Mondo 22/08/2017

L'industria olearia spagnola frena gli acquisti, per calmierare i prezzi

L'industria olearia spagnola frena gli acquisti, per calmierare i prezzi

Scese sotto la soglia delle 500 mila tonnellate le riserve di olio di oliva in Spagna, appena sufficienti per coprire il fabbisogno fino a fine novembre. Significativo rallentamento negli acquisti degli industriali iberici, preoccupati dal rialzo dei prezzi


Con prezzi a scaffale sopra i 6,5 euro al litro, gli spagnoli abbandonano l'olio extra vergine d'oliva.

Stante i prezzi attuali di un buon extra vergine spagnolo, sopra i 4 euro/kg, il prezzo di 6,5 euro/litro a scaffale, su prodotto non in promozione, sono ormai raggiunti.

E' questa la ragione per cui l'industria olearia iberica ha deciso di ridurre gli acquisti, calmierando quindi i prezzi.

Le giacenze nella disponibilità dell'industria olearia spagnola a luglio 2017 sono state di 155 mila tonnellate, contro le 186 mila tonnellate di giugno, secondo i dati del Ministero dell'agricoltura.

Nessuna ricomposizione integrale dello stock, anche se l'olio non manca. Infatti le giacenze totali a fine luglio in Spagna ammontano a 484 mila tonnellate, di cui la maggior parte, 317 mila sono presso i frantoi, per la maggior parte cooperativi. 10 mila tonnellate sono ancora stoccate presso i magazzini comunali.

Nel mese di luglio le vendite, tra export e consumi interni, sono state pari a 108 mila tonnellate, confermando quindi il dato di giugno. E' probabile che anche in agosto il trend sarà identico, con incrementi invece da settembre.

Considerando che la campagna olearia iberica comincia nella seconda metà di novembre, anche più tardi in caso di perdurante siccità e di basse rese estrattive, restano ancora quattro mesi da gestire con le scorte disponibili, ritenute sufficienti da Infaoliva, la rappresentanza del mondo industriale e degli imbottigliatori.

Il conto è presto fatto: considerando ancora 108 mila tonnellate a agosto e 125 mila tonnellate medie a settembre, ottobre e novembre, si arriva a quota 483 mila tonnellate totali richieste dal mercato.

Il problema principale del mondo dell'industria e dell'imbottigliamento è quello di contenere la crescita dei prezzi, stante l'annunciata scarsa produzione nei paesi europei.
Intanto la mossa di rallentare gli acquisti a luglio ha sortito l'effetto di ridurre le quotazioni sui futures a novembre, con prezzi inferiori a quelli attuali.

di C. S.