Associazioni di idee 29/11/2023

Giravolte dei tecno-burocrati Ue, da buttare milioni di etichette

Giravolte dei tecno-burocrati Ue, da buttare milioni di etichette

Nelle nuove linee guida relative alla nuova etichettatura dei vini imposto il termine ingredienti. Si cambiano le regole del gioco in corsa contro la volontà principali Paesi produttori


Centinaia di milioni di etichette già stampate che rischiano di andare al macero, milioni di bottiglie di vino già immesse sul mercato che risulteranno “fuorilegge”. La burocrazia della Commissione europea colpisce ancora una volta il vino dell’Unione e, a 2 settimane dall’adozione della nuova normativa sull’etichettatura (8 dicembre), cambia le carte in tavola pubblicando oggi linee guida che di fatto azzerano quanto accordato. Unione italiana vini (Uiv), assieme al Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Comité Vins – CEEV) chiede la modifica urgente delle Linee guida pubblicate, che di fatto mettono in fuori gioco un’economia europea da 147 miliardi di dollari l’anno. Nel merito, con le linee guida relative alla nuova etichettatura dei vini circa l’indicazione degli ingredienti è bastato un cavillo per cambiare le regole del gioco: se fino a ieri, infatti, era inteso comunicare la lista degli ingredienti attraverso un QR code con la lettera “i” (di informazione), la Commissione ha imposto l’inserimento – contro la volontà principali Paesi produttori – anche del termine “ingredienti”.

“C’è un’Europa che a volte si fa matrigna con le sue imprese – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – e purtroppo ciò sta accadendo sempre più spesso con quelle del nostro settore. Le aziende vinicole, assieme a Uiv, sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue 2021/2117. Oggi un dietrofront, con la sorpresa di una nuova interpretazione al regolamento che rappresenta un buco nero sul futuro delle nostre imprese”.

“Per le giravolte dei tecno-burocrati europei sono da buttare centinaia di milioni di etichette già stampate. Questo perché sui vini manca la scritta “ingredienti” sotto il codice QR, che rimanda all’etichetta elettronica contenente la lista degli ingredienti utilizzati nella produzione del vino e i suoi valori nutrizionali. Cambiate nuovamente le regole all’insaputa di tutti”.

A dirlo è il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, prendendosela con la burocrazia europea che, ad una settimana dall’8 dicembre e dall’entrata in vigore dei nuovi obblighi di etichettatura dei vini, ha nuovamente cambiato le informazioni che devono essere contenute sulle etichette.

“A seguito delle disposizioni previste dal regolamento Ue 2021/2117, le imprese vitivinicole europee hanno dovuto aggiornare le etichette per rispondere ai nuovi dettami obbligatori sull’elenco degli ingredienti e sulla dichiarazione nutrizionale dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati -spiega il presidente Busi -. Queste informazioni, in base alle norme Ue, possono essere rese disponibili al consumatore anche on line, tramite un codice QR adesivo sulle etichette delle bottiglie. Bene, a pochi giorni dall’entrata in vigore di questi obblighi, a partire dall’8 dicembre prossimo, la commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue le linee guida relative all’attuazione delle disposizioni sull’etichettatura dei vini, cambiando nuovamente le carte in tavola. Per il codice QR, secondo Bruxelles, è necessario utilizzare un’intestazione come quella già usata per le etichette cartacee di altri alimenti, contenente la parola “ingredienti”. Annullando così quanto precedentemente disposto e imposto. Hanno fatto saltare gli accordi presi dopo lunghe trattative con le organizzazioni professionali”.

“Siamo alla beffa, sono venuti a comunicarci le nuove disposizioni dopo che già avevamo stampato e confezionato milioni di etichette - dichiara Busi -. Noi non improvvisiamo, rispettiamo le regole ma pretendiamo rispetto per il nostro lavoro. Le tipografie non stampano le etichette oggi per domani, ci vogliono almeno 15-20 giorni, e non potevamo certo aspettare l’8 dicembre prima di stampare le etichette. La merce la spedivamo dopo Natale? Questa burocrazia genera soltanto danni all’economia reale. Ci sforziamo di soddisfare le regole dei burocrati europei, ma tutto ha un limite”.

di C. S.