Italia 21/11/2017

Una campagna per rilanciare i consumi di uova e carne di coniglio

Troppe abitudini alimentare sono cambiate spesso da pregiudizi e luoghi comuni, oltre che da allarmi incontrollati. Un esempio per tutti è dato dalla cattiva reputazione che si è venuta creando intorno alle uova perché contengono molto colesterolo


Rilanciare il consumo di uova e carne di coniglio, prodotti importanti per un’alimentazione sana ed equilibrata. Nasce con questo obiettivo “A tavola nascono nuovi eroi”, la campagna di comunicazione promossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e realizzata in collaborazione con l’Ismea – Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare.

Negli ultimi anni, infatti, a causa di un’informazione non sempre corretta, del cambiamento delle abitudini alimentari indotte spesso da pregiudizi e luoghi comuni, oltre che da allarmi incontrollati, gli operatori del settore si sono trovati ad affrontare momenti di crisi. Questo nonostante gli avicoltori e cunicoltori italiani rispettino dei disciplinari di qualità molto scrupolosi a garanzia della salute dei consumatori.

In effetti il consumo italiano pro-capite di uova è pari a 12,6 Kg, contro gli oltre 14 Kg nella UE. I numeri del settore parlano, per le uova, di una produzione agricola italiana che ammonta a 850.000 tonnellate, pari ad un valore di 1,2 miliardi di Euro. Il fatturato dalle vendite del prodotto finito (confezionato o sgusciato) è pari a 1,5 miliardi di Euro. La produzione è assicurata da oltre 42 milioni di galline, presenti in 3.400 allevamenti, di cui circa 1000 con capacità superiore a 1000 capi. Delle uova vendute il 33% proviene da allevamenti a terra e il trend di crescita di questo segmento rispetto al 2012 è del 47%.

Per quanto riguarda la carne di coniglio, l’Italia è il secondo produttore e consumatore mondiale (dopo la Cina). Anche qui la necessità di un rilancio dei consumi è testimoniata dal calo costante negli ultimi anni (-12% nei primi 9 mesi del 2017). Attualmente la produzione di carne di coniglio in Italia raggiunge le 55.000 tonnellate, con un consumo che ora sembra essersi stabilizzato intorno a 1 kg pro-capite. Il settore gode di una sostanziale autosufficienza produttiva, e la coniglicoltura italiana si caratterizza, rispetto a quella europea, anche per l’efficienza produttiva espressa sia in termini di produttività del lavoro che di incidenza del costo dell’alimentazione sul costo totale di produzione.

In ultima analisi, occorre sgombrare il campo sia da un’informazione non corretta, sia da falsi convincimenti: un esempio per tutti è dato dalla cattiva reputazione che si è venuta creando intorno alle uova perché contengono molto colesterolo. Andrebbe detto invece che le uova sono uno degli alimenti più nutrienti sulla terra e che un giusto consumo settimanale di uova non solo non crea rischi per la salute ma può migliorare i livelli di colesterolo, aumentando quello buono e diminuendo quello cattivo. 

“In collaborazione con l’Ismea abbiamo dato vita ad un piano di comunicazione in grado di poter parlare in maniera semplice e diretta ai consumatori allo scopo di contrastare i pregiudizi ed informarli correttamente su qualità e valori nutrizionali delle uova e delle carni di coniglio - sottolinea Luca Bianchi, Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare del MIPAAF -. Un’occasione davvero preziosa al fine di sensibilizzare il nostro Paese ad un consumo maggiore di questi prodotti che rappresentano una risorsa alimentare importante nel panorama agro-zootecnico italiano. La valenza del settore cunicolo è sostenuta non solo dal ruolo primario che riveste a livello nazionale ma anche comunitario e globale, essendo l’Italia il secondo produttore mondiale dopo la Cina”.

di C. S.