Mondo 01/10/2011

La Spagna oliandola vince di misura il braccio di ferro con l'Unione europea

La Spagna oliandola vince di misura il braccio di ferro con l'Unione europea

In via di autorizzazione gli aiuti per lo stoccaggio privato per l'olio vergine d'oliva ma potrebbe toccare anche all'extra vergine. Una boccata d'ossigeno ma la crisi potrebbe espandersi a macchia d'olio


Il prezzo dell'olio vergine d'oliva in Spagna è crollato sotto il livello di crisi di mercato fissato dall'Unione europea a 1,71 euro/kg. L'ultima settimana di settembre, infatti, nelle principali piazze spagnole la quotazione ha raggiunto il minimo di 1,69 euro/kg.

Il Commissario europeo all'agricoltura Ciolos non ha quindi potuto fare a meno di promettere l'attivazione della misura di aiuto allo stoccaggio privato per l'olio vergine d'oliva, non senza un certo scetticismo.

Infatti Ciolos si è affrettato a dichiarare: “stiamo pensando in un'ottima di medio-lungo periodo, per risolvere i problemi strutturali e presenteremo una serie di misure nel corso delle prossime settimane.”

E' da mesi che in Spagna invocano l'attivazione della misura sullo stoccaggio privato, con l'Unione europea che ha sempre fatto orecchie da mercante, giudicando la misura non adatta a risolvere crisi di mercato strutturali quale quella che sta vivendo il comparto oliandolo.

Pur non potendo rifiutare l'intervento, essendo il prezzo sceso sotto la soglia fissata, pare proprio che l'Unione europea abbia deciso di spendersi quanto meno possibile, ovvero il minimo indispensabile. Vi sono infatti sospetti, negli ambienti della Commissione, che il prezzo sia stato fatto appositamente scendere sotto soglia per costringere l'intervento che però è stato studiato per avere un minimo impatto sulle finanze Ue.

Infatti l'aiuto allo stoccaggio privato potrà riguardare un massimo di 100mila tonnellate di olio d'oliva vergine per un massimo di sei mesi.

Poco più di una goccia nel mare se consideriamo che le giacenze in Spagna ammontano a 800mila tonnellate alla vigilia della campagna olearia.

La sensazione è che la Spagna abbia provato a forzare la mano alla Commissione, riuscendo alla fine a portare a casa solo un modesto risultato, ma che questo successo sia un grimaldello per future operazioni simili che potrebbero riguardare anche l'extra vergine.

“Gli spagnoli sono completamente focalizzati sul breve periodo – ci dice Elia Fiorillo, presidente del Consirzio extra vergine di qualità – e nelle ultime riunioni a Bruxelles apparivano seriamente preoccupati dalle dinamiche dei prezzi per la prossima stagione. Le pressioni perchè si attivassero il prima possibile le misure di aiuto allo stoccaggio privato sono state molto insistenti. La posizione italiana era diversa, volta non a posticipare il problema di sei mesi, come avverrà con lo stoccaggio privato, ma a risolverlo alla radice, individuando nuovi strumenti che, alla vigilia della campagna olearia, potessero effettivamente togliere dal mercato molto olio d'oliva. L'acquisto da parte delle autorità europee e nazionali per destinarlo all'aiuto agli indigenti ci sembrava la soluzione più congrua.”

Proprio nel mentre la Spagna vince questo braccio di ferro con l'Unione europea che, fino a inizio settembre aveva escluso l'attivazione della misura di aiuto allo stoccaggio privato, gli giunge una bacchettata da parte del Coi, per bocca del vice-direttore Ammir Assabah che ha dichiarato come “la Spagna deve adattarsi alle richieste del mercato mondiale, producendo più qualità e così migliorando il valore aggiunto del prodotto.” Una posizione espressa a margine di un commento sulla difficile situazione di mercato che vede molti Paesi con giacenze rilevanti.

Lo scenario che si va delineando per la nuova campagna olearia è quindi preoccupante e a tinte fosche se il Commissario europeo Ciolos è stato costretto ad affrettarsi a dichiarare che nuove misure verranno varate e se il Coi, nell'ottica di un incremento della produzione della prossima campagna, ha riconosciuto le difficoltà in cui versano diversi Paesi produttori.

Una simile situazione non potrà non avere riflessi anche in Italia dove, ci risulta, alcune associazioni stiano già valutando, visto il calo delle quotazioni delle ultime settimane, la possibilità di chiedere lo stato di crisi per il settore olivicolo italiano. Attualmente il differenziale di prezzo tra l'olio italiano e quello spagnolo è di un euro, ovvero un livello più che soddisfacente, ma qualche preoccupazione già serpeggia tra gli operatori.

Prepariamoci dunque a un autunno caldo sul fronte oliandolo.

di Alberto Grimelli

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