Salute 11/12/2015

L’olio extra vergine di oliva tiene a bada le malattie cardiovascolari

L’olio extra vergine di oliva tiene a bada le malattie cardiovascolari

E’ auspicabile che accanto alla terapia farmacologica, dalla quale non si può prescindere, assumere quotidianamente 3-4 cucchiai di olio extra vergine di oliva in quanto aiuta la protezione delle nostre arterie


Nell’ambito della IX rassegna Olio in Tavola che si è svolta in questi giorni a Castelnuovo (a 50 Km da Firenze a 10 Km da Arezzo) ho incontrato il Dr. Ruggero Marucelli, cardiologo, sul tema “Ami il tuo cuore? Usa l’olio extravergine di oliva. Sempre”.

Nel presentare l’ospite di quest’anno e l’argomento trattato ho ricordato che precchi studi individuano nell’olio extravergine di oliva un alimento con un forte potere di prevenzione delle malattie cardiovascolari ovvero quelle patologie del sistema circolatorio rappresentate fondamentalmente dalla Cardiopatia ischemica (Angina pectoris e Infarto del miocardio), dalla Cerebrovasculopatia (cronica o acuta cioè l'Ictus) e dalla Arteriopatia periferica. E queste malattie rappresentano, purtroppo, la prima causa di mortalità e morbilità nei paesi industrializzati (sono causa di oltre il 40 % dei decessi in Italia e in Europa) per questo costituiscono un problema non solo medico, ma anche assistenziale ed economico, quindi sociale.

Alla base di queste malattie - ha attaccato il dr. Marucelli - sta il processo dell'aterosclerosi, la cui frequenza e gravità è fortemente correlata alla presenza di vari fattori in parte modificabili. E' noto che il processo aterosclerotico ha maggiore probabilità di verificarsi in presenza di elevati livelli plasmatici di colesterolo. Il colesterolo viene trasportato nel sangue da specifiche proteine con le quali forma complessi lipoproteici, cioè le lipoproteine; le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono responsabili del colesterolo circolante che raggiunge quindi i vari organi potendone infiltrare le pareti vasali, quelle ad alta densità (HDL) invece tendono a rimuovere il colesterolo eventualmente in eccesso riconducendolo al fegato dove viene eliminato.

Le LDL poi sono tanto più dannose se vanno incontro a processi di ossidazione, favoriti dalla presenza di radicali liberi. Le LDL ossidate rappresentano il primum movens nella formazione della placca aterosclerotica responsabile poi dei vari eventi cardiovascolari. Infatti esse rivestono un ruolo importante nel processo infiammatorio cronico a carico delle arterie, in quanto restando intrappolate nell' intima della loro parete esercitano una azione citotossica diretta sulle cellule endoteliali, inducono l'espressione di molecole adesive per imonociti di cui favoriscono la crescita così come delle cellule muscolari lisce, promuovono la coagulazione, inibiscono l'azione vasodilatante dell' ossido nitrico, attivano le piastrine favorendone l' aggregazione.

La placca, una volta formata, può restringere il lume arterioso (stenosi) con conseguente riduzione del flusso sanguigno ai vari organi, o ulcerarsi con conseguente trombosi sovrapposta che può portare all'occlusione completa dell' arteria. Nel primo caso le manifestazioni cliniche sono patologie croniche quali l'angina pectoris stabile, la claudicatio intermittens (dolore che insorge agli arti inferiori durante la deambulazione e che scompare fermandosi), la cerebrovasculopatia cronica che può portare a parkinsonismo o demenza; nel secondo caso si avranno quadri acuti quali angina instabile, infarto miocardico, ictus.
A questo punto ho invitato il dr. Marucelli ad indicare al pubblico i fattori di rischio che sottendono le malattie cardiovascolari in quanto è un concetto consolidato che la la loro riduzione è associata a riduzione di morbilità e di mortalità cardiovascolare; e quanto più la probabilità di eventi cardiovascolari è elevata tanto più incisivamente, e su più fronti, si dovrà intervenire per ridurla.

Il dr. Marucelli, ha così preso in esame i vari fattori di rischio non modificabili come l’età (aumenta con l' aumentare dell' età), la familiarità (aumenta se ci sono stati eventi cardiovascolari nel padre prima dei 55 anni e/o nella madre prima dei 65 anni), il sesso (gli uomini sono più a rischio). Dopodichè ha preso in esame i fattori di rischio modificabili come l’ipertensione arteriosa (esiste una evidente relazione tra valori pressori elevati con ictus e scompenso cardiaco), il fumo (ha un effetto dannoso sull' apparato vascolare la nicotina, il monossido di carbonio riduce l'ossigenazione). Poi ha ricordato gli ulteriori fattori di rischio modificabili come il diabete (più che un fattore di rischio è già malattia cardiovascolare), il sovrappeso corporeo. Inoltre l’ipercolesterolemia, la sedentarietà (l' attività fisica regolare svolge una azione di prevenzione nei confronti degli eventi cardiovascolari). Infine ma non ultimo, le abitudini alimentari: è infatti principio consolidato che il tipo di alimentazione può condizionare in modo anche importante l'incidenza delle malattie cardiovascolari. L’adozione di una dieta di tipo mediterraneo, che privilegia alimenti vegetali e vede l' olio di oliva come fonte primaria di grassi, si associa ad una riduzione significativa della frequenza degli eventi CV.

A questo punto ho ricordato che l'adozione della cd. Dieta mediterranea comporta la riduzione significativa degli eventi cardiovascolari, cioè di ictus, infarto miocardico e mortalità cardiovascolare. Questo perché questo “modo di mangiare” prevede molti alimenti vegetali come pane, pasta, frutta, verdura, legumi, frutta secca con guscio, olio extravergine (ed extravergine vuol dire extravergine non altro) come unica fonte di grassi, un moderato consumo di pesce, di carne bianca, latticini e uova, poca carne rossa e poco vino. Si tratta in definitiva di una dieta a basso contenuto di grassi saturi e ricca di carboidrati e fibre, con un alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi che derivano principalmente dall'olio extravergine di oliva, e che prevede diversi alimenti che contengono acidi grassi poliinsaturi omega 3 e 6 (pesce, frutta secca, verdure, cereali) e polifenoli (frutta, verdura, extravergine di oliva).

Dal canto suo il Dr. Marucelli ha poi illustrato alcuni studi che evidenziano come le abitudini alimentari possono condizionare la frequenza e la gravità delle malattie cardiovascolari. Così lo Studio Bordeaux pubblicato su Neurology nel 2011 che ha interessato 8000 soggetti di età media 65 anni, a parità di attività fisica, dieta, BMI, si è notata riduzione dell'Ictus di circa il 40 % in coloro che facevano uso regolare di olio di oliva. Come lo Studio Predimed (Prevenzione con la Dieta Mediterranea) pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2013 che ha interessato 7500 soggetti da 55 a 80 anni, di cui il 57 % donne, ad alto rischio cardiovascolare (cioè con diabete oppure almeno tre fattori di rischio tra fumo, ipertensione arteriosa, ridotti livelli di C-HDL, elevati livelli di C-LDL, sovrappeso corporeo): la dieta mediterranea arricchita con olio extravergine di oliva e frutta secca (noci, nocciole, mandorle) ha ridotto del 30 % il rischio di infarto miocardico, ictus e morte per cause cardiovascolari.

Da ultimo il dr. Marucelli ha descritto lo studio del Gelato antiossidante, presentato alla ESC a Londra nel 2015, effettuato somministrando 100 gr di gelato con miscela alimentare antiossidante (alimenti contenenti polifenoli, che sono alcune delle sostanze della dieta mediterranea cui si attribuisce un effetto benefico) contro 100 gr di gelato di controllo. E’ risultato che l'assunzione del gelato antiossidante ha provocato una diminuzione dello stress ossidativo, un chiaro aumento della vasodilatazione endotelio-mediata e un significativo miglioramento della prestazione fisica al test ergometrico (riduzione del doppio prodotto all'acme dello sforzo a parità di carico di lavoro raggiunto).

A questo punto ho invitato il dr. Marucelli ad indicare al pubblico anche come agiscono i costituenti dell'olio extravergine di oliva nell'ambito della protezione cardiovascolare.
Al che il dr. Marucelli ha fatto presente che i polifenoli, come stabilito dalla EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti), svolgono una azione di protezione delle LDL nei confronti dei processi ossidativi: particolarmente attivo in questo senso è l' idrossitirosolo, di cui viene raccomandata l'assunzione di 5 mg (due cucchiai da minestra) al dì.

I polifenoli - ha proseguito Ruggero Marucelli - sono quindi sostanze con proprietà antiossidanti, abbondanti in frutta, verdura e olio di oliva, che hanno dimostrato attività di inibizione nei confronti dei processi trombotici, azione antiinfiammatoria, capacità di aumentare i livelli di ossido nitrico che ha effetto vasodilatante, riduzione dei radicali liberi dannosi per le cellule.

Azione analoga la esplicano i Tocoferoli (Vit. E), anch'essi dotati di attività antiossidante. Anche gli Acidi grassi poliinsaturi, aiutano nella protezione cardiovascolare: essi riducono i trigliceridi, la pressione arteriosa, la produzione di proteine pro-infiammatorie da parte della parete delle arterie, la colesterolemia totale e LDL, probabilmente l'incidenza di aritmie; migliorano la funzione piastrinica, aumentano la sensibilità all'insulina (si è visto che livelli plasmatici elevati di acido linoleico, cioè omega 6, si associano ad una riduzione del 50 % circa del rischio di sviluppare diabete nei 5 anni successivi).

In conclusione - secondo il dr. Marucelli -gli effetti dei cosiddetti "componenti minori " dell' olio di oliva, in particolare dei polifenoli, tendono a disinnescare il prodursi di quel processo infiammatorio cronico ateromatoso a carico dei vasi arteriosi con conseguente minore incidenza degli eventi cardiovascolari ad esso correlati.

Tra le domande del pubblico, uno spettatore ha chiesto se poteva sostituire la terapia per il colesterolo alto con l’olio extravergine di oliva, al che il dr. Marucelli ha risposto che per assicurarci un contenuto di polifenoli efficace per svolgere l’azione antiossidante dovremmo assumerne 2 litri al giorno e ciò non è consigliato soprattutto per il relativo apporto calorico. E’ però auspicabile che accanto alla terapia farmacologica, dalla quale non si può prescindere, assumere quotidianamente 3-4 cucchiai di olio extravergine di oliva in quanto aiuta la protezione delle nostre arterie.

Ad un’ulteriore domanda sempre dal pubblico se l’olio quest’anno è di alta qualità, ho risposto che quest’anno era indispensabile raccogliere in anticipo e chi l’ha fatto è riuscito ad avere olio con un alto contenuto di polifenoli quindi di sostanze attive nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

di Cinzia Chiarion

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