Economia 28/09/2023

Combattere l'Italian Sounding: recuperabili 60 miliardi di fatturato

Combattere l'Italian Sounding: recuperabili 60 miliardi di fatturato

Il potenziale di esportazione agroalimentare cumulato per l'Italia è pari a 119 miliardi di euro. Da 7 anni per il prosciutto agli 85 anni dell'olio extra vergine di oliva per combattere l'Italian sounding attraverso investimenti mirati


La filiera agroalimentare italiana rappresenta uno dei pilastri della competitività del made in Italy nel mondo, grazie alle sue eccellenze enogastronomiche, alla qualità delle produzioni e alla tradizione storica radicata nei territori; l'apprezzamento estero per la produzione italiana è testimoniato dalla continua crescita delle esportazioni negli ultimi anni.

L’apprezzamento estero per la produzione italiana è testimoniato dalla continua crescita delle esportazioni negli ultimi anni (+118,3% rispetto al 2010). Le esportazioni agroalimentari e del tabacco italiane hanno continuato il loro vigoroso percorso di crescita, fino al raggiungimento del valore record di 60,7 miliardi di euro nel 2022, di cui 58,8 miliardi di euro derivano dalla filiera agroalimentare e 1,9 miliardi di euro dal settore del tabacco. Concentrandosi sull’esportazione agroalimentare, l’ultimo anno ha fatto registrare una variazione del +15,3%, l’aumento annuo più accentuato dal 2000.

L’Italia ricopre una quota di mercato rilevante a livello internazionale per alcuni prodotti tipici della dieta mediterranea.
Il Paese è 1° esportatore nel mondo di polpe e pelati di pomodoro (76,7% sul totale dell’esportazione mondiale), di pasta (48,4%), di castagne sgusciate (32,6%), di passate
e concentrati di pomodoro (24,2% del mercato). Si attesta poi come 2° esportatore al mondo di vino, di formaggi freschi, kiwi, liquori, mele e nocciole.

Tuttavia, a porre pressione sulla competitività delle esportazioni made in Italy autentiche agisce il fenomeno dell'Italian sounding, focus del presente Rapporto, ovvero l'utilizzo di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l'Italia su etichette e confezioni di prodotti agroalimentari non italiani.

Per quantificare il fenomeno, l'Ismea, nell'ambito del Programma Rete Rurale Nazionale (Piano 2021-23 - Scheda Progetto 10.1 Internazionalizzazione), ha svolto un'indagine con l'obiettivo da un lato di approfondire la presenza di prodotti agroalimentari tipici della tradizione italiana negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo, dall'altro calcolare il periodo necessario per trasformare l'Italian sounding in esportazione made in Italy, quantificando la capacità produttiva potenziale dei settori impattati.

In particolare, l'indagine si è svolta attraverso la somministrazione di un questionario indirizzato a oltre 250 retailer internazionali distribuiti nei 10 paesi del mondo dove il fenomeno è più marcato, analizzando 11 prodotti tipici del made in Italy.

Con il fine di limitare la quantificazione del fenomeno alla sua porzione effettivamente recuperabile dalla filiera italiana, considerando esclusivamente i consumatori esteri realmente ingannati dall’azione di marketing, l’Italian sounding “raggiungibile” ammonta a 60 miliardi di euro, caratterizzato da un moltiplicatore di 1,01. Da ciò ne deriva che il potenziale di esportazione cumulato per il Paese (qualora venisse recuperato il fenomeno di Italian sounding) sia pari a 119 miliardi di Euro.

Investire a un tasso di crescita doppio rispetto allo “Status quo” permetterebbe di convertire l’Italian sounding in export in 27 anni; investire con questa rapidità, ma raddoppiando anche l’efficacia e la produttività di tali investimenti, permetterebbe di farlo in 15 anni; la combinazione di questi due scenari unita al totale sfruttamento dei fondi PNRR porterebbe a una conversione del fenomeno in export in soli 11 anni.

di C. S.