca”. Un copricapo nero addobbato con lunghi nastri rossi per il “toro”.
Il Carnevale di Teana è improvvisazione, istinto, curiosità. Si tratta di uno dei più noti e seguiti in terra lucana, il cui protagonista principale è l’Orso e nei suoi confronti, l’ultimo sabato di Carnevale, è ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”.
L’unicità di Satriano è rappresentata dalla “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini diventano alberi ispirati alla figura misteriosa del Rumita, anima silente, che rappresenta lo spirito del Bosco.
La sfilata del Carnevale di Cirigliano, con Pulcinella e le maschere delle 4 stagioni e i 12 mesi dell’anno, parte dal cinquecentesco Castello Baronale per poi snodarsi tra le suggestive viuzze del centro storico illuminate dalla luce delle fiaccole e rallegrate dalla festosità del corteo.
Le maschere cornute di Aliano rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai coloratissimi cappelloni che ne decorano il capo. I figuranti che le indossano sfilano così per il borgo muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa.
Durante il Carnevale di San Mauro Forte i campanacci spezzano la quiete del borgo con il loro suono cupo ma assordante che si propaga lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera di accattivante mistero.
In occasione del Carnevale di Lavello si animano i tipici “Festini” ballando fino al mattino con il Domino, la maschera caratterizzata dalla lunga tunica in raso.
Il Carnevale di Montescaglioso ha una doppia anima: il Martedì Grasso va in scena il “Carnevalone Tradizionale” che vede sfilare gruppi mascherati che suonano campanacci, figure cariche di simbolismo; la domenica che precede il Martedì Grasso e lo stesso Martedì Grasso, è la volta del “Carnevale Montese” con la sfilata di imponenti carri allegorici.
Star del Carnevale di Stigliano, con radici antiche che nel corso del tempo ha subito evoluzioni, è la maschera del “Pagliaccio” con in mano un fiasco di vino e il cupa cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato.

Un ciclo di eventi che coinvolge ogni singolo comune lucano
Il ciclo carnevalesco lucano che va dal 13 Gennaio con l’inizio delle manifestazioni a San Mauro Forte fino al 13 febbraio (martedì Grasso), coinvolge quasi ogni comune lucano, ognuno caratterizzato dal proprio Carnevale che richiama una intensa capacità di attrattiva turistica.
A Pietrapertosa va in scena il processo a Carnevale con il corteo che, giunto in piazza, procederà alla sua condanna. A Trecchina la "cupa – cupa” porta il ritmo delle rime del "Contacronze”, vestito con cappellaccio scuro e giubba dei pastori. Tra i vicoli si svolge il corteo di Pomarico, che vede protagonisti Pulcinella e la moglie Zeza, che viene accompagnata dal canto di una canzone dai toni indecorosi. Ad Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la festa di S. Antuono. Ad Armento va in scena il rogo di Carnevale. A Picerno, un lungo corteo conduce al rogo; anche a Tursi i Pupazzoni di Carnevale subiscono la stessa sorte; il suono della cupa–cupa accompagna la maschera di San Severino Lucano, mentre un tempo ad Oppido sfilava un corteo con i personaggi che rappresentavano braccianti agricoli che, da Abriola, durante i festeggiamenti mimavano il lavoro dei campi.

di C. S.