Italia 01/10/2020

Il biologico continua a veleggiare verso nuovi traguardi di crescita ma vuole regole certe

Il biologico continua a veleggiare verso nuovi traguardi di crescita ma vuole regole certe

Le importazioni di prodotti biologici da Paesi terzi, nel 2019, hanno registrato un incremento del 13,1% rispetto al 2018. L'appello per l'approvazione del Testo Unico 


I dati elaborati dal SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il Mipaaf relativi all’anno 2019 dimostrano la salute del settore: dal 2010 il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%.  Secondo le analisi infatti nel 2019 in Italia si è arrivati a sfiorare i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, con un incremento rispetto al 2018 di quasi il 2% di SAU. Ciò si è tradotto in 35 mila ettari in più in soli 12 mesi: una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti nel settore, che sono saliti a 80.643 unità, con un incremento rispetto all’anno precedente del 2%. L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2019 il 15,8% della SAU nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava al 7,5%.

Come per l’agricoltura italiana, il livello compositivo delle superfici resta stabile e definito dai 3 orientamenti produttivi che pesano sul totale per oltre il 60%: Prati pascolo (551.074 ha), Colture foraggere (396.748 ha) e Cereali (330.284 ha). A queste categorie seguono, per estensione, le superfici biologiche investite a Olivo (242.708 ha) e a Vite (109.423 ha).

Tra i Seminativi, che aumentano di poco più di 12 mila ettari, si confermano in crescita le coltivazioni biologiche a Grano duro (6%); Orzo (3%) e Riso (12%); Girasole (26%) e Soia (15%); Erba medica (8%); Pomodori (21%) e Legumi (13%). Tra le colture permanenti sono da rilevare gli incrementi positivi di Olivo e Vite, delle superfici ad Agrumi che tornano ad aumentare, dopo la diminuzione del 2018, di un +3%. Infine, sono interessanti gli incrementi registrati dalle Mele e dalle Pere, le cui estensioni raggiungono rispettivamente gli 8.235 e 2.788 ettari.

Quanto agli operatori, le Regioni che ne registrano il maggior numero di operatori sono la Sicilia (10.596 unità), la Calabria (10.576 unità) e la Puglia (9.380 unità). Nuove Regioni si affacciano al biologico con incrementi interessanti: è il caso delle Marche (+32%), del Veneto (+13%), del Lazio (+8%) e dell’Umbria (+6%). E se l’Umbria ha confermato nel 2019 una crescita già iniziata nel 2018 (+8%), Regioni come l’Emilia-Romagna (+2%), la Lombardia (+3%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (+4%) confermano il trend positivo che avevano fatto registrare nel 2018.

L’evoluzione positiva del settore è confermata anche dai dati sul mercato interno del biologico; secondo le stime ISMEA gli acquisti di prodotti certificati sono aumentati di un +4,4% nel corso dell’ultimo anno, superando i 3,3 miliardi di euro (Ho.re.ca e Green Public Procurement non compresi) e facendo salire l’incidenza complessiva del biologico sul carrello della spesa degli italiani al 4%.

La situazione emergenziale, unita ad un fenomeno già evidente da qualche anno, conferma la spinta che la GDO sta imprimendo al mercato biologico mostrando, durante il lockdown, un incremento delle vendite nei supermercati del +11%.

I numeri descrivono una situazione eterogenea lungo lo stivale, che vede il Nord del Paese esprimere oltre il 63% del valore e le aree del Sud spendere meno e in altri canali (il 77,5% della spesa bio stimata al Sud passa attraverso il canale tradizionale).

Gli italiani continuano a premiare il biologico nel fresco (frutta +2,1% e ortaggi +7,2%) e in alcune categorie specifiche, da tempo portabandiera del settore (es. uova +9,7%). Durante il lockdown tutti gli ingredienti necessari per la produzione casalinga di pasta o pizza sono andati a ruba (farine bio +92%, base e pizze +63%).

Relativamente alle importazioni di prodotti biologici da Paesi terzi, nel 2019 si è registrato un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali rispetto al 2018. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un'incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17,0%. Tale crescita è da attribuire alla sostanziale tendenza positiva dovuta all’aumento del volume importato per la categoria di colture industriali (+35,2%), di cereali (16,9%) e per la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%).

Complessivamente lo stato del biologico italiano mostra che ci sono ampi spazi per dare modo alle imprese agricole e della trasformazione di essere competitive nello sviluppo di attività produttive ed economiche, in chiave di aggregazione, innovazione ed internazionalizzazione. Il Ministero è impegnato ad avviare le necessarie consultazioni al fine di individuare gli obiettivi strategici previsti dal “Farm to Fork” ed individuare le risorse che saranno messe a disposizione per i diversi comparti del biologico.

In occasione dell’appuntamento promosso a Roma da Coldiretti, Ismea e Verona Fiere, “Il biologico ‘Made in Italy’ nelle strategie europee”  in cui è stato presentato il Rapporto "Bio in cifre 2020", la Ministra dell’Agricoltura Teresa  Bellanova in un intervento ha sottolineato che  "L'agricoltura biologica nel nostro Paese rappresenta una realtà significativa e dovrà giocare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro. Vogliamo che il biologico poggi le sue basi su fondamenta forti e lo diciamo con chiarezza: se qualcuno in Europa pensa di far aumentare le superfici a biologico abbassando il livello delle regole, in modo da fare diventare tutto biologico, noi non ci stiamo. "Siamo ben disposti a lavorare verso una crescita del settore, bisogna però tener conto delle peculiarità di ciascuno Stato membro e della crescita possibile in ogni realtà. Soprattutto non vogliamo che una crescita indistinta avvenga a discapito delle regole sulla qualità delle produzioni, che noi vogliamo siano sempre più rigorose e attente".

"Tutto il nostro agroalimentare si poggia, e si radica, sulla distintività e sulla eccellenza della qualità e il biologico deve essere una delle punte di diamante, in un'ottica di tutela dell'ambiente e della biodiversità. Se abbassiamo l'asticella delle regole, se riduciamo il rigore del controllo sul biologico facciamo un favore ai competitor delle nostre aziende e danneggiamo tutto il sistema agroalimentare italiano". Dunque, regole rigorose e grande attenzione in fatto di controlli sulle importazioni. Passaggio che la Ministra ha voluto ulteriormente sottolineare.
"E' fondamentale", ha proseguito, "mantenere sempre alta l'attenzione sulle garanzie per i consumatori e sul rispetto delle regole da parte degli operatori. Un settore in così rapida crescita è infatti molto esposto a rischio di frodi. Sui controlli ho sempre chiesto di migliorare il lavoro, aumentare le verifiche, tenere un rapporto di collaborazione attivo con le imprese. La qualità e la sicurezza del bio passano anche da un efficiente sistema di controlli. E l'Italia anche su questo è all'avanguardia".   
"Vogliamo mercati aperti", ha detto ancora Bellanova, "dove esportare le nostre eccellenze, ma con regole chiare e rispettate da tutti. Particolare attenzione oggi poniamo anche alla possibilità che le innovazioni tecnologiche (come ad esempio la blockchain) possono portare al sistema di controllo per il biologico. L'innovazione deve essere a servizio del miglioramento di tutto il comparto".
Infine: "Sulle importazioni dobbiamo essere attenti e vigili", ha evidenziato, in riferimento ai dati riportati nel Rapporto sulla crescita delle importazioni di prodotti bio. "L'Italia si è molto impegnata negli anni passati per la modifica della normativa europea  che, con i nuovi regolamenti in vigore a breve, finalmente introduce il principio di conformità alle regole europee per le produzioni biologiche da paesi extra Ue".    

In chiusura, l'appello per l'approvazione del Testo Unico per il biologico. "Al Senato", ha detto la Bellanova, "chiedo di approvare quanto prima il Testo Unico per il  biologico. Si tratta di una legge che può dare ancora più slancio e opportunità al settore".

di T N