Mondo 28/01/2015

I prezzi alti dell'olio d'oliva spaventano e gli scambi all'ingrosso si fermano

Dopo le follie di inizio campagna olearia, le elevate quotazioni stanno trattenendo i grandi gruppi dall'approvvigionarsi in quantità. Troppo elevato il rischio di rimetterci con le richieste di offerta promozionale della Grande Distribuzione


L'olio extra vergine italiano è una rarità, con scarse disponibilità da parte di pochi commercianti, specie in Puglia, Sicilia e Calabria.

In Italia gli scambi sono dunque fermi o fortemente rallentati soprattutto a causa della scarsità di prodotto.

Anche in altre realtà del Mediterraneo, comunque, si è assistito a un generale rallentamento delle commesse e degli acquisti nelle ultime settimane di gennaio, dopo il fuoco e fiamme dell'inizio della campagna olearia.

In Grecia lo shopping di fine novembre e dicembre ha lasciato il posto a un periodo di calma apparente, tanto che il prezzo dell'extra vergine greco è ormai molto vicino a quello dell'extra vergine andaluso, quando, normalmente, la differenza di prezzo è di 20-30 centesimi di euro.

E' il Spagna che si sono giocate le partite più interessanti, proprio alla metà di gennaio quando il prezzo è schizzato alle stelle: 3,50 euro/kg.

I grandi confezionatori, dopo aver valutato le qualità disponibili ed essersi assicurati gli approvvigionamenti più interessanti, hanno così deciso di ritirarsi dal mercato per qualche giorni, il tempo di far raffreddare un po' i prezzi.

Gli scambi degli ultimi dieci giorni sono quindi stati solo su piccole partite, di chi era in cerca dell'affare.

Da una parte le cooperative e i frantoi, vista la scarsità di produzione, scommettono su un nuovi rialzo delle quotazioni in primavera, dall'altro i grandi gruppi e anche i confezionatori più piccoli sono preoccupati dall'andamento del mercato.

Un mercato fermo, dunque, in attesa degli eventi con messaggi trasversali che vengono lanciati in ambedue le direzioni.

A farsi maggiormente sentire, negli ultimi giorni, è l'industria olearia iberica che lamenta che, stante le quotazioni così elevate, potrebbe rimetterci fino a 4,5 milioni di euro nei primi mesi dell'anno, questo perchè i contratti siglati con la Grande Distribuzione prevedono prezzi già fissati, con possibilità minime di scostamento, mentre si fanno pressanti le richieste dei buyer di oli da mettere in offerta a scaffale.

Le giacenze aiuteranno a calmierare le quotazioni ma per quanto ancora?

di T N