Economia 23/11/2023

Chi ha acquistato vino in Italia nel 2022? La foto di Nomisma

Chi ha acquistato vino in Italia nel 2022? La foto di Nomisma

A causa dell’inflazione e della congiuntura economica negativa si assiste a una riduzione degli acquisti di vino in tutto il mondo, Italia inclusa, e a una significativa revisione dei comportamenti di acquisto, tra rinunce e privazioni. Cambiano anche le modalità di consumo degli under 25


In un contesto generale di riduzione dei consumi di vino, con i mercati internazionali in stallo e l’export italiano in calo, si affermano nuovi trend di consumo: si evidenziano, ad esempio, una maggiore intenzione di acquisto direttamente dai produttori e online e novità portate dalla Gen Z, sempre più attenta alla sostenibilità del prodotto e agli aspetti salutistici.

Sono queste le principali evidenze emerse durante il X Forum Wine Monitor, organizzato da Nomisma e moderato da Denis Pantini, Responsabile Alimentare e Wine Monitor Nomisma.

A causa dell’inflazione e della congiuntura economica negativa si assiste a una riduzione dei consumi di vino in tutto il mondo, Italia inclusa, e a una significativa revisione dei comportamenti di acquisto, tra rinunce e privazioni.

Con l’obiettivo di fotografare il modello di consumo e i comportamenti di acquisto attuali e futuri, nonché di analizzare il posizionamento e le opportunità di sviluppo delle diverse categorie e denominazioni, l’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma ha realizzato una survey sui consumatori finali in Italia.

“Nel periodo gennaio-settembre 2023, in Italia il retail ha registrato un valore di vendite di vino pari a 65 miliardi di euro, in aumento a valore rispetto allo stesso periodo del 2022 per effetto dell’inflazione, ma ancora in rosso a volume seppur si intraveda un’attenuazione del calo. Dopo anni di crescita, infatti, il 2022 aveva segnato una riduzione dei volumi di vino venduti in distribuzione moderna (-5,8%), che tuttavia rappresentava un riallineamento dopo il balzo registrato nel periodo pandemico”.    

Per quanto riguarda le tipologie di vino, dall’analisi di Nomisma emerge che in GDO a valore performano meglio gli IGP/DOP e i bianchi (rispettivamente a -3,5% e -3,1%), mentre nei discount i trend migliori riguardano bianchi e vini da tavola (-2,9% e -2,3%) e, soprattutto, i rosati (in crescita del +1,8% per volumi e +7,8% a valore), seppur questi ultimi rivestano un ruolo marginale in termini di dimensione delle vendite. Gli spumanti sono invece l’unica categoria che cresce anche a volume in GDO, anche se a trainare le vendite sono i vini generici che si caratterizzano per un differenziale di prezzo importante rispetto agli charmat secco a marchio DOC e DOCG (-30%) e che dunque sono preferiti perché più convenienti.

Tuttavia, la congiuntura economica negativa impatta non solo sulla distribuzione moderna, ma su tutti i canali di consumo. “Dalla survey realizzata ad ottobre 2023 emerge come il 76% degli italiani che ha bevuto vino nell’ultimo anno lo ha fatto a casa propria o di parenti e amici, solo il 24% in locali e ristoranti. Per coloro che erano soliti consumare vino in casa, nel 2023 in 1 caso su 5 hanno ridotto o addirittura smesso di consumare vino. Relativamente alla fruizione fuori casa, invece, il 21% degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto i consumi mentre il 4% ha smesso di consumare vino. Inoltre, rispetto ad oggi, nei prossimi 6 mesi 3 intervistati su 4 dichiarano che le abitudini di consumo di vino in casa e fuori casa rimarranno stabili e solo un 5% prevede un aumento” – ha ricordato Emanuele Di Faustino.

Quanto ai canali, il 24% degli italiani dichiara che inizierà ad acquistare o lo farà più spesso direttamente dai produttori, così come il 9% utilizzerà maggiormente i canali online, format al quale si rivolgono soprattutto i consumatori con una disponibilità di spesa più robusta anche in virtù di un’offerta che si focalizza principalmente su vini di fascia medio-alta.

Queste tendenze però non riguardano tutte le generazioni. “Gli under 25, infatti, approcciano il mondo del vino in maniera differente rispetto alle generazioni che li hanno preceduti: bevono di meno, lo fanno soprattutto fuori casa (nel 38% dei casi) e con modalità differenti (il 75% preferisce il vino in modalità mixata)” – ha precisato Di Faustino.

Al tempo stesso, la ricerca rileva come gli under 25 siano consumatori più attenti alla sostenibilità dei prodotti che si apprestano a consumare, fenomeno che riguarda anche il vino, e prestano maggiore attenzione agli aspetti salutistici, con un forte interesse verso i no e low alcohol wines.

“Tali trend, in primis l’attenzione alla sostenibilità e l’interesse verso i vini a minor contenuto alcolico, sono destinati a rafforzarsi. In tale scenario diventa ancora più strategico per le imprese vitivinicole italiane – ma anche per gli attori del mondo della grande distribuzione – disporre di strumenti che li possano supportare nel definire al meglio le politiche commerciali, di offering e posizionamento” – ha concluso Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma.

di C. S.