L'arca olearia 10/11/2007

E’ NECESSARIO CHE I FRANTOIANI COMPRENDANO CHE LE ACQUE DI VEGETAZIONE SONO UNA RISORSA DA VALORIZZARE E CON CUI E’ POSSIBILE RICAVARE ANCHE PIU’ CHE CON IL PROCESSO DI ESTRAZIONE DELL’OLIO

Perché spendere quando si può guadagnare? L’Enea ha messo a punto, e brevettato, un nuovo processo di trattamento delle acque di vegetazione delle olive che permette di recuperare i polifenoli, altri composti e anche di produrre energia da biogas. Un sistema che potrebbe portare un utile lordo finale superiore ai 2000 euro al giorno


Lo smaltimento delle acque di vegetazione delle olive costituisce uno dei maggiori problemi ambientali nel bacino del Mediterraneo, in particolare per Paesi come la Spagna, l’Italia, la Grecia, la Tunisia.

Le acque di vegetazione sono reflui con basso pH, alta conducibilità elettrica, facilmente fermentabili.
Il carico inquinante delle acque di vegetazione è legato all’elevato contenuto di sostanze organiche (zuccheri, pectine, grassi, sostanze azotate, polialcoli, poliacidi): il COD è compreso tra 100 e 190 g/L di ossigeno e il BOD5 tra 50 e 140 g/L di ossigeno.
Anche se alcune componenti delle acque di vegetazione sono necessarie al terreno per l’utilizzo agricolo, in particolare l’azoto, il fosforo, il potassio, il magnesio, l’inquinamento ambientale di queste acque. è principalmente legato alle alte concentrazioni (1-10 g/L) in polifenoli, di diverso peso molecolare, con spiccate proprietà antimicrobiche e fitotossiche e resistenti alla degradazione biologica.

La legislazione, oggi, permette lo spandimento sul terreno delle acque di vegetazione, considerandolo un mezzo economico per smaltire un indesiderato e indesiderabile sottoprodotto dell’industria olearia.
Si tratta di un atteggiamento cieco anche perché l’effetto a lungo termine sulle comunità microbiologiche, sulla fertilità dei suoli e sulle proprietà fisico-chimiche del suolo, delle acque di vegetazione nella ferti-irrigazione non sono state ancora del tutto chiarite dai vari studi condotti.

Era quindi urgente e necessario provvedere a individuare nuovi metodi di trattamento di questo refluo, mezzi che fossero economicamente competitivi con lo spandimento sul terreno che oggi costa ai frantoi dai 23 ai 50 euro a tonnellata.

L’Enea ha messo a punto un nuovo processo di trattamento delle acque di vegetazione delle olive che permette di recuperare i polifenoli, con spiccate proprietà biomediche.
L’invenzione è basata sull’impiego delle tecnologie separative mediante membrana, cioè su processi di filtrazione che permettono di recuperare le molecole polifenoliche ad un elevato grado di purezza, come l’idrossitirosolo, senza nessuna contaminazione da parte di solventi organici o di altre sostanze chimiche.

E’ noto che le molecole polifenoliche delle acque di vegetazione sono di grande interesse biomedico per le loro proprietà antiossidanti, anticancro, anti microbiche, etc. ampiamente dimostrate dalla letteratura scientifica.
Ricerche scientifiche recenti hanno dimostrato proprietà antiossidanti, effetti positivi sull’apparato cardiocircolatorio, in particolare di tipo Chd (coronary heart disease), proprietà anticancro (seno, colon, prostata), di alcune molecole polifenoliche, come il tirosolo, l’idrossitirosolo, l’oleuropeina l’acido caffeico, etc. Questi composti naturali trovano già una collocazione sul mercato come integratori alimentari, alcuni di questi produttori sono in Italia. Questi composti si estraggono dalle olive, quindi sono considerati sostanze naturali, al pari delle vitamine.
L'importanza dell'inserimento di alimenti "funzionali", soprattutto di origine vegetale, nella dieta trova una rilevante base scientifica, nella presenza di sostanze capaci di ritardare l'ossidazione lipidica e proteica, con una conseguente attività di "protezione" dell'organismo umano nei confronti dei meccanismi degradativi di tipo ossidativi.

Il nuovo processo Enea, oltre ai polifenoli permette di recuperare tutte le sostanze organiche presenti nella acque di vegetazione, come noto ricche di proteine, zuccheri, fibra e sali minerali per destinarle al comparto alimentare. Inoltre il processo consente di recuperare un’acqua vegetale purificata dal trattamento a membrane, circa il 60 % in volume rispetto alle acque di vegetazione grezze. Quest’acqua, vista la sua composizione chimica iposalina, ma ricca in potassio e povera di sodio, potrebbe essere impiegata come base per bevande speciali, con caratteristiche ipotensive e nutraceutiche.
Il nuovo processo consente di frazionare le acque di vegetazione per recuperare sostanze di interesse alimentare, nutraceutico, cosmetico ed anche energetico (biogas), pur eliminando definitivamente l’impatto ambientale.

In estrema sintesi il nuovo processo prevede: una cidificazione, una fase di idrolisi con enzimi pectolitici, una di centrifugazione per ridurre il contenuto di solidi sospesi, quindi quattro diverse tecnologie di filtrazione tangenziale, poste in sequenza l’una all’altra.
In particolare, i filtrati passano attraverso membrane a porosità sempre decrescente, damma microfiltrazione all’osmosi inversa. Quest’ultimo passaggio permette di concentrare le molecole di polifenoli purificate nelle prime tre filtrazioni. Le sostanze organiche trattenute dalle prime filtrazioni e impoverite di polifenoli, possono essere destinate alla produzione di specialità alimentari, tipo patè di olive, oppure alla produzione di biogas e di energia elettrica, tramite un processo anaerobico, che fra l’altro consente di utilizzare i fanghi anaerobici come fertilizzante organico, per la stessa filiera olivicola.
Le valutazioni economiche del processo, dimensionato per trattare 200 q.li/giorno di olive, sono molto favorevoli, come si può vedere dalla tabella in basso.
Prendendo come riferimento economico un prodotto Usa a base di polifenoli, l’Olivenol, venduto in rete, dal trattamento di 100 kg di olive si può ottenere un utile netto che può arrivare anche a 800 Euro. Queste stime sono indicative perché la commercializzazione dei prodotti raffinati richiede un preciso impegno di marketing, che non compete ad un Ente Pubblico, come l’Enea.
Per questo motivi le stime di cui sopra possono essere imprecise, ma per difetto, sicuramente i ritorni economici sono elevatissimi, al punto che l’olio d’oliva può diventare quasi un sottoprodotto di lavorazione.
Le stime non tengono conto della monetizzazione dei rischi, fra cui le denuncie per violazioni della normativa ambientale, che attualmente corrono i proprietari delle aziende olearie.

Nella tabella seguente si riportano le valutazioni tecnico-economiche indicate dall’Enea, relative alla commercializzazione delle frazioni liquide separate nel processo (prima colonna a sinistra).



La fattibilità tecnica del nuovo processo è reale e non ha problemi di scala industriale, bisogna però definire meglio alcuni parametri operativi che devono essere calibrati per tipologie di produzioni regionali ed anche per singolo frantoio oleario.
Infatti incidono sul processo, quindi sui bilanci economici alcune variabili agronomiche che influenzano il contenuto dei polifenoli delle acque di vegetazione, come:il tipo di cultivar, le condizioni pedoclimatiche di produzione, le procedure di raccolta delle olive, le tecniche di molitura, i trattamenti con fitofarmaci, la conservazione delle A.V., etc.

La ricerca in oggetto ha consentito il deposito di un brevetto originale dell’Enea, in comproprietà con la Società Verdiana, un’industria olearia di Reggio Calabria.
Il numero di registrazione del brevetto è RM 2004°000292. Deposito Internazionale WO 2005/123603 A1. Autori: Massimo Pizzichini, Claudio Russo.

di Massimo Pizzichini