Economia 08/06/2016

Dall'export riparte la riscossa della Grappa

L’acquavite italiana per eccellenza ora può contare sul decreto 747 che, dal prossimo agosto, farà scattare un meccanismo di maggiore tutela dell’Indicazione Geografica contro i tentativi di frode e adulterazione. A far sperare i distillatori è soprattutto l’export, cresciuto del 12%


Grappa sempre più forte, grazie alla tutela garantita dal decreto 747, e alla crescita dell’export. Il prestigio dell’acquavite “Made in Italy” è uno dei dati positivi emersi all’Assemblea di AssoDistil, l’associazione italiana dei distillatori, che oggi ha celebrato a Roma i 70 anni di attività dell’organizzazione imprenditoriale.

“Festeggiamo i 70 anni della nostra Associazione anche grazie alla Grappa, che ha saputo evolversi da prodotto ‘vecchio stile’ a distillato da meditazione, la cui immagine oggi compete con quella di cognac e whisky”, ha osservato Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti. “E grazie al decreto ‘salva-Grappa’, voluto dal Ministero delle Politiche Agricole, la nostra acquavite di bandiera ora può contare su una maggiore tutela dell’Indicazione Geografica, in grado di garantire l’autenticità del prodotto contro adulterazioni e frodi, che negli ultimi anni hanno colpito il nostro settore”.

A partire dal prossimo 1° agosto, grazie al DM 747, il prestigioso distillato potrà essere confezionato al di fuori dalla zona di produzione, vale a dire l’Italia, esclusivamente se spedito all’estero come prodotto finito. Non saranno quindi più consentite operazioni quali il taglio tra diverse partite, né edulcorazione, diluzione, refrigerazione, che permettevano ad imbottigliatori anche stranieri di intervenire sulla qualità del prodotto.

Al consumatore sarà quindi garantito che la Grappa che sceglie è quella originale del produttore, e non ha subito alcuna trasformazione. Sarà inoltre possibile menzionare la tipologia di contenitori in legno usati per l’invecchiamento della Grappa, come, ad esempio, la barrique. Il Decreto è stato poi seguito da ulteriori note di chiarimento degli organismi di controllo che contribuiranno ad attuare quell’opera di sistemazione e razionalizzazione che l’intero settore attendeva da 70 anni.

A confermare il prestigio della Grappa, sono i dati economici di AssoDistil, relativi al 2015: dopo alcuni anni di calo, la produzione appare stabile sugli 80mila ettanidri. Un prodotto di nicchia, se confrontato con i volumi degli spirits mondiali, ma che inizia a segnare la propria presenza tra le bevande spiritose a Indicazione Geografica, e accende qualche speranza. Molto bene l’export, che ha visto un incremento del 12%, in particolare nell’Unione Europa. La Grappa imbottigliata (9mila ettanidri) è apprezzata soprattutto in Germania, seguita da Svizzera, Austria e Stati Uniti.

“Soltanto il 26% dei nostri distillati è venduto all’estero – afferma Mazzetti – è evidente che si può fare molto di più”. Ne sono consapevoli gli stessi distillatori che, secondo l’Indagine congiunturale effettuata da Format Research sul primo trimestre del 2016, hanno aumentato del 63% l’attività di esportazione negli ultimi tre anni. Al di fuori della UE, gli sbocchi di mercato più diffusi sono il Nord-America, l’Europa dell’Est e l’Estremo Oriente.

Più in generale, a pesare sulla salute economica delle distillerie sono le accise, aumentate del 30% tra l’ottobre del 2013 ed il gennaio 2015. Secondo i dati Format, gli imprenditori del settore considerano tale onere fiscale un fattore di ostacolo alla competitività e allo sviluppo. In particolare, otto aziende su dieci affermano di aver visto diminuire i loro fatturati nazionali a causa del reiterato aumento delle accise.

di C. S.