Mondo 27/05/2015

Le indicazioni geografiche dell'agroalimentare sono una proprietà intellettuale

In vista della revisione dell'Accordo di Lisbona storico successo italiano. Le indicazioni geografiche dell'agroalimentare verranno tutelate nell'ambito dell'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale


Un grande lavoro di squadra si è svolto nelle scorse due settimane a Ginevra in occasione della revisione dell’Accordo di Lisbona in materia di protezione e registrazione internazionale delle denominazioni d’origine presso la sede dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI/WIPO).

Il testo diramato è il frutto di lunghe trattative multilaterali tra i Governi promotori del suddetto Accordo e sancisce un deciso passo in avanti verso una più efficace tutela internazionale delle IG, con l’auspicio che altri Stati possano aderire al Nuovo atto, mantenendo peraltro un livello di protezione elevato ed uniforme per tutte le IG. Importante è stata la reazione compatta nei confronti di alcuni Paesi, anche non aderenti all’Accordo, intenzionati a sfruttare l’occasione per cercare di indebolire il sistema delle Indicazioni Geografiche.

Viene previsto, inoltre, un nuovo standard internazionale per la loro tutela in linea con le richieste italiane in ambito WTO, OMPI e accordi bilaterali dell'UE con Paesi terzi. Infine sono previsti interventi relativi alla salvaguardia dei diritti acquisiti dalle registrazioni già in essere che sono più di 800, di cui 101 italiane, e alla loro protezione da parte degli attuali Membri.

Con l’Atto di Ginevra viene estesa la possibilità di sottoscrivere l’accordo anche alle organizzazioni intergovernative, all’Unione Europea, favorendo l’aumento di Paesi membri che possono manifestare la loro adesione volontaria. Già diversi Stati europei come l’Italia e la Francia hanno firmato l’Atto mentre altri Stati come la Russia e altri Paesi africani e asiatici hanno manifestato interresse ad aderire.

Indispensabile il lavoro svolto dai Ministeri delle Politiche Agricole, dello Sviluppo Economico e Affari Esteri, che hanno coinvolto anche Aicig, rappresentata a Ginevra dagli avvocati Giorgio Bocedi e Simone Calzi. La delegazione italiana ha lavorato incessantemente durante le due settimane di incontri ed è stata sempre in prima fila nel richiedere le integrazioni al testo dell’Accordo con lo scopo di ottenere una maggior tutela per le denominazioni di origine.

“L’applicazione dell’Accordo di Lisbona - dichiara Pier Maria Saccani, Segretario Generale di Aicig - ha generato importanti risultati in passato ed è uno strumento fondamentale per la tutela delle denominazioni di origine a livello internazionale. L’esito positivo delle complesse trattative multilaterali per la revisione dell’Accordo, conseguito anche grazie all’ottimo lavoro svolto in questi mesi dai Ministeri italiani coinvolti, evidenzia ancora una volta il ruolo fondamentale e l’importanza di una protezione più estesa delle indicazioni geografiche anche fuori dall’Europa.”

“Siamo il Paese leader in Europa per numero di denominazioni protette con 271 prodotti Dop e Igp. L’accordo raggiunto dalla conferenza di Ginevra, grazie anche al ruolo positivo svolto dalla Commissione Europea, - ha commentato il Ministro Martina - ha visto l’impegno in prima linea della delegazione italiana e permetterà di avere una tutela maggiore del nostro patrimonio di prodotti a indicazione. Si tratta di un passaggio chiave per affermare a livello internazionale un modello di tutela e promozione dell'agroalimentare come quello delle IG, che si basa sullo stretto legame tra territorio, origine, qualità e identità. Proprio il prossimo 15 giugno – ha proseguito il Ministro - organizzeremo a Expo un grande appuntamento sulle Indicazioni e denominazioni geografiche italiane, un’occasione per presentare al mondo il nostro modello fatto di eccellenza sia dal punto di vista della produzione che dei controlli. Sempre ad Expo, ad ottobre, organizzeremo l’Assemblea mondiale delle Indicazioni Geografiche. Sarà l'occasione per un dibattito aperto e per un salto di qualità su questo fronte, soprattutto in chiave di relazioni e commercio internazionale”.

di C. S.