Mondo Enoico 18/01/2016

Nuovi vitigni resistenti alle malattie presentati dall'Università di Udine

I “magnifici dieci” frutto di oltre quindici anni di ricerca. La selezione delle nuove varietà di vite è avvenuta dopo centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni


Frutto di oltre quindici anni di lavoro di ricerca dell’ateneo di Udine e dell’Istituto di genomica applicata (IGA), i primi vitigni resistenti alle malattie costituiti in Italia sono stati presentati oggi alla presenza del delegato del ministro delle politiche agricole, Salvatore Parlato, dell’assessore regionale alle risorse agricole e forestali, Cristiano Shaurli, e dell’assessore comunale all’innovazione e sviluppo economico, Gabriele Giacomini.

La selezione delle nuove varietà di vite è avvenuta dopo centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni presso l’Unione Italiana Vini di Verona e i Vivai Coopertaivi di Rauscedo. Gli incroci sono stati eseguiti presso l’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” di Udine, dove a oggi si sono valutate oltre 24 mila piante derivanti da incrocio.

I vitigni – i “magnifici dieci” come li chiamano i ricercatori udinesi - hanno ottenuto nel 2015 la copertura con brevetto europeo e internazionale e sono stati inseriti nel registro nazionale italiano presso il Ministero delle Politiche agricole. Questi i nomi dei vitigni: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius, i primi 5 a bacca bianca, i secondi a bacca rossa.

Il progetto di ricerca è stato avviato nel 1998, con il principale scopo di ridurre l’utilizzo di pesticidi in questo settore della produzione agricola e rispondere alla situazione critica della viticoltura in Europa, attività agricola tra le più impattanti sull’ambiente, che, pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza ben il 65% di tutti i funghicidi impiegati in agricoltura.

Al progetto di selezione dei nuovi vitigni resistenti hanno partecipato attivamente i Vivai Cooperativi di Rauscedo, che ne detengono i diritti esclusivi di moltiplicazione e commercializzazione, conducendo le necessarie verifiche enologiche e agronomiche. L’iniziativa è stata inoltre sostenuta da: Ministero delle politiche agricole, Regione FVG attraverso Friuli Innovazione, Fondazione Crup, CRT e Carigo, Federazione regionale delle banche di Credito Cooperativo, Eurotech e da produttori come Livio Felluga, Marco Felluga, Venica & Venica, Pierluigi Zamò e il Consorzio del Collio.

L’interesse dei produttori potrà essere enorme, non soltanto in Friuli Venezia Giulia, ma in tutta Italia, in Europa e negli altri Paesi a vocazione vitivinicola nel mondo. In viticoltura, infatti, i costi di produzione sono elevati a causa del numero elevato di interventi per la difesa dei vigneti, e la disponibilità di varietà che non richiedono trattamenti è molto attraente.

"L'Italia si conferma punto di riferimento per la ricerca in campo agroalimentare - commenta il Ministro Maurizio Martina -, ma possiamo fare ancora di più. Gli studi condotti dai centri della Regione Friuli Venezia Giulia dimostrano che abbiamo grandi professionalità, in grado non solo di cogliere le opportunità, ma di anticipare le sfide di mercato. Aver iniziato già nel 1998 un lavoro attento ed efficace su vitigni più resistenti e quindi che contribuiscono alla sostenibilità della nostra agricoltura ne è evidente dimostrazione. Ora siamo pronti a fare un salto di qualità ulteriore, attraverso il nostro piano per lo sviluppo delle biotecnologie sostenibili. Con pratiche come il genome editing e la cisgnesi, infatti, risultati come quelli presentati oggi si potranno ottenere anche in tempi meno lunghi e tutelando la nostra biodiversità con ancora più strumenti. La vite sarà uno dei punti centrali del piano, perché mantenere la leadership in un settore che vale per l'Italia oltre 14 miliardi di euro significa investire con convinzione in ricerca pubblica. Siamo stati protagonisti, insieme alla Francia, del sequenziamento del genoma della vite e ora siamo pronti a sviluppare filoni di studio per ottenere vitigni più resistenti alle malattie, in grado di resistere ai cambiamenti climatici e a salvaguardare il profilo qualitativo delle uve. Sono obiettivi ambiziosi sui quali investiremo a fondo nei prossimi tre anni".

di C. S.