L'arca olearia
Difendersi da lebbra, e forse Xylella, con cloni di olivo tolleranti
Non solo nuove vareità estere o un miglioramento genetico in divenire, anche i cloni possono presentare caratteristiche interessanti. E' il caso dell'Ottobratica Calipa, tollerante alla lebbra e in fase di test per la suscettibilità a Xylella fastidiosa previo innesto a pezza su piante infette in Puglia
30 giugno 2017 | Lidia Viterale
La problematica della lebbra dell’olivo è molto conosciuta e diffusa nella piana di Gioia Tauro (RC), come in nessun’altra realtà olivicola nazionale; in alcune annate con autunno particolarmente piovoso, le perdite di produzione sono elevatissime e l’olio che si produce rientra nella categoria dei lampanti.
Le principali cultivar autoctone: Ottobratica e Sinopolese sono molto suscettibili alla malattia, in particolare la prima che invaia quando le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli allo sviluppo del fungo (Colletotrichum gloeosporioides, C. acutatum), ubiquitari della zona. Nel corso degli anni alcune aziende olivicole dell’area, hanno introdotto nuove varietà di olivo sia regionali (vedi Cassanese, Carolea, Roggianella, ecc.) che extra regionali (quale Nocellare, Leccino, Frantoio, ecc.) che hanno mostrato tutte sensibilità alla lebbra e altre patologie fungine diffuse in zona.
Considerata l’elevata incidenza di questa patologia sull’olivicoltura locale, nel 1995 è partita un’iniziativa che ha portato alla costituzione di un clone da una pianta che, tenuta sotto osservazione da diversi anni, presentava un’evidente resistenza alla lebbra. Tale pianta si trova in contrada Bosco di Rizziconi (RC), nell’azienda Calipa, ha un’età di quasi settanta anni ed è stata messa a dimora nel 1950, insieme a piante delle varietà Ottobratica e Sinopolese, provenienti tutte da un vivaio dei Principi Colonna.
La pianta ha un portamento simile alla varietà Ottobratica: con chioma espansa e colorazione delle foglie verde più scuro rispetto all’Ottobratica; presenta alternanza di produzione e scalarità di maturazione, l’infiorescenza a grappolo e la drupa più piccola, di forma obovata allungata con la parte apicale ricurva a “becco di corvo”, la presenza di un’abbondante pruina biancastra sulla drupa matura, un’epoca di maturazione leggermente ritardata rispetto alla varietà Ottobratica, la differenziano da quest’ultima.
La particolarità di questa pianta è la sua resistenza alla lebbra in condizioni fitosanitarie idonee, cioè in assenza di punture della mosca.
Per questo motivo, il proprietario ha iniziato a diffonderla per innesto su piante della sua azienda; in seguito ha preso contatto con un vivaista siciliano, signor Cannone Giovanni di Mazzarrà Sant’Andrea (ME), allo scopo di ottenere piante da mettere a dimora nella propria azienda e allo stesso tempo coinvolgere anche altri olivicoltori locali, avendo così l’opportunità di testare questa pianta in altre contrade, considerato che la piana di Gioia Tauro è caratterizzata da numerosi microclimi. Il vivaista l’ha moltiplicata tramite innesto su portainnesto di olivo proveniente da seme e messa a disposizione degli olivicoltori con i nomi di “olivo Calipa – Ottobratica Calipa”.
Nell’anno 2000, circa cinquanta piante provenienti dal vivaio sopra citato, sono state messe a dimora nel Centro Sperimentale Dimostrativo ARSAC di Gioia Tauro (RC) e sono a oggi oggetto di sperimentazione da parte dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
In questi anni si è potuto notare che:
- l’entrata in produzione di piante innestate su selvatico è piuttosto ritardata;
- l’entrata in produzione è precoce e abbondante quando l’innesto è effettuato sui polloni di piante secolari di Sinopolese;
- le piante crescono più rapidamente rispetto all’Ottobratica sia in vivaio sia in campo, pertanto sono da prevedere sesti ampi;
- la resistenza alla lebbra deve obbligatoriamente prevedere l’integrità della drupa e quindi una buona difesa dalla mosca olearia.
Nel tempo anche alcuni vivaisti locali si sono interessati alla moltiplicazione della stessa; attualmente in tutta la piana di Gioia Tauro, si trovano sia piante isolate che piccoli impianti specializzati.
Nell’anno in corso l’azienda agricola Fazari – Olearia San Giorgio - di San Giorgio Morgeto (RC), azienda leader per l’olivicoltura del territorio, conosciuta anche all’estero per i suoi oli di altissima qualità, ha deciso di investire sull’olivo Calipa; tale decisione è scaturita a seguito dell’osservazione di sessanta piante messe a dimora circa dieci anni fa, nella propria azienda. La creazione di nuovi impianti è iniziata nel mese di marzo 2017, con la costituzione di circa un ettaro di “olivo Calipa” nel comune di Cittanova e la commissione di 800 nuove piante da mettere a dimora su 4 ettari, il prossimo anno. Di recente, alcune marze dell’olivo Calipa oltre alle cultivar Ottobratica, Sinopolese, Ciciarello e Tombarello, sono state prelevate per testare la suscettibilità alla Xylella fastidiosa previo innesto a pezza su piante infette in Puglia, nell’area del Salento.
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