L'arca olearia 23/02/2008

L'olio di oliva nella cura dei tumori al seno? Sono subito scintille e fiamme

Il professor Bruno Berra si interessa da anni di nutrizione e di olio d'oliva. Nel suo intervento sconfessa punto per punto le dichiarazioni di Massimo Lopez sugli extra vergini: oggi giorno chiunque può inventarsi una cultura nutrizionale, senza ovviamente averne le basi


Il giorno 25 Gennaio 2008, nel corso del Seminario ""La Civiltà dell'Olio d'oliva...dalla terra alla tavola", organizzato da International Extravirgin Oliveoil Agency con la collaborazione di Human Health Foundation, l'Accademia Italiana della Cucina e il CRA-Centro di Ricerca per l'Olivicoltura e l'Industria Olearia, il Professor Massimo Lopez, nel presentare il suo libro Cancro: conoscerlo per imparare a sconfiggerlo, ha dato, con grande enfasi,
l'annuncio che l'olio di oliva può essere considerato una "medicina complementare" per curare il cancro al seno. Premesso che la Human Health Foudation, malgrado il titolo altisonante, è una "cosa tutta italiana" nata a Spoleto nel 2006, che punta alla lotta contro i tumori, entro subito in merito all'aspetto scientifico della comunicazione del prof. Lopez:

1. stante l'importanza dell'argomento, la necessità di conferme scientifiche che non fossero siti web, quali Sanihelp.it, farmacia.it, il Weblog di Antonio - La Salute intorno all'uomo, Barimia.it etc, come si può trovare sul motore di ricerca Google.it utilizzando come parola chiave "Massimo Lopez + olio di oliva", mi ha subito spinto a vedere i lavori del citato prof. Lopez su PubMed, Banca dati contenente i lavori scientifici pubblicati su Riviste indicizzate, attinenti alla medicina, alla biologia, alla biologia molecolare, alla nutrizione etc.
Con mia grande sorpresa, la risposta alla mia ricerca è stata "not item found"

2. Come risulta dalle pagine web sopra citate, il prof. Lopez ascrive l'azione dell'olio di oliva alla inibizione da esso esercitata sulla iperespressione del recettore Her2, che stimola la cellula cancerosa a proliferare; in particolare le componenti attive dell'olio di oliva sono state individuate nell'acido oleico e nella luteina.

3. Per quanto mi consta, per avere un effetto sulla regolazione dell'espressione di una proteina, occorre che l'agente sia veicolato al nucleo e si leghi a specifici segmenti regolatori della trascrizione presenti sul DNA. Non esiste dato in letteratura che ascriva all'acido oleico questa proprietà.

4. L'affermazione del prof. Lopez che l'acido oleico sia fondamentale
per la fluidificazione della membrana cellulare, è destituita di ogni fondamento scientifico. Infatti, nella membrana sono presenti fosfolipidi, la cui composizione in acidi grassi, non risulta particolarmente ricca di acido oleico; nei fosfolipidi di membrana infatti, proprio per aumentare la fluidità, i maggiori componenti sono gli acidi grassi polinsaturi. Ricordo per chi non ne sia a
conoscenza che l'acido oleico contiene solo un doppio legame insufficiente a creare il "kink" che consente un impaccaggio degli acidi grassi non troppo rigido, agevolando gli scambi in/out attraverso la membrana cellulare.

5. Altrettanto destituita di fondamento, è l'affermazione che l'altro componente fondamentale dell'olio di oliva per la prevenzione del tumore al seno si sostanzi nella luteina. Basta infatti entrare nel sito www.valori-alimenti.com (link esterno) per trovare la tabella in cui è riportata la concentrazione di luteina (+ zeaxantina, molecola correlata con la luteina stessa) nei vari alimenti; si parte da valori di 15690 mcg negli spinaci, per arrivare al valore di 510 mcg per le olive verdi. Quanto di questa luteina si ritrova nell'olio d'oliva?

Amare considerazioni di un Biochimico che da anni si interessa di nutrizione, compreso lo studio del valore nutrizionale dell'olio di oliva, come risulta dalle numerose pubblicazioni su Riviste Internazionali indicizzate e dalla cooptazione nel Consiglio Oleico Internazionale per parecchi anni: oggi giorno chiunque può inventarsi una cultura nutrizionale, senza ovviamente averne le basi.

Purtroppo i nuovi adepti della nutrizione hanno ampio spazio comunicativo, sia sulla stampa, sia in televisione.
Sempre purtroppo, più uno "spara" novità incontrollate ed incontrollabili, più trova possibilità di avere un pubblico acritico ma vasto.
Non esiste nessuna "censura preventiva" che sarebbe possibile, oltre che auspicabile; basterebbe controllare le fonti bibliografiche da cui vengono tratti "cumuli di panzane".

In conclusione, seguendo le indicazioni del Vangelo, sarebbe ora e tempo che i falsi profeti venissero scacciati a frustate o con qualche altro mezzo coercitivo, dal tempio della Scienza.

olio di oliva nella cura dei tumori al seno

di Bruno Berra