Mondo 05/07/2019

Spagna e Italia possono collaborare sull'olio d'oliva, ma a precise condizioni

Spagna e Italia possono collaborare sull'olio d'oliva, ma a precise condizioni

La Dop Terra Alta e l'Igp Toscano si sono stretti la mano. "Il nostro avversario non è la Spagna ma chiunque, in qualsiasi Paese, voglia ridurre l'olio extra vergine di oliva di qualità a commodity" afferma Fabrizio Filippi


Il Consorzio per la tutela dell’olio Toscano IGP ha incontrato i rappresentanti della DOP Terra Alta in una visita istituzionale che si è svolta dall’11 al 13 giugno nel territorio catalano.

Le due realtà si erano già “strette la mano” in Toscana in un paio di occasioni dove alcune imprese olivicole avevano visitato la Regione alla scoperta dell’olivicoltura toscana.

Questa visita ha rappresentato un’ulteriore occasione di confronto reciproco su alcuni temi comuni alle due olivicolture nonchè il momento di approfondimenti tecnici scientifici durante una giornata seminariale svoltasi a Gandesa dove ha sede il Consorzio della Dop Terra Alta.

Il culmine del percorso ha visto uno scambio di targhe fra il Presidente della Dop Catalana Josep Pere Colat ed il Vicepresidente del Consorzio Igp Toscano Giampiero Cresti che oltre all’atto simbolico ha voluto significare l’inizio di un rapporto collaborativo e costruttivo all’insegna della valorizzazione di un patrimonio che seppur con alcune differenze, ha tratti in comune ma soprattutto afferisce al medesimo sistema di protezione designato dalle DOP e IGP.

Tre giorni intensi e di sicuro interesse per la delegazione del Consorzio ma anche per la nutrita rappresentanza della DOP all’interno dei quali sono emersi elementi di spiccata vitalità, visioni e spaccati di territorio davvero comparabili con la Toscana.

La vision della struttura consortile emersa durante la visita poggia e trae forza dalla volontà di una chiara e netta identificazione territoriale e di prodotto nei confronti delle aree maggiormente vocate alla produzione olearia spagnola.

L’orografia della Terra Alta rispecchia per certi versi quella toscana, con terrazzamenti collinari, aree di pendio o addirittura montuose con difficoltà nell’applicazione dei più comuni modelli di meccanizzazione e razionalizzazione anche se non mancano esempi di olivicoltura specializzata intensiva o super intensiva.

“E' evidente come la Spagna, o almeno una parte del mondo olivicolo iberico, stia cercando di avvicinarsi al modello italiano, al legame con la territorialità, alla storia e alle tradizioni per recuperare valore aggiunto. E' un percorso che ci fa piacere incoraggiare – afferma Fabrizio Filippi, presidente dell'Igp Toscano – e che seguiamo con molta attenzione. Il nostro avversario non è la Spagna ma chiunque, in qualsiasi Paese, voglia ridurre l'olio extra vergine di oliva di qualità a commodity o, peggio, a virtuosismo di facciata, per coprire poi affari opachi.”

Ecco che quindi prende esuberanza la volontà di una nitida valorizzazione della tipicità territoriale che passi attraverso il forte ed indissolubile legame fra cultivar autoctone e territorio. La loro varietà tipica, Empeltre, vuole sintetizzare anche grazie alla certificazione DOP questa stretta relazione e la narrazione di una terra unica e riconoscibile dai tratti paesaggistici e sensoriali dell’olio che si racconta con caratteristiche delicate di frutta a guscio come mandorla, noce ed un fruttato delicato mai invadente come il suo amaro e piccante sempre in equilibrio.

La necessità di creare un modello di promozione integrata fra più settori dove l’agricoltura e quindi l’olivo, diventi baricentrico nella valorizzazione della marca Terra Alta anche sotto il profilo turistico ricreativo è apparsa davvero sentita e trasversalmente riconosciuta quale priorità ed asse portante di una strategia di puro marketing territoriale.

La Toscana ai loro occhi rispecchia ancora il vero esempio virtuoso di promozione ed efficace comunicazione di quell’insieme di attributi valoriali e di universale riconoscimento al cui interno l’olio extravergine Toscano rientra a pieno titolo.

“La Toscana, nel mondo dell'olio extra vergine di eccellenza, è ancora un modello da seguire – conclude Fabrizio Filippi – e se, da un lato, questo ci inorgoglisce dall'altro ci obbliga a lavorare ancora di più, cercando nuove strade. Il segreto del successo non può che essere stare sempre un passo avanti e fare la tendenza, anche quando il mondo oleario sembra andare in un'altra direzione, con un ritorno al prodotto civetta a scaffale. Il confronto avuto in Spagna ci ha insegnato che possiamo trovare alleati, in un percorso di valorizzazione e valore aggiunto, in ogni dove. La prima sfida che abbiamo di fronte a noi è abbandonare certi preconcetti e certi tabù, trovando nuove sinergie per contrastare, almeno sul mercato e tra la gente, la tendenza al ribasso della qualità. Alzare sempre l'asticella deve essere il nostro credo, in Toscana, in Italia e nel mondo.”

di Christian Sbardella

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