Italia 24/05/2016

Quale futuro per l'olivicoltura pugliese?

E' ora di guardare al mercato e far diventare la GDO un partner del progetto di rilancio dell'olivicoltura nazionale e pugliese. Vanno però date rassicurazioni ai consumatori, anche attraverso un'intensificazione della lotta a frodi e contraffazioni


Fare presto, fare bene, agire selettivamente concentrando gli interventi sulle imprese più professionali.

Sono queste le condizioni richieste a nome di tutti gli olivicoltori dal Presidente del Consorzio Nazionale Olivicoltori e di Oliveti Terra di Bari, Gennaro Sicolo, per garantire un futuro migliore all'olivicoltura pugliese attraverso l'attuazione del Piano Olivicolo Nazionale e, a livello regionale, del Piano di Sviluppo Rurale.

Se ne è discusso a Bari, durante il convegno "Il futuro dell'olivicoltura pugliese", organizzato da Oliveti Terra di Bari, Cia e Cno.

Sicolo nella sua relazione, evidenziando a più riprese la necessità di puntare sulla qualità per essere determinanti sul mercato, ha anche sottolineato come "sia necessario responsabilizzare le GDO sugli oli che presentano a scaffale, garantendo nuove aperture di centri commerciali e vincolando gli stessi alla presentazione di almeno l'80% di olio extravergine di qualità".

Sicolo ha posto l'accento anche sulla lotta alle contraffazioni e alle frodi invitando il Ministero ad accelerare sull'applicazione del contrassegno, studiato e progettato dal Consorzio Nazionale Olivicoltori e dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che "garantisce i consumatori sulle caratteristiche del prodotto che sta acquistando".

"Seguendo le normative europee è necessario vietare alle raffinerie la detenzione e il deposito per conto terzi dell'olio extravergine d'oliva", ha concluso Sicolo.
Pieno sostegno su tutti i fronti è stato garantito dall'europarlamentare Paolo De Castro che ha assicurato il massimo impegno anche "per superare le difficoltà ataviche del sistema produttivo olivicolo pugliese e nazionale legate alla frammentarietà del mondo imprenditoriale".

"Il Piano Olivicolo, i cui decreti sono in dirittura d'arrivo, è stata una scelta fortemente voluta dal Parlamento e dal Ministro Martina e sono grata ai parlamentari pugliesi per aver contribuito a disegnare la cornice dell'olivicoltura italiana - ha dichiarato l'onorevole Colomba Mongiello -. Auspico che ciascuna regione inserisca un piano olivicolo regionale tra le proprie priorità".

"Bisogna sfruttare quanto prima le risorse del Piano Olivicolo Nazionale ponendole in sinergia con le azioni del Psr che stanno per partire e che punteranno sulla qualità del prodotto principe della nostra terra - ha sottolineato l'assessore regionale Di Gioia -. Dobbiamo puntare ad un progetto organico di promozione dell'olio extravergine d'oliva che consenta allo stesso di raggiungere i livelli di eccellenza ad esempio raggiunti dal vino pugliese in questi anni".

"I ritardi accumulati nella fase attuativa e le scarse risorse finanziarie (32 milioni di euro) non consentono di scommettere tutto sul Piano Olivicolo Nazionale, bisogna accelerare per iniziare il lungo processo che dovrà portare l'olio extravergine d'oliva pugliese a sfruttare sul mercato la sua forza", ha rimarcato il Senatore Stefano, secondo cui "resta grave il problema della frammentarietà delle nostre imprese che mai nessuno è riuscito ad affrontare con interventi specifici e dettagliati".

"La politica e le istituzioni devono dare strumenti facilmente fruibili da chi ha il compito di immettere la produzione sul mercato. Piano Olivicolo Nazionale, accordi di filiera, Psr possono fare la differenza ma non abbiamo ancora chiaro chi e quando deciderà sulla loro attuazione", ha evidenziato in conclusione il Presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino.

di Pasquale Scivittaro