Mondo 23/06/2016

Non è l'agricoltura occidentale a vivere di sussidi

Secondo uno studio dell'Ocse i paesi industrializzati hanno ridotto gli aiuti fino al 17% del reddito lordo degli agricoltori. Corea, Islanda, Giappone, Norvegia, Svizzera e anche Cina finanziano molto di più la loro agricoltura


Uno studio Ocse ribalta molte credenze popolari su un'agricoltura assistita e dipendente dai contributi pubblici nei paesi occidentali.

Secondo l'osservatorio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo i paesi occidentali, negli ultimi trent'anni, hanno dimezzato i sussidi agricoli.

E' il dato che emerge dal report su ''Politiche agricole: monitoraggio e valutazione 2016'', uno studio che ha interessato cinquata paesi aderenti all'Organizzazione e che non maqnca di riservare alcune sorprese.

Nei Paesi Ocse  solo il 17% dei redditi lordi degli agricoltori deriva da sussidi pubblici.

Una situazione che nasconde in realtà livelli di sostegno molto disparati: infatti, mentre i Paesi Ocse hanno abbandonato progressivamente gli interventi che potevano creare distorsioni sui mercati e negli scambi, certe economie emergenti invece continuano a farlo.

Così, se in Unione europea, Federazione Russa e Turchia, il livello di sostegno per l'agricoltura si situa intorno alla media Ocse, in Cina è leggermente superiore.

In Indonesia invece, è molto più elevato rispetto alla media ma nettamente inferiore ai sostegni, ancora più alti, accordati agli agricoltori da Corea, Islanda, Giappone, Norvegia e Svizzera. Il livello dei contributi é invece inferiore alla media Ocse, in Sudafrica, Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Usa, Israele, Kazakistan, Messico, Nuova Zelanda, Ucraina e Vietnam.

di C. S.