Ambiente 17/11/2012

Stop al consumo di suolo e via a nuovi aiuti per il mantenimento del territorio

Servono strumenti finanziari per opere di manutenzione del territorio in grado di inserire diritti ecologici e paesaggistici a sostituzione degli oneri di urbanizzazione


"Non è possibile che in ogni periodo autunnale, quando le precipitazioni più o meno intense sono normali e prevedibili si sia a discutere della mancata prevenzione delle responsabilità e probabilmente dell’inutilità delle norme, e si rischino sempre nuovi dissesti idrogeoligici. Siamo un Paese dove all’organizzazione del territorio, purtroppo, si antepone la fatalità" Lo sottolinea il presidente del CONAF(Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali) Andrea Sisti, in queste ore difficili per molte regione italiane a causa del maltempo che sta mettendo a dura prova Toscana e Umbria in particolare, con frane, smottamenti, paesi e famiglie evacuate.

"Sul consumo di suolo servono anche strumenti finanziari finalizzati alla realizzazione di opere di manutenzione del territorio in grado di inserire diritti ecologici e paesaggistici che devono sostituire gli oneri di urbanizzazione – aggiunge Sisti -. Dobbiamo riqualificare i centri abitati nell’ottica di interconnettere e interconnetterle con il territorio circostante. Un’operazione non più procrastinabile che deve necessariamente portare a cambiare i sistemi di tassazione sul territorio per migliorare la qualità degli insediamenti. Le amministrazioni comunali e gli enti preposti devono essere obbligati con questa modalità di contribuzione a fare interventi per la salvaguardia del territorio e non deturparlo".

"E’ necessario ripensare l’approccio alla pianificazione e alla progettazione in un’ottica integrata e di cooperazione – aggiunge la vicepresidente CONAF Rosanna Zari- ; non solo bisogna pensare al riuso delle strutture produttive e residenziali ma anche alla loro demolizione e quindi, conseguentemente, alla riorganizzazione dei modelli insediativi e produttivi. Nel nostro settore agro-silvo-pastorale, dobbiamo fare in modo che gli strumenti di programmazione e sviluppo delle filiere produttive siano basati sulle riorganizzazione del territorio, consentendo alle attività produttive di svolgere appieno quelle funzioni di presidio del territorio che hanno consentito la costruzione e il mantenimento del paesaggio e la relativa identità delle comunità locali e, al tempo stesso, la prevenzione rispetto alle calamità naturali".

di C. S.