Turismo 23/06/2012

Gli agriturismi italiani in forte sofferenza

Presenze in calo del 6,2% nel primo semestre del 2012. Dati in diminuzione anche per gli stranieri: -1,8% nel primo trimestre ma a marzo è addirittura -7,7%


Anche l’agriturismo cede alla crisi: dopo i timidi segnali di ripresa dello scorso anno, il primo semestre del 2012 dice chiaramente che il settore è in sofferenza, come del resto tutto il turismo italiano. L’estate si annuncia piena di incertezze.

Secondo uno studio di Agriturist (Confagricoltura) su dati dall’Osservatorio Nazionale del Turismo (sondaggi presso le aziende ricettive), le presenze di ospiti nelle aziende agricole calano del 6,2% rispetto al primo semestre 2011, gli italiani sono in netta flessione e gli stranieri registrano un andamento molto incerto. Anche il fine settimana di Pasqua, che pure aveva evidenziato una buona vivacità della domanda, ha registrato, a consuntivo, una flessione dei pernottamenti del 11,8%.

Segni negativi - sottolinea Agriturist - anche per alberghi (-4,5%) e bed and breakfast (-6,6%); l’unico settore che registra un andamento positivo è quello del campeggio (+10%), e non c’è da sorprendersi visto che si tratta di una soluzione per continuare ad andare in vacanza a prezzi contenuti.

Gli arrivi di stranieri, che lo scorso anno avevano dato promettenti segnali di ripresa, chiudono i primi tre mesi del 2012 (dati Banca d’Italia) con un passivo del 1,8% e il dato di marzo è addirittura -7,7%.

L’estate non promette niente di buono. Agriturist ha analizzato il movimento di visitatori del proprio sito internet www.agriturist.it nell’ultimo mese, rilevando una flessione del 16,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. Qualche segno positivo si registra per la ricerca di sistemazioni vicino al mare e in campeggio; mentre evidenzia pesanti ridimensionamenti la ricerca di aziende con piscina e con cavalli. Evidentemente, per la maggior parte della domanda, l’imperativo principale è contenere la spesa. Va anche peggio per altri importanti siti internet specializzati nella promozione dell’agriturismo, che scontano riduzioni di visite fino al 30%.

Se continua così - ha calcolato Agriturist - quest’anno la sola flessione del fatturato delle aziende agrituristiche costerà all’erario 35 milioni di euro per mancati introiti di IVA e imposte dirette.

“Per l’agriturismo - dichiara Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist - è davvero un momento molto difficile. Alla sensibile flessione di ospiti e fatturato, si è aggiunta quest’anno l’IMU sui fabbricati rurali: davvero una batosta! Se il Governo non alleggerisce la pressione fiscale su famiglie e imprese, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Per l’Italia il turismo è una grande risorsa, ma, se non ci investiamo sopra, rischiamo di vanificarla, con conseguenze gravissime anche sull’indotto, di cui l’agricoltura è parte rilevante. Chiediamo al ministro Gnudi e alle Regioni di accelerare i tempi dell’annunciato piano di rilancio del turismo, in modo da avviare una inversione di tendenza già dal prossimo anno”.

di C. S.