Cultura 21/07/2007

UNA FAVOLA D'AUTORE PER L'ESTATE. LA VICENDA DI BOFFO, IL PAPERO MUTO CHE NON PARLAVA, INNAMORATO NON CORRISPOSTO

L'esordio letterario di Adele Bonaro sorprende per l'intensità di una scrittura lieve e insieme struggente, come lo è pure la storia d'amore che ci racconta, dolce e nel contempo malinconica




STORIA DEL PAPERO CHE NON PARLAVA

Boffo era un paperotto con belle piume bianche, zampette arancioni palmate, e un musetto attento, caratterizzato da un becco sottile e armonico che lo rendeva particolarmente piacente. Solitamente tendeva ad isolarsi dagli altri, per natura introverso e silenzioso, aveva promesso a se stesso, ancora piccolo, di non emettere più alcun verso dal suo becco gracidante, per non sporcare l’aria con quegli inutili suoni che era solita fare la sua razza.
L’aveva deciso un mattino di aprile, di molti anni prima. Si era svegliato di buon umore, e con andatura lenta e flemmatica si stava avvicinando al laghetto dello zoo dove abitava, quando alzando gli occhi vide uno splendido volatile librarsi in aria ed emettere un suono lungo e delicato, che nulla aveva a che vedere con i suoni tipici della sua razza.
Boffo era rimasto a lungo a guardare il falco, rapito dall’eleganza, dall’essenza selvaggia e dalla libertà di quel volatile. Improvvisamente gli schiamazzi di oche e papere gli sembrarono un insulto all’armonia della natura e si chiuse in un silenzio tombale, dal quale decise di non uscire più.
I genitori di Boffo avevano compreso il suo modo di essere e lo rispettavano. Per loro era come se Boffo parlasse, comunicasse comunque con loro, ma oche e papere del laghetto si erano allontanate da lui.
Tutto ciò che è diverso veniva da loro percepito come negativo.

Un’ochetta però era affascinata da Boffo. Lo guardava sempre di nascosto, quando si muoveva silenzioso nel lago o sull’erbetta fresca, di come a volte si soffermava a guardare il cielo, immaginando chissà cosa e di come troppe volte si soffermasse a guardare proprio lei e le sorridesse con quel becco sfilato e leggermente allungato.
Ada era la papera più corteggiata dello zoo, le sue piume erano brillanti, le zampette sottili e perfettamente palmate, ma lei non aveva occhi che per Boffo, sognava di un amore romantico e credeva che dietro il silenzio di Boffo ci fossero chissà quanti sogni e dolcezze, così trascorreva il tempo a trovare un modo per spezzare il suo silenzio o una scusa per avvicinarsi a lui.

La scusa fu fornita dal Caso, un giorno. Ada stava nel laghetto a prendere il sole, quando un ramo di un albero sopra di lei si andò staccando e la colpì fortemente proprio sopra il becco, facendole perdere i sensi.
Nessuno riuscì a portarle soccorso se non Boffo, che difficilmente la perdeva di vista. Si avvicinò a lei e con le zampette palmate la trascinò a riva dove attese qualche minuto trepidante, finché lei non si riprese.
Quando Ada aprì gli occhi e vide il suo salvatore sorrise e mormorò un ringraziamento. Mai avrebbe dimenticato che quel fiero e silenzioso papero l’aveva salvata da morte certa.

I due iniziarono a vedersi con maggiore frequenza. Le giornate trascorrevano tranquille ed erano colorate di favola e col sapore di sogno. Ad entrambi non pareva di essere allo zoo, ma in un altro mondo, colorato per loro, in cui potevano essere liberi e andare dove desideravano. Il piccolo laghetto a loro sembrava un mare, tutto ciò che li aveva circondati dalla nascita e che spesso avevano visto come una gabbia, ora pareva lo scenario perfetto per il loro amore.

Ada parlava molto con Boffo. Gli raccontava dei suoi sogni, dei suoi desideri, gli faceva conoscere i suoi amici, i suoi familiari, gli parlava della musica della pioggia sulle foglie, di come amava bagnarsi ed esporsi al vento, dei brividi che sentiva nell’andare oltre la staccionata che separava la zona del lago di paperi e oche, con quelle degli altri animali. Gli parlava del loro amore, di come lui la facesse sentire viva e a casa, di come si sentisse sicura al suo fianco e di come fosse certa che dietro il silenzio di Boffo ci fosse un grande meraviglioso amore.

Trascorsero anni così. Boffo ascoltava Ada e ogni giorno raccoglieva una briciolina da terra, nascondendola in una sacca che portava sempre con se. Le scriveva “ti amo” sulla terra vicino al lago e le prometteva (sempre scrivendole) che un giorno le avrebbe dimostrato tutto il suo amore.
Ada lo guardava rapita quando lui le scriveva quelle promesse, e immaginava che quando lui le avrebbe chiesto di essere la compagna della sua vita, lo avrebbe fatto parlando. Che per tutta la vita avrebbe parlato con lei e con nessun altro.
Non era forse degna di sentire la sua voce?
A volte quel silenzio la fiaccava, a volte si chiedeva se davvero Boffo fosse come lei, se l’annuire alle sue parole fosse davvero una testimonianza della loro sintonia o se nulla si nascondesse dietro Boffo, se invece non fosse soltanto un papero vuoto e nullo che non sapeva cosa dire.
Le parole le mancavano, e solo il suo sguardo non bastava a carezzarla.
Più volte gli chiedeva di proferir parola, di dirle che l’amava, ma il papero scuoteva il caso e le ricordava che un giorno le avrebbe dimostrato quanto grande era il suo amore.

Il giorno arrivò. Ada era stanca di aspettare e stanca del silenzio. Boffo capì che avrebbe dovuto darle ciò che aveva promesso tanto a lungo. La portò in riva al lago, durante un tramonto meraviglioso.
Dal cuore prese la sua sacca e sorridendo la aprì, per mostrare ad Ada quanto lui l’amasse. L’ochetta timorosa avvicinò il becco alla sacca, non avendo idea di cosa avrebbe potuto trovarci dentro. Quello che la vide la lasciò senza parole. La sacca era piena di briciole, così tante briciole da sfamare generazioni di paperi.
Chiese a Boffo una spiegazione, ma lui aveva fatto voto di non parlare, e non riusciva a comunicare con lei. Incominciò a scrivere a terra, ma lei non abbassò lo sguardo per vedere cosa lui scrivesse.

Gli chiese di parlarle, di parlare con lei.
Boffo scosse il becco, ferito.

Lei capì che in quegli anni aveva fatto compagnia solo ad un papero vuoto e senza amore.

Si allontanò da lui per sempre, per vivere la sua vita in mezzo a sorrisi, favole, parole.

Boffo aprì la sua sacca e fece cadere tutte le bricioline sul lago. Tutte le briciole che aveva raccolto dal primo giorno in cui l’aveva amata, fino a quel momento. Capì che Ada non era la papera sensibile e profonda che lui credeva, perché non aveva capito che con quella sacca lui aveva riscattato la libertà di entrambi, la vita fuori dallo zoo e dalla carità dei turisti, per andare in un luogo dove entrambi potevano avere vita nuova.

Si allontanò da lei per sempre, per vivere la sua vita in mezzo a sorrisi, favole e pensieri.





L'AUTRICE
Adele Bonaro, calabrese della provincia di Cosenza, si è laureata alla Luiss "Guido Carli" e si occupa di comunicazione, formazione e consulenza per le imprese per conto della Abcommunication. Dall'aprile di quest'anno è direttore marketing del Cotec, il Consorzio olivicolo Terre di Calabria.

di Adele Bonaro